SALERNO – Era assolutamente prevedibile, ed avevo previsto che l’attacco, anche se molto garbato, portato nei confronti dello storico filosofo salernitano Giuseppe Cacciatore (Peppino per gli amici) avrebbe provocato qualche reazione. Prima di andare avanti premetto che non la penso esattamente come i tanti lettori che hanno dissentito sul contenuto del mio articolo dello scorso 1° dicembre, nel contesto del quale mettevo comunque in risalto le grandi qualità professionali ed umane del notissimo docente universitario. Ribadisco la mia cocente delusione nell’apprendere che aveva accettato il prestigioso incarico nel cda della Fondazione Ravello (una delle più conosciute al mondo) non tanto per l’accettazione dell’incarico che il professore è liberissimo di accettare, piuttosto per quell’ombra che si profila sulla sua immagine dovuta al fatto di essere ritornato alla “corte di De Luca” dopo oltre venti anni di dissenso e di assoluta libertà intellettuale. Nessuno può contestarmi, difatti, che accettare un incarico in un ente gestito politicamente dalla Regione non significhi rientrare nella corte deluchiana con tutti i rischi possibili. Per dirla tutta con De Luca non si scherza, o si accetta il suo diktat o si viene stritolati; e la mia delusione è dovuta soprattutto al fatto che il filosofo Cacciatore conosce molto bene il kaimano e sa benissimo che con lui o si dice si o si rischia di essere calpestato. Una lettrice (Maria Esposito, che sicuramente è un nome di fantasia) ha postato in calce al mio articolo un commento molto interessante che si offre alla possibilità di un approfondimento-dibattito che va nella direzione voluta da questo giornale. Ecco cosa scrive Maria: “Caro dott. Bianchini, io credo che oggi la politica sia a una svolta: sono finiti i sistemi di potere, non ci sono più prebende da distribuire, è cresciuto il senso civico dei cittadini, la trasparenza delle amministrazioni, la cd. accoutability. In questo lungo processo di trasformazione anche il Pres. De Luca ha fatto la sua parte, anzi ne è stato un antesignano perchè ha dentro valori forti di giustizia, di trasparenza, di lealtà. Lei, me ne dispiace, continua a osteggiare quest’uomo straordinario guardando solo al passato. Si rivolga al futuro, guardi ai fatti e ai risultati di oggi. La Regione sta subendo una svolta radicale. Via via gli uomini del vecchio apparato, quelli che vivevano di sola politica, stanno lasciando spazio a nuove leve, persone giovani, che hanno già un lavoro e che hanno idee. Di questo si sarà reso conto l’ottimo prof. Cacciatore. Cambiare opinione in una realtà mutata non solo è lecito ma è auspicabile. Vuol dire semplicemente essere intellettualmente onesti. Cari saluti, Maria”. La prima cosa che mi viene da dire è che la sig.ra Maria ed io non la pensiamo allo stesso modo, anche se il ragionamento di fondo potrebbe anche trovare dei punti in comune.
Gentile signora, oggi la politica sarà sicuramente ad una svolta ma non sono assolutamente finiti i sistemi di potere, e De Luca rappresenta almeno per Salerno l’uomo che nel secondo dopo guerra ha saputo mettere in piedi un sistema di potere accentrato ed assolutizzante. Non è vero, anche, che non ci sono più prebende da distribuire o tangenti da incassare, le cronache di questi tempi ci restituiscono un’immagine ancora più grave di un Paese che sembrava essere uscito dalla tragedia delle mazzette dopo la tangentopoli nazionale di “Mani Pulite”. Sicuramente è cresciuto il senso civico dei cittadini, la trasparenza della amministrazioni, ma questo non ha minimamente intaccato i sistemi di poteri, le prebende e le tangenti. E De Luca non ha recitato alcuna parte in questa trasformazione e se proprio dobbiamo dirla tutta è evidente che il sistema di potere deluchiano si è radicato profondamente perché ha approfittato di tutti questi presunti cambiamenti che hanno indebolito le resistenze, i controlli e la trasparenza degli uomini. Che poi De Luca sia un uomo straordinario posso anche accettarlo, innanzitutto per non continuare a deludere la signora Maria; e non è vero che l’ho sempre osteggiato per principio, spesso ho anche plaudito alle tantissime cose buone che ha fatto in una città come Salerno che, in termini di abitanti, è paragonabile ad un piccolo quartiere di Napoli. Non si può non guardare al passato se si deve parlare del presente e del futuro; lo dice lo stesso filosofo Giuseppe Cacciatore quando afferma che “Il futuro della filosofia sta nel suo passato” per dire che senza passato non si va da nessuna parte gentile Maria. Cambiare opinione non solo è lecito ma è auspicabile, giustissimo, ma io essendo intellettualmente libero esattamente come tutti dicono di Cacciatore (ho detto intellettualmente e non culturalmente !!) posso anche avere dei dubbi su un ritorno che avrei preferito non si fosse materializzato. Desideravo conservare fino in fondo l’ìmmagine di Giuseppe Cacciatore e plaudire alla sua libertà di pensiero esattamente come la sua filosofia che va vissuta fino in fondo; con la mannaia di De Luca sul collo non so quanta libertà intellettuale potrà essere amministrata e somministrata da uno degli ultimi simboli positivi della città e dell’ intera provincia.
Ho seguito con commozione, anche se da dietro le quinte, la cerimonia di consegna a Peppino Cacciatore della laurea magistralis honoris causa in scienze pedagogiche. Però con il kaimano, gentile Maria, o si fa così o si fa così; al di là delle lauree e delle filosofie. Punto.
Vorrei offrire ,se possibile, offrire alla signora Maria un ulteriore elemento di riflessione sulla “straordinarietà” del nostro Governatore. Per la verità non poche volte ci prova il Direttore dalle colonne di questo libero foglio,senza pregiudizi , ma probabilmente non basta.
Sono pensieri e giudizi sciolti ed espressi sul supergovernatore da una persona che l’ha conosciuto bene: Isaia Sales: già parlamentare del Pci e poi del Pds, nonché consigliere economico di Antonio Bassolino. Intervistato da il Fatto quotidiano e dal Corriere del Mezzogiorno. Non credo siano solo il frutto di una acredine spocchiosa, ma un pezzo di una “verità”.
“La scelta Di De Luca come Governatore della Campania è catastrofica. Significa la fine del Partito democratico”, ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno.
“Aver voluto candidare De Luca è come aversi voluto alleare con i cattolici e inserire nel programma l’abolizione della messa. Nel caso di De Luca siamo di fronte ad un misto di stalinismo e leghismo”.“Se De Luca viene scelto per marcare la discontinuità con il sistema di potere bassoliniano allora abbiamo preso tutti un abbaglio. Si vada a vedere davvero quali sono i criteri con cui amministra Salerno, quali e quanti fedelissimi ha piazzato nei posti chiave delle istituzioni locali”.
“Il 60% dei componenti il direttivo provinciale del Pd di Salerno è formato da membri delle società miste che hanno ottenuto gli incarichi grazie a lui. Persone vicine a De Luca sono stati assunti (sic, ndr) nelle società miste. Vogliamo parlare della Sanità? Allora proviamo a vedere quanti primari ha fatto nominare. La verità è che la città di Salerno vive in un cono d’ombra e i media non hanno mai acceso i riflettori su come viene gestito il potere”.
“Così come non posso dimenticare le tante volte che il primo cittadino di Salerno ha cambiato opinione anche su questioni importanti”.
“Sui rifiuti, ad esempio. Prima protestava contro gli inceneritori, poi ha cavalcato l’onda del termovalorizzatore candidandosi a costruirlo nella sua città; ora ha cambiato di nuovo idea. Tutto questo per mero calcolo elettorale
De Luca è il politico campano più in sintonia con la concezione della politica come gestione del potere, al suo confronto Bassolino è un dilettante. La verità è che il gruppo dirigente nazionale del Pd in nome dell’antibassolinismo ha alimentato e fatto crescere in Campania una serie di satrapi di provincia. Ne ha armato la mano e ora non sono in grado di fermarli. Nella concezione del vertice del Pd, il territorio serve solo per sostenere il centro. Chi gestisce un sistema di potere territoriale può fare quello che vuole. Salerno conta 140mila abitanti ed è in grado di condizionare la politica nazionale del Pd, un partito che si sta sgretolando sotto la spinta dei potentati locali”.
Spero, nel mio piccolo di essere stato di aiuto alla lettricie Maria………nel poterLe aver aperto nuovi orizzonti interpretativi.
Sales non sarà l’Oracolo di Delfi……..ma a De Luca lo conosce bene…..anzi benissimo.
Gentile Marco,
(mi scuso con il direttore se replico al suo lettore e non a lui che garbatamente mi ha citato nel suo articolo)
Mi consenta di replicare alla riflessione fatta da lei in merito al mio intervento sul Presidente De Luca.
Le parole da lei ricalcate del dott. Sales attingono certamente ad un’avversione personale e politica che non hanno nulla a che vedere con il merito dei “fatti”.
Parlare di “scelta catastrofica”, di “misto di stalinismo e leghismo”, è frutto solo di risentimento fazioso, di pregiudizio soggettivo, alieno da qualsiasi obiettività e valutazione lucida.
Se io provo ad esprimere un giudizio su un uomo politico cerco di fondarmi su “fatti”, su risultati tangibili, su se e quanto alcune scelte amministrative possano aver offerto un beneficio o meno ai cittadini.
L’unico elemento di merito che lei mi sembra contestare al nostro Governatore mi pare siano i “criteri” con cui sono stati scelti i rappresentanti delle istituzioni locali, il fatto che i componenti del direttivo provinciale del PD abbiano ottenuto incarichi nelle società miste o i criteri con cui sono stati scelti i dirigenti in ambito sanitario.
Su questo punto, Le chiedo: se fosse stato lei il Sindaco, chi avrebbe scelto? Nemici? Passanti? Avversari politici?
E’ italiana la legislazione che ha consentito scelte fiduciarie nelle società partecipate e lo dico con rammarico. Certo, non è stata cosa positiva. E’ solo con un d.l del 2008 (ma applicato nei fatti più tardi, dal 2010), che si è dato finalmente seguito all’attivazione delle selezioni pubbliche per il personale nelle società in house.
Anche a me disturba profondamente che Presidenti di società (che sono tutt’altro che manager) guadagnino cifre ragguardevoli (anche oggi, a Salerno come in tutta Italia) solo per la “buona sorte” di essere entrati nelle grazie di un “dominus” che ha scelto in autonomia assoluta, senza superare un concorso pubblico.
La circostanza, deplorevole quanto vuole, ripeto, è stata purtroppo consentita solo e soltanto dalla legislazione italiana.
E’ solo da pochi anni, purtroppo, che la normativa italiana, su impulso dell’Europa e per esigenze di contenimento della spesa, ha imposto la riduzione drastica delle società partecipate.
Le assunzioni clientelari ormai sono un ricordo lontano, per fortuna.
Quanto agli ospedali e, aggiungerei, anche alle università, so bene che i concorsi pubblici per la selezione del personale, pur sanciti da tempo immemore, si sono rivelati una farsa e che, dietro le quinte, le scelte sono avvenute solo e soltanto per cooptazione. Quale relazione c’è con il Governatore? In quali nomine si sarebbe intromesso? Direi, piuttosto, che i migliori professori universitari (le università sono grossi centri di potere e di nepotismo) sono coinvolti nel nefasto “sistema”, nel malcostume italiano, senza eccezioni. Senza eccezioni, sottolineo.
Infine, il termovalorizzatore. In più occasioni, in più sedi, il Presidente ha spiegato questo “colpevole” cambio di rotta: la normativa europea, gli studi e le evoluzioni tecnologiche nel settore del ciclo dei rifiuti hanno decretato la messa al bando degli inceneritori per dare spazio a forme più spinte e sostenibili di riciclaggio dei rifiuti medesimi, incentivando il più possibile la raccolta differenziata. (E’ di queste ore, tra l’altro, la notizia che la Regione intende impegnarsi nella costruzione di 12 impianti di compostaggio).
Il termovalorizzatore progettato era sovradimensionato in prospettiva dei dati della raccolta differenziata. E’stata, quindi, solo una scelta responsabile bloccare il progetto.
Cosa c’entri tutto questo con il mero calcolo politico mi è ignoto.
Quel che intendevo rilevare nella mia lettera precedente è che la Società si evolve, progredisce, in meglio, e il Presidente De Luca, uomo di rigore morale assoluto, ha sempre colto il progresso in anticipo rispetto ai tempi, anche (e soprattutto) sul piano dell’etica politica. E’di questi giorni la notizia che le società partecipate della Regione Campania saranno ridotte da 43 a 6 così come saranno quasi azzerate le Fondazioni e le consulenze. Se l’on De Luca avesse voluto perpetuare il sistema clientelare degli anni ’80-‘90 avrebbe potuto evitare questi tagli. Avrebbe coltivato certamente più consenso politico…
Mi dispiace, gentile Marco, Lei non mi ha offerto alcuno spunto interpretativo nuovo. Anzi.
La storytelling (come va di moda dire adesso) del satrapo, del “sistema” di potere, non la condivido minimamente.
Ho idea che se un amministratore dopo anni e anni riesce ad avere un consenso popolare così vasto, a scalare i livelli di governo, è per puro merito e riconoscimento da parte degli elettori (oggi più consapevoli di un tempo) delle sue qualità, delle sue virtù. I cittadini oggi apprezzano e votano chi ha capacità di governo e basta.
Io non ho avuto niente dal Governatore né tantomeno le migliaia e migliaia di cittadini che lo hanno votato.
Esprimo un giudizio da cittadina, felice di vivere in una città nuova, efficiente, moderna, molto diversa da quella in cui sono nata così come sono contenta di vedere che la Regione Campania in pochissimi mesi ha messo le basi per una svolta radicale nell’amministrazione pubblica.
Un’ultima osservazione sulle critiche mosse dal Direttore alla nomina di Roberto De Luca a consulente politico ed economico della Provincia. E’ stato detto e ridetto che il giovane non percepirà alcun compenso. Dov’è lo scandalo? Io trovo invece meritevole che i giovani facciano qualcosa per la Comunità, a titolo gratuito. Ben vengano i giovani se hanno da offrire qualcosa. Questo è il senso autentico della politica: fare qualcosa per gli altri, offrire un contributo alla società qualunque esso sia, senza ricevere nulla in cambio.
Questo è nobile senso civico, è impegno civile.
Anche i 5Stelle, nuovi moralizzatori, hanno visto la nomina del fidanzato della sig.ra Ciarambino, avvocato, a suo consulente, a titolo gratuito ovviamente. Nella Regione Puglia, l’ottimo Pres. Emiliano ha nominato la sua compagna addetto stampa (qui ben pagata). Nessuno scandalo. Si tratta di nomine fiduciarie, intuitu personae, cioè di scelte basate su valutazioni soggettive di consonanza politica. Se tali persone si riveleranno “capre” (come dice l’on. Sgarbi) ciò andrà a demerito dei rispettivi “dominus”, contribuiranno cioè al peso specifico (in termini politici) di coloro che li hanno prescelti.
Francamente si è stanchi di coloro che “criticano” sempre e comunque. Sono liturgie sterili. Si facciano avanti coloro che hanno proposte migliori, fuori e dentro i partiti. Io non ho pregiudizi ideologici, sono sempre disponibile a “cambiare idea (intesa come voto e orientamento politico)” e a scegliere un nuovo candidato se ha buone (migliori) idee, buone proposte e una storia di valore e di valori forti alle spalle.
Cordialità,
Maria
Mi intrometto in punta di piedi in questa garbata cherelle perchè con tutta la buona volontà non sono riuscita a capire il punto di vista della validissima commentatricie Maria.
L’unica cosa che mi è sembrata palese, evidente e che la signora/ina Maria senza se e senza ma è una paladina del Governatore e ne prendiamo atto e ne rispettiamo profondamente le ragioni ma anche Lei ha peccato, secondo me di faziosità.
Il signor Marco si era permesso solo si riportare il pensioro di una persona,un politico, un intelletuale, che conosce molto bene l’attuale Governatore,limitandosi ad esporre un punto di lettura alternativo al “pensiero unico” dei fan del Governatore.Niente di più.E’ chiaro che non è deposiatrio di tutte le verità ma far passare il pensiero di Sales come il semplice frutto di un pregiudizio o di di semplice antagonismo offende l’intelligenza ,pure riconoscita di Sales stesso.
Se fosse vero che in base al consenso ricevuto si dovrebe misurare la bravura degli uomini, stremmo freschi, basterebbe pensare a Barabba e Gesù e fermarci quì, se non dovremmo riscrivere tutta la storia.Consenso e bravura non vanno semre a braccietto…….anzi, molte volte sono il risultato di pratiche incofessabili per la ricerca di consensi “bulgari”.
Si può cambiare idea? Certo e ci mancherebbe, è tipico delle persone capaci ma se si sostiene che una persona precorre i tempi è lungimirante………se dopo cambia idea, qualche cosa in questo preteso pensiero “lungimirante non funzionava ano?
Così fan tutti quindi non c’è peccato…………non è così…..mi permetto di dissentire…..e dove sarebbe la differenza?
Il nepotismo in Italia è una pratica di “familismo amorale” praticata da tutti.Bene….ma all’ora questa pretesa differnza dove starebbe? Se una persona la pratca è un “familista amorale” come tanti……forse più bravo, non c’è dubbio ma non diverso.
Sarebbe meglio scrivere, come ha scritto il Direttore…..”così è e se vi pare” e non accampare “difese d’ufficio” che sono contradditorie nella stessa enunciazione.
Gentile signora Maria,rispetto ,mi creda, profondamente il suo pensiero, ma mi creda ,sarebbe più semplice dire ,io sono De Luchiana………..non è un peccato ed aggiungere……..così è e se vi pare.Le rspariebbe tante inutili arrampicature sugli specchi per difendere l’indifendibile.E’ chiaramente un personale punto di vista.
Gentile signora Maria, quello che inorridisce nel “personaggietto” De Luca non è tanto la sua indubbia “capacità accentratrice”, il suo piglio “decisionista” che in certi frangenti storici può anche funzionare, ma lo spregio assoluto delle regole e delle Leggi. Non sono , in generale, un buon esempio, le sue posizioni contro la Bindi e contro Saviano.
Vincenzo De Luca si è fatto una buona nomea come sindaco, realizzando un corposo lavoro di ristrutturazione urbanistica, con il record di raccolta differenziata, con buone iniziative, ecc.Tanto di cappello………ma il resto?
Poi, come capita a quasi tutti i potenti, si è fatto prendere da delirio di onnipotenza. Ed allora è venuta la vicenda del Crescent, un obbrobrio architettonico e amministrativo.
Ho conosciuto un poco e visto all’opera il compagno De Luca e constatato la sua scarsissima considerazione per il rispetto delle regole, all’inizio del 1980, quando egli ricopriva la carica di segretario della federazione provinciale del PCI, la sua rivalità feroce con i comunisti napoletani e i bassoliniani in particolare (ad esempio il salernitano Isaia Sales), posso perciò affermare che c’erano tutte le premesse per questa sua involuzione autoritaria successiva.
“Lo sceriffo”, Vincenzino senza veli e, soprattutto, senza freni. Ha sdoganato tutti i tabù, travolto ogni argine possibile, al buon senso ed al buon gusto e la sua scerifferia, oramai, risuona come qualcosa di inarrestabile. Non si placa la sua vena iraconda ed irriverente nei confronti di tutto e tutti.
Una regione, quella che immagina De Luca, che ha il profilo delle contee dei film western: una terra dove vige la legge del più forte e l’autorità assoluta del locale sceriffo. Con la sola, infinitesima, differenza che ci troviamo in Italia, nel 2015, nella regione più grande del Mezzogiorno e tra le più sofferenti del Paese, prima e più di tutto, proprio per la piaga della camorra. Delegittimare Saviano significa vanificare, nell’arco di poco tempo, decenni di lotta alle mafie. Ecco come calpestare e mortificare la memoria di centinaia di vittime e rendere inutile il sacrificio di tanti, amministratori come lui, che non possono più smentire la sua affermazione secondo la quale a volte “la camorra sia un’invenzione” di qualcuno per evitare la disoccupazione.E’ troppo. Resti De Luchiana , ma ci lasci accarezzare il sogno che si può vivere anche senza “ducetti”. La democrazia, come la libertà, è partecipazione.
Ma è possibile che tutti i giornalisti di Salerno siano “Cafoni e imbecilli”?
Gentile signora/ina Maria ma questo modo di fare del Governatore, non la preoccupa?