Camorra spa: i corvi di Aliberti


Aldo Bianchini

SCAFATI – Non c’è limite allo sciacallaggio, questo è risaputo. Ma lo sciacallaggio è ancora più grave, insidioso e insinuante quando esso è anonimo. Esattamente come sta avvenendo nella città di Scafati in danno del sindaco Pasquale Aliberti che dalla mattina del 18 settembre 2015 è ufficialmente indagato, insieme alla moglie Monica Paolino (consigliere regionale F.I.), dalla DDA di Salerno ed in particolare dal Pm Vincenzo Montemurro per una serie impressionante di reati che al momento rimangono allo stato di pure ipotesi accusatorie. Da tempo c’è qualche anonimo vigliacco che si diverte ad attaccare volantini su parcometri e cartelli pubblicitari, volantini dal contenuto molto aggressivo nei confronti del succitato sindaco. La cosa non è nuova ma nella fattispecie assume una valenza molto pesante perché induce a registrare un clima assolutamente non sereno per la politica che è chiamata a gestire la cosa pubblica scafatese. Scrivere su un volantino anonimo (18 ottobre) che il sindaco Aliberti è “scaduto” ha una sua valenza, anche se di bassa lega, e potrebbe anche essere sopportata nell’ambito di una battaglia politica che da diverso tempo caratterizza le sorti di Scafati. Ma arrivare a scrivere “Tu hai messo la bomba CAMORRISTA” significa che qualcuno, o più di qualcuno sta decisamente tracimando i confini ed i contorni della battaglia politica per sfociare in una meschina guerriglia, anonima e mentecatta come il suo o i suoi autori. La vicenda della bomba è arcinota; si tratta di un ordigno che fu fatto esplodere nel giardino della villa del consigliere comunale Vittorio D’Alessandro la sera di halloween del 2014. Per gli anonimi sciacalli è stato gioco facile accoppiare la bomba al nome di Aliberti, ben sapendo del rapporto politico molto conflittuale tra il sindaco e il consigliere comunale del Partito Democratico. Per non esacerbare ancora di più gli animi ha fatto benissimo il sindaco Aliberti a non presentare alcuna denuncia contro anonimi per il caso dei volantini che si è ripetuto ed aggravato nel giro di meno di un mese. Spetta agli inquirenti riuscire a dipanare l’intricata matassa, farlo non è né facile ma neppure difficilissimo; l’operazione è talmente vistosa per cui non è possibile pensare che nessuno abbia visto nulla. Sicuramente se gli inquirenti scaveranno negli ambienti già conosciuti potranno, volendo, arrivare a capo della situazione che diventerebbe davvero drammatica se si dovesse ancora ripetere in futuro. “”Sono seriamente preoccupato -avrebbe dichiarato Aliberti a Il Mattino- Non so chi c’è dietro quei volantini ma so per certo che l’escalation di violenze che sto subendo da una certa parte politica, in termini di atteggiamenti e di attacchi verbali veicolati anche sul social con l’utilizzo di un linguaggio feroce e squallido, sta fomentando un clima di caccia alle streghe. Corriamo il rischio che chiunque possa sentirsi legittimato a fare azioni imprevedibili””. Serio, durissimo ed anche sconcertante l’appello di Pasquale Aliberti che avanza precise ipotesi accollando serissime responsabilità politiche ad una parte del suo consiglio, quasi come se il sindaco fosse diventato il bersaglio più facile da colpire, soprattutto dopo quella infausta mattinata del 18 settembre scorso quando gli investigatori agli ordini di Montemurro piombarono negli uffici comunali e nell’abitazione di Aliberti per svolgere i loro accertamenti. La questione è di una delicatezza estrema e non va assolutamente sottovalutata neppure dagli stessi inquirenti; la compostezza di Pasquale Aliberti, sorretto dal suo legale di fiducia Giovanni Annunziata, induce tutti ad una serena e profonda riflessione su tutto quello che una semplice “battaglia politica” può generare se esce dai canoni tradizionali della conflittualità che sul piano politico deve sempre trovare la giusta ragione di atteggiamenti che non vadano mai al di là della normale schermaglia. Non mancheranno certamente delle novità.

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