CUCCARO VETERE – Si sono appena spenti gli echi del “palio dei ciucci” e del “premio nazionale di giornalismo” che ecco a rinvigorire le capacità organizzative dei cittadini di Cuccaro Vetere giungere sulla scena la “Pastorella Cuccarese”, una sagra del dolce tipico cuccarese e, in genere, dell’intera tradizione cilentana. Il dolce realizzato con le castagne che vengono anche proposte in vario modo: ‘mburnate, vrule, vaddani, castagne e fasuli, castagnaccio, trunco ri castagne e vino. Una due giorni di liberi festeggiamenti che segneranno, per la decima edizione, il trionfo della castagna, dal dolce tipico alla castagna da mangiare in tanti modi. La manifestazione si terrà al coperto nel cuore del borgo storico cuccarese per la gioia dei cittadini e dei visitatori occasionali. La cosa che più colpisce il visitatore di Cuccaro Vetere è la longevità dei suoi cittadini ma anche la millenaria vetustà delle gigantesche piante di castagno disseminate un po’ dovunque in quello splendido lembo di terra salernitana che lentamente, se non proprio idealmente, caracolla verso il pare paestano. Non è necessario rispolverare e scomodare la genesi antica del castagno che affonda le sue radici profondamente nel terreno fertile ma anche nella storia della notte dei tempi passando con agilità dalla cultura dei fenici a quella dei greci e dei romani, fino ad arrivare a noi; anche perché la pianta di castagno in sé non ha bisogno di grande cura e oltre ai frutti gratifica i coltivatori di zone enormi di ombra che nella tradizione contadina contrassegnavano quasi sempre la mitica “aia” sulla quale i due buoi, assicurati al giogo, tiravano in cerchio una piatta e grande pietra per “pestare le spighe di grano” e per fare la felicità di tanti bambini che mettendo i piedi sulla pietra giravano a giostra con i buoi sotto l’occhio vigile delle mamme. Tutte cose ormai superate e scaraventate nel libro dei ricordi dalle macchine sempre più moderne ed ottimizzate. Rimane, però, lo sfizio delle castagne, intatto nei secoli dei secoli, che devono sempre essere accompagnate da un buon bicchiere di vino, altrimenti che castagna è. E Cuccaro Vetere ha anche la fortuna di avere dei buoni vini che insieme al sapore delle castagne è entrato legittimamente a far parte della storia del paese e del dna dell’intera comunità. Poi se alle castagne ed al buon vino si accoppia anche il dolce la festa è fatta e la “Pastorella” (così si chiama il dolce tipico cuccarese) può correre in lungo e in largo anche, se non soprattutto, nel ricordo delle fanciulle del tempo che fu che allietavano le serate di luglio intorno all’aia che ogni proprietario agricolo attrezzava e curava con il massimo splendore. Tutto questo è la “Sagra della pastorella cuccarese” che, ripeto, si svolgerà, per la decima volta, a Cuccaro Vetere nei giorni 14 e 15 novembre 2015.
direttore: Aldo Bianchini