Mastrolindo/7: per la truffa INPS l’inchiesta è nazionale


Aldo Bianchini

SALERNO – L’ho già detto ma non mi stanco di ribadirlo. Quando devo scrivere dell’INPS e più in generale del mondo della “previdenza sociale” lo faccio sempre malvolentieri perché non vorrei mai che qualcuno possa pensare che sputo nel piatto che mi ha dato da vivere per tutta una vita. Sono dunque molto prudente nell’esprimere un qualsiasi giudizio su quanto sta accadendo all’interno dell’INPS (il più grande istituto pubblico di previdenza a livello europeo). L’indagine giudiziaria come spesso accade, pur avendo preso l’avvio per una questione limitatamente territoriale in relazione a presunte false assunzioni – maternità – malattie presso aziende fantasma operanti nel settore delle pulizie, ieri mattina ha registrato un salto di qualità eccezionale non tanto perché l’inchiesta si è improvvisamente allargata a macchia d’olio (le false assunzioni vengono fatte dovunque !!) ma perché l’inchiesta è entrata nei gangli vitali della stessa organizzazione interna del prestigioso Istituto. Premesso che l’inchiesta territoriale primaria incentrata su Pagani (e quindi sull’Inps di Nocera Inferiore) aveva prodotto ben 44 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 137milioni di euro, va dato atto al magistrato inquirente Roberto Lenza (espertissimo in materia previdenziale, anche perché figlio d’arte) di aver capito il meccanismo non soltanto della presunta truffa in sede locale ma della nuova e più gigantesca presunta truffa che quel meccanismo poteva generare a livello nazionale perché si sarebbe insinuato nell’organizzazione interna dell’Ente ai massimi livelli istituzionali, insomma una presunta mega-truffa che potrebbe aver danneggiato addirittura lo “stato sociale” dell’intero Paese per diverse centinaia di milioni di euro. Da qui l’esigenza della Procura di Nocera Inferiore di ordinare decine di perquisizioni; ma è meglio riportare a stralcio il comunicato stampa diffuso dall’Autorità Giudiziaria ieri mattina 23 ott. 2015: “Questa mattina, a Roma e in tutti i capoluoghi di regione, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore (SA), supportati da quelli dei reparti territorialmente competenti e del RIS di Roma, stanno eseguendo un decreto di perquisizione locale presso la Direzione Generale dell’INPS e notificando un ordine di esibizione di documenti presso le Direzioni Regionali dello stesso Istituto, emessi da questa Procura della Repubblica, al fine di acquisire riscontri di natura informatica e documentale”. Questa prima parte del comunicato già di per se induce a profonde riflessioni perché farebbe pensare ad un allargamento dell’inchiesta a carico del sistema informatico dell’Inps che nulla ha a che fare con la “misera presunta truffa” per diverse migliaia di assunzioni presso false aziende; ho usato il termine “misera” perché la nuova presunta truffa farebbe impallidire quella di Pagani. Qui la cosa è molto più importante e devastante; lo spiega meglio lo stesso comunicato della Procura quando svela che dalle indagini sono emerse ”diverse incongruenze nel sistema di verifica della performance (internal auditing) dell’Inps consistenti: –nell’inserimento nel database di dati fittizi, relativi ad ispezioni effettuate e al numero di rapporti di lavoro annullati, sulla base dei quali veniva effettuata la verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla Direzione Generale; -nell’inedita erogazione di compensi, a titolo di incentivo per la produttività raggiunta, a dirigenti e funzionari Inps, per un ammontare in corso di definizione (lo stanziamento complessivo per il biennio 2012-2013 è stato stimato in circa 361milioni di euro)”. Si capisce con facilità che nel sistema informatico dell’Inps qualcuno, o più di qualcuno, ha inserito i supporti necessari a far saltare il banco e per consentire forse a centinaia di dipendenti di percepire “premi incentivanti” non realmente meritati ma conquistati con l’inganno e la falsa trasposizione di dati. Un’inchiesta senza dubbio infernale che presuppone per la sua conclusione una mole di lavoro impressionante, ma se l’accusa del PM sarà accertata vorrà dire che siamo di fronte alla più colossale truffa mai pensata in precedenza. Insomma, come dire, fatta la legge, trovato l’inganno. E pensare l’istituzione dello “internal auditing”, avvenuta da pochi anni, era stata presentata dai vertici nazionali dell’INPS come uno dei migliori ed affidabili sistemi di autocontrollo interno; inquietante il fatto questo breve lasso di tempo è stato sufficiente per studiare il modo di sabotare il sistema di controllo e di verifica delle procedure, un sistema interamente gestito da personale interno all’Ente che nulla a che fare con i consulenti esterni che sarebbero stati beneficiati di qualche spicciolo. Per capire meglio cosa sia l’infernale sistema di “internal auditing” e dove può approdare l’inchiesta vi rimando a domani.

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