Negli Stati Uniti sono già una realtà consolidata da diversi anni: li chiamano 401k e sono piani di pensionamento, il cui scopo è quello di rispondere ai bisogno di accumulo dei risparmiatori.
Tra le loro caratteristiche principali di questi piani pensionistici sono: la possibilità, per ogni aderente, di disporre in autonomia delle proprie scelte di asset allocation, ovvero in quali settori e tipologia di prodotti finanziari aderire; la trasparenza assoluta riguardo all’ammontare, alla composizione, al valore effettivo dei contributi investiti dal singolo lavoratore; la buona “portabilità” del piano da un istituto finanziario ad un altro.
In Europa, ad oggi, manca uno strumento di questo tipo. Un gap che, però, a Bruxelles la Commissione Europea sembrerebbe intenzionata a colmare con l’introduzione di prodotti pensionistici individuali armonizzati: l’Action Plan on building a Capital Markets Union, pubblicato lo scorso 30 settembre, si sofferma, tra le altre cose, sull’opportunità di sviluppare un prodotto pensionistico individuale standardizzato, regolato a livello europeo, con caratteristiche tali che lo rendano commercializzabile in tutti i Paesi dell’Unione europea. Un vero e proprio “terzo pilastro” adatto a qualunque risparmiatore che punta a ridurre anche la problematica legata alla sostenibilità dei sistemi pensionistici dei paesi dell’eurozona, spesso alle prese con un forte allungamento della vita media, l’invecchiamento della società dovuto alla progressiva diminuzione delle nascite, e ad un sistema di welfare che nel futuro sarà sempre più limitato.
È la prima volta che, a livello comunitario, si parla dell’opportunità di creare un prodotto armonizzato per rispondere alle esigenze previdenziali dei risparmiatori, al quale dovrebbe essere riconosciuto un regime fiscale agevolato, analogamente a quanto previsto, a livello nazionale, per i prodotti pensionistici esistenti.
I tempi per la realizzazione di questo terzo pilastro pensionistico europeo non saranno immediati ma la Commissione europea, infatti, ha chiesto all’EIOPA un parere tecnico per definire i principi cardine su cui dovrebbe poggiare il framework legislativo di riferimento. L’EIOPA , ovvero l’autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni, fornirà il proprio parere alla Commissione entro il mese di febbraio 2016. Solo allora la Commissione deciderà se procedere seguendo la strada rapida del Regolamento europeo, direttamente applicabile in tutti i Paesi dell’UE, o quella della direttiva, che richiederebbe il necessario processo di recepimento da parte dei singoli Stati membri.
Qualunque sarà il veicolo normativo scelto dalla Commissione, certamente la nascita di un prodotto pensionistico individuale europeo, oltre a coprire un gap previdenziale diffuso in diversi Paesi del vecchio continente, darà la possibilità ai cittadini europei di avere a disposizione uno strumento ulteriore per il proprio fabbisogno finanziario negli anni di quiescenza.
direttore: Aldo Bianchini