NAPOLI – La nomina dell’Avv. Antonio Postiglione a Commissario della ASL Salerno aveva fatto ben sperare chi, come me, ha sempre criticato e stigmatizzato l’inefficienza del precedente manager e, soprattutto, il concetto ragionieristico che lo stesso ha applicato alla gestione di un sistema complesso e fondamentale per la tutela della salute delle comunità residenti.
D’altra parte il commissario Postiglione era la persona adatta a ricoprire tale ruolo commissariale stante la decennale esperienza e la conoscenza delle problematiche acquisita nel sistema sanitario regionale in cui ha svolto, e continua a svolgere, ruoli di vertice nella gestione del personale e finanche nella valutazione dell’operato dei Direttori Generali, amministrativi e sanitari.
Purtroppo devo constatare che ad oggi, a parte le roboanti dichiarazioni rilasciate mediaticamente all’atto dell’insediamento, nulla è stato fatto per migliorare la situazione ereditata che, anzi e per certi aspetti, è finanche peggiorata.
Infatti, e a parte la sostituzione del “cerchio magico prima esistente” con altrettanto “cerchio magico di diversa generazione” e la risibile pantomima riferita all’Ospedale di Agropoli (peraltro già messa in scena dal precedente manager) nulla ha ancora prodotto l’azione commissariale.
Nessun atto concreto di stabilizzazione del personale a tempo determinato è stato concretamente definito, nemmeno è stata pensata la soluzione per avviare a definizione la problematica del personale precario atipico a partire dai cd. ex CIPE, dei servizi prima resi – con il sistema dello straordinario – ed oggi sospesi o prossimi alla chiusura, del caos complessivo nella gestione dei PP.OO. e del personale in essi impegnato, del consolidamento e mantenimento in vita dei servizi affidati in outsourcing con procedure e modalità quantomeno dubbie, della persistenza del blocco operativo riferito all’acquisizione di dotazioni strumentali indispensabili per l’erogazione delle attività medico-sanitarie anche di vitale importanza per gli utenti, dell’ aumento a dismisura dei tempi di attesa anche per visite ambulatoriali interessanti patologie serie, del blocco delle attività riferite alla riorganizzazione dei ruoli di responsabilità di settori e reparti,mantenimento in vita del sistema ex art. 18, dell’ aumento della litigiosità con le OO.SS. rappresentative dei lavoratori quotidianamente impegnati nel mantenere in piedi un sistema sanitario che ormai fa acqua da tutte le parti.
Questo sul piano organizzativo dei servizi a rendere, mentre sul piano funzionale dei PP.OO. permangono inalterati, se non addirittura peggiorati, gli aspetti ed i problemi che pur conosciuti, e ripetutamente denunciati da me e da quanti hanno a cuore le sorti degli utenti e dei cittadini, non sembrano rientrare nelle preoccupazioni operative di chi, come il Commissario, è stato chiamato ad un importante ruolo di responsabilità accantonando, per certi aspetti, il principio inviolabile dell’incompatibilità di ruolo tra controllato e controllore.
Pur nel convinto e condiviso rispetto per l’autonomia del ruolo del Commissario ora, come del manager prima, credo e ritengo che la riconosciuta ed indiscussa autonomia debba produrre risultati concreti e non solo annunci mediatici. Laddove essa non produce questi risultati è meglio lasciare il ruolo a chi potrebbe fare meglio, anche perché di chiacchiere ne abbiamo già sentite e di concetti ragionieristici applicati al sistema sanitario ne abbiamo già visti a iosa.
Così come abbiamo visto e vissuto i fallimenti dell’ “uomo solo al comando”. E non è stato certamente un bel vivere né un bel vedere.
Occorre un rapido ed inderogabile cambio di rotta al fine di non pregiudicare, ancora di più, un sistema sanitario salernitano che è già allo sbando più totale e che si regge, ormai, solo ed esclusivamente sull’impegno quotidiano di quanti al suo interno operano in condizioni difficili se non impossibili.
Se tanto non si è capaci di produrre, allora si abbia il coraggio di ammetterlo e si torni a svolgere la comoda funzione del funzionario che opera con i numeri e poco si preoccupa dei disagi e dei problemi che vivono quotidianamente i cittadini e i pazienti.
direttore: Aldo Bianchini