SALERNO – “Circa venti anni addietro ho giurato a me stesso che non avrei accettato per il resto della vita cariche pubbliche. Finora l’ho fatto. Conoscendomi, sono sicuro che continuerò a farlo per il futuro”; comincia così, proprio con questa forte affermazione il lungo incontro con il professore Nicola Femminella, portavoce del neo “Comitato per la valorizzazione del risparmio popolare e sostegno dell’economia locale del Vallo di Diano”, un comitato nato domenica 4 ottobre 2015. Comodamente seduti sulle poltrone del “Ninà” parliamo tanto, è un fiume in piena Nicola Femminella, ne ha tutte le ragioni, lui è come un “capitano coraggioso” alla stregua dei personaggi, tra il mito e la fantasia, sgorgati dalla favolosa penna di Joseph Rudyard Kipling verso la fine del 1800; Nicola ha esattamente quei tratti, tra il somatico e il caratteriale, di coraggio, indipendenza, trasparenza, volontà e lealtà. Tratti sostenuti dall’innato senso della difesa dei diritti degli altri che hanno appassionato da oltre un secolo milioni di lettori per quanto riguarda i racconti romanzati e fantasiosi e che sono stati alla base dello spirito che alcuni decenni fa mosse l’azione di Nicola Femminella e scosse la volontà di alcuni giovani professionisti sassanesi che, attraverso la costituzione di una banca territoriale, intendevano uscire dal buio dell’isolamento e dell’abbandono culturale, economico, imprenditoriale e lavorativo. Senza esitazione alcuna apre il libro dei ricordi per parlare della banca, della sua banca (la Bcc Sassano, per intenderci !!) che trent’anni fa ha voluto tenacemente, forse anche contro il parere e lo scetticismo di molti; mi ha parlato delle sue presenze quotidiane nello studio dell’avv. Sen. Michele Pinto (suo maestro politico e, forse, di vita), dei tantissimi viaggi verso il Ministero a Roma, delle tante bocciature e, finalmente, della comprensione apparsa all’improvviso sul viso austero di una mitica direttrice generale che, probabilmente, intenerita dal “suo essere capitano coraggioso, volitivo e volenteroso” si sciolse e appose il visto finale sulla pratica. E la Bcc Sassano nacque come per incanto -dice Nicola- grazie anche alla partecipazione ed al sostegno incassato dai suoi più fedeli compagni di viaggio: Antonio Di Novella, Peppino Cavallone, Vincenzo Cammarano e lo stesso Antonio Calandriello. Ma non dimentica la faticosa strada tutta in salita per la raccolta delle quote, per il raddoppio delle stesse da parte di qualcuno, per la paura di non poter raggiungere la soglia prefissata dalle regole del tempo. Ed eccola la banca tanto sospirata che finalmente apre i suoi battenti nella frazione di Silla; il resto è storia che cercherò di trattare nei prossimi articoli. Non ha amato e non ama il potere fine a se stesso e per questo, lui che è un capitano coraggioso, si allontana dalla luce abbagliante che il potere emana sempre e comunque, cerca di osservarne le sue evoluzioni rimanendo a debita distanza ma non rinunciando a controllarne i suoi effetti prendendo sempre la parola in ogni occasione sociale e pubblica che la “sua banca” gli offre; parla anche nell’ultima assemblea del maggio 2015 per invitare i rappresentanti delle due liste a ritrovare una soluzione unitaria per evitare il prevedibile danno che sarebbe scaturito da quelle posizioni radicalmente contrapposte. Ora è preoccupato Nicola Femminella, non lo nasconde, ma neppure enfatizza e strumentalizza il momento difficile dopo la “fallita trattativa con la Bcc Monte Pruno di Roscigno” e l’annunciata fusione con la Bcc Cilento e Lucania Sud. Nicola sa i motivi della rottura con la Monte Pruno ma non me li dice, nonostante le mie insistenze, si chiude a riccio come è giusto che sia; la sua azione, il suo modello operativo, non è la battaglia finalizzata alla rottura, predilige la resistenza attiva per indurre alla riflessione e al dialogo le parti nel bene e per il bene della banca, dei soci, dell’economia dell’intero territorio. In questo momento Nicola è lontanissimo dalla politica politicante che potrebbe procurare soltanto danni, ostacoli e preoccupazioni; e per lui è più facile che i soci trovino più convincente il rapporto con le banche locali per la salvaguardia dello spirito di appartenenza al territorio e della sua sovranità. Poi lancia l’appello sentito, meditato, ponderato, anche sofferto verso la governance della banca: “Da qui le mie invocazioni e la mia preoccupazione perché gli attuali dirigenti della nostra Bcc, quantunque privi della figura apicale, si comportino con assoluta consapevolezza e senso di responsabilità. Con trasparenza e la corretta e dovuta informazione ai soci”; ripete con forza il termine “dovuta” e svela di essersi già incontrato due volte con la presidente f.f. avv. Rosa Lefante per avviare un discorso più concreto sulla strada della convocazione dell’assemblea generale dei soci, sovrana di tutte le scelte. Mi svela anche che, proprio ieri pomeriggio 7 ottobre, si è addirittura incontrato con il nuovo CdA sassanese ma di essere uscito dall’incontro deluso, quasi sfiduciato; lui che è educatore per professione, e soprattutto per vocazione naturale, non ha riscontrato nei suoi interlocutori la giusta attenzione che si aspettava; è stato sorpreso dalla riottosità dei giovani amministratori nell’accettare i consigli, i suoi consigli disinteressati che trovano ampio radicamento nel fatto che la Banca l’ha personalmente fondata. Brutto segno, in tutti i sensi. Come dicevo in apertura, Nicola Femminella, è il portavoce del Comitato che vede altri tre membri: Franco De Luca (già dirigente scolastico), Pietro Pernetti (sindacalista) e Giuseppe Colucci (commercialista); questi tre accompagneranno Nicola lungo tutto il percorso di leale collaborazione con tutti per la risoluzione del grosso problema. Lunedì mattina 5 ottobre scorso il Comitato è stato ricevuto da una rappresentanza della Bcc Monte Pruno, presenti il direttore generale Michele Albanese e la presidente Anna Miscia. La riapertura del dialogo è possibile, a patto che cadano quei motivi che sono stati la causa del rifiuto e che Nicola non ha inteso svelarmi, almeno per ora. Il sogno, quello della costituzione di una Banca Unica del Vallo di Diano se non sfuma diventa sicuramente più difficile; rimane sul tappeto la discussione della fusione della Sassano con la Cilento o con la Monte Pruno. Ma Nicola Femminella è un inguaribile utopista, lo è stato per tutta la vita e non smetterà certo oggi di esserlo; a lui piacciono i percorsi impossibili che spesso fanno ritrovare i giusti sentieri per tornare a casa, quando la via è smarrita. E’ commosso quando ritorna con la mente e con le parole a quel lontano 1986, alle sue discussioni con il sen. Pinto, allo scetticismo di tanti, ai fili spinati ed agli individualismi, alla sfiducia e agli atti di furbizia; tutti momenti superati grazie alla caparbietà, alla volontà, alla lealtà ed al sacrificio personale per il bene comune. Lui ci crede ancora, ci crede di nuovo, non per niente è un ”capitano coraggioso” abituato alle battaglie per salvare un territorio che periodicamente viene spogliato della sua antica dignità; pensa di potercela fare ancora e si ripromette di mettere in campo ogni tentativo possibile, rimanendo sempre in una posizione di assoluta equidistanza dalle parti, anzi super partes. Poi potrà tranquillamente lasciare che il suo vascello ricominci a solcare mari non più tempestosi.
direttore: Aldo Bianchini
Ahinoi, in Italia abbiamo sempre bisogno di eroi.. addirittura li costruiamo alla bisogna!
Non che Nicola non sia un uomo determinato, indipendente, trasparente.. ma “santificarlo” può diventare utile per usarlo come “grimaldello”: se ne accorgerà? spero di sì..
Nel merito, la Banca Unica Territoriale, riprende il Pensiero Unico dell’attuale governance della Banca d’Italia, laddove andrebbe rivendicata la biodiversità , l’autonomia consapevole… basterebbe guardare al modello tedesco piuttosto che ispirarsi a un concetto di territorialità che non può essere quello del localismo o della contiguità.
Riconoscere che le comunità locali possano darsi motivazioni ideali nel costruire una realtà bancaria solida o resiliente (come avvenuto per la stessa bcc di sassano) è ben diverso dal condurre una banale operazione a tavolino lontana anni luce dalla base associativa (alla quale pure maliziosamente si richiama).
in fede
Se fosse vero che la la realtà bancaria della Cilento fosse solida, ritengo valida la motivazione sulla bio-diversità come valore, caro socio resiliente vatti a vedere i dati della Cilento, sono di gran lunga migliori quelli della Sassano, stiamo facendo come per il tribunale, il più grande viene incorporato dal più piccolo. intendo il meno solido incorpora il più solido, e per dire questo non ci vuole Nicola ne un eroe, ma solo uno che vuole informare chi come te caro socio resiliente, ha il suo eroe e nega pure i numeri pur di accondiscenderne le desiderate.
Attenzione a non farci prendere dal virus del personalismo, in nessun senso
Altrimenti l’Informazione diventa Inciucio e si scatena una guerra di tutti contro tutti con al centro la posta dei valori fondativi delle bcc …
Personalmente, è evidente, non ho eroi, diversamente avrei argomentato, come fai tu, su Chi ha reso più o meno “grande” la bcc di sassano.
Come dice qualcuno anche «i santi non sono eroi, ma testimoni di Gesù»…
Sarebbe sufficiente un momento di ripensamento per tutti e si troverebbe l’accordo; del resto lo stesso Femminella aveva tentato di convincere tutti durante l’ultima assemlblea di maggio.
Messo che i dibattiti si possono fare solo su questo giornale, va detto che quello che sta accadendo per la Bcc Sassano è davvero stupefacente. Si rischia di perdere una identità precisa che è stata costruita in trenta anni di attività. Ma questo il CdA lo capisce o no ?