OGLIARA – La piccola Parrocchia di Ogliara ha scritto una lettera indirizzata a sua Eccellenza il Vescovo per chiederLe di non trasferire il loro amato parroco, Don Giuseppe Greco, presso la Parrocchia di Sant’Eustachio di Salerno. (La lettera è collegata alla manifestazione pacifica organizzata dagli abitanti di Sant’Eustachio contro il Vescovo dopo la Sua decisione di trasferimento del giovane viceparroco). Con piacere questa redazione ha deciso di pubblicare integralmente la lettera:
“”Eccellenza reverendissima, nel rinnovarle il nostro attestato di profonda stima e di sincero affetto, vorremmo renderla partecipe dello sgomento che ha colpito la nostra comunità parrocchiale nell’apprendere la notizia dell’imminente trasferimento del nostro pastore don Giuseppe Greco. Come fulmine a ciel sereno è giunto questo annuncio ad una comunità che si sentiva ormai forte dell’opportunità di costruire, nell’arco dei nove anni del mandato sacerdotale di don Giuseppe, una vera grande famiglia, unita sotto la Croce di Cristo. E’ stata, così, fortemente mortificata la nostra speranza di vivere una lunga esperienza di comunione con un sacerdote che, arrivando a conoscere a menadito le nostre esigenze pastorali, potesse farsene carico, dando vivo impulso alla promozione spirituale, umana e sociale di una comunità frammentata dall’individualismo e lacerata da mille conflitti, come testimoniano, tra l’altro, anche i recenti fatti di cronaca. Pur immaginando che tale risoluzione rappresenti un debole tratto di un più vasto disegno e pur consapevoli della maggiore ampiezza della sua visione prospettica, fatichiamo a comprendere le motivazioni di un provvedimento che ci rende orfani di una guida di rara e provata virtù. Noi crediamo che per poter passare “dal vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo” il modo più sicuro sia seguire i passi di chi ha saputo conquistare, in un tempo peraltro breve, i cuori di tutti noi, dai più piccoli ai più anziani. In don Giuseppe abbiamo riconosciuto il sacerdote in cui la preparazione dottrinale, la cultura profonda e le doti intellettuali rappresentano solo un valore aggiunto alla sua straordinaria umanità. Attento anche alle voci più flebili delle periferie esistenziali, ci ha esortato, con l’esempio, ad uscire dalle asfittiche prigioni del nostro egoismo per farci artigiani di pace e di comunione e riscattarci da un’inveterata latitanza d’amore e dalle nostre sterili certezze di “cristiani della domenica”. Anche se ben sappiamo che è Dio a parlare sulle labbra di tutti i sacerdoti nelle ore del loro ministero e sebbene siamo disposti a riconoscere in ogni presbitero l’inestimabile dignità del ministro di Dio, vogliamo esprimerle la nostra aspirazione a continuare il cammino pastorale sotto la guida di don Giuseppe. Troppo pesante sarebbe questa perdita ora che, in virtù del suo inesausto fervore apostolico, della sua evangelica umiltà, della sua sincerità disarmante, è riuscito a suscitare la fiducia unanime della comunità, divenendo punto di riferimento essenziale, confidente perfetto, abile maestro nel districare nodi relazionali e nel fornire sostegno psicologico e morale. Pertanto, speriamo voglia ritenere lecita la nostra aspirazione a stabilire un rapporto continuativo con il nostro sacerdote, affinchè in lui possiamo riconoscere davvero il buon pastore, che dona la propria vita per le pecore e che con esse vive le gioie e i drammi del quotidiano. Pertanto, le chiediamo di darci l’opportunità di trovare in don Giuseppe, per lunghi anni, il buon pastore, che non passa di gregge in gregge, come chi, compiuto il proprio ufficio, subito dismette le vesti da lavoro per passare ad altro incarico, ma resta ad impregnarsi dell’odore unico e inconfondibile delle proprie pecore. F.to: I fedeli della parrocchia S. Maria e San Nicola in Ogliara”.
Il nostro amato vescovo ha sbagliato la sua richiesta al Signore;infatti invece di chiedere la grazia di essere uno strumento di pace fra gli uomini ha chiesto di essere uno strumento di guerra ed è stato accontentato.Il cuore e il bene degli altri deve essere sempre al primo posto nella vita di ogni buon cristiano