SALERNO – Come avevo preannunciato nel precedente articolo per l’odierna puntata di questa inchiesta giornalistica cercherò di entrare nei sacrari della Banca d’Italia per meglio capire qual è stato il ruolo recitato dalla stessa e quali potrebbero essere le eventuali sue responsabilità per il fallimento della trattativa di fusione tra la Bcc Sassano e la Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino. Dall’esame dell’enorme carteggio esistente, tutto lascerebbe intendere che l’azione della Banca d’Italia può essere distinto in due precisi momenti: il primo di spinta verso la fusione e il secondo di rallentamento dei tempi. Una perdita di tempo che potrebbe risultare fatale sia per le trattative che per la stessa Bcc Sassano che esce non molto bene dalla vicenda, almeno fino a questo momento. E’ necessario partire dall’inizio. Dunque nel mese di gennaio 2015, prima di arrivare alla proposta scritta, fervono i rapporti, gli incontri e le trattative con gli esponenti della Bcc Monte Pruno ed è proprio nel gennaio 2015 che accadono due fatti importanti. In primo luogo ha inizio l’ispezione della Banca d’Italia sull’attività della banca sassanese ed in secondo luogo si registra l’intervento del Comune di Sassano con l’invito per la dirigenza dell’istituto di credito a salvaguardare la territorialità e l’autonomia dell’istituto stesso. Gli ispettori impegnano quasi tre mesi del loro prezioso tempo per portare a termine gli accertamenti che concludono, ufficialmente, giovedì 2 aprile 2015 (la settimana santa); nel frattempo il 2 marzo 2015 la Bcc Sassano completa e formula la proposta di fusione che deposita in Banca d’Italia ed invia alla Monte Pruno. Tempo 16 giorni e il 18 marzo 2015 la Bcc Monte Pruno risponde alla Bcc Sassano notificando le sue condizioni (tra cui la concessione dei quattro membri nel futuro unificato CdA) per la conclusione delle trattative e l’avvio della fase finale della fusione. Come detto gli ispettori concludono gli accertamenti il 2 di aprile e, quindi, è abbastanza probabile (se non certo !!) che abbiano anche visionato la proposta di fusione avanzata dalla Bcc Sassano prima di redigere il verbale che, stando alle notizie raccolte, sottoscrivono soltanto in data 8 maggio 2015, giorno in cui lo stesso verbale viene consegnato agli Organi superiori della Banca d’Italia. L’8 di maggio è venerdì e manca esattamente una settimana alla data prevista per le consultazioni elettorali per il rinnovo delle cariche della banca; le indiscrezioni sul contenuto del verbale fioccano anche all’esterno e si arriva rapidamente alla presentazione di due liste contrapposte; una capeggiata da Antonio Calandriello e l’altra da Vincenzo Cammarano, a dimostrazione che è fallita qualsiasi trattativa interna per una composizione della frattura che si è sempre più allargata fin dal momento della conclusione degli accertamenti ispettivi (giovedì 2 aprile). Anzi sembra che in quel lasso di tempo, 2 aprile – 8 maggio, entrambi gli schieramenti che si andavano delineando abbiano, ognuno per proprio conto, cercato di entrare nelle segrete stanze della Banca d’Italia per perorare le rispettive cause. Probabilmente c’è anche qualcuno che cerca di creare le condizioni per una rapida notifica del verbale ispettivo, notifica che se avvenuta prima delle elezioni forse avrebbe risolto qualsiasi problema ed avrebbe chiarito la posizione di tutti i contendenti in campo e in un certo seno favorito la conclusione delle trattative in favore della Bcc Monte Pruno. Ma la Banca d’Italia ha ben novanta giorni utili per la notifica del verbale che, quindi, deve avvenire entro il 6 agosto 2015. Resiste ad ogni pressione tendente ad una rapida notifica e così facendo provoca, involontariamente, la definitiva scissione tra i due gruppi in campo, probabilmente perché la stessa Banca d’Italia ritiene (sbagliando !!) che il gruppo Calandriello avesse perso le elezioni; in questo modo la B.d’I. avrebbe raggiunto due obiettivi senza evidenziare la sua posizione ufficiosa che forse propendeva in favore del gruppo Cammarano anche sulla scorta degli esiti dell’acquisito verbale ispettivo. Ma il gruppo di Antonio Calandriello vince alla grande le elezioni, sbaraglia drasticamente il gruppo Cammarano, e rilancia le trattative indirizzate verso la fusione con la Bcc Monte Pruno. Insomma il verbale ispettivo sarebbe alla base di tutta la battaglia dipanatasi, anche con una certa virulenza (leggasi lettere di Cammarano, lettera di Calandriello e presa di posizione del nuovo CdA); oggi in tanti dicono che il contenuto del verbale avrebbe potuto risolvere (come prima spiegato) ogni problema e, soprattutto, la possibile o impossibile candidatura di alcuni personaggi. Assolutamente legale l’atteggiamento della Banca d’Italia, aveva novanta giorni di tempo per notificare il verbale e lo ha notificato il 26 giugno 2015, esattamente alla scadenza del 50° giorno dalla sua redazione. Ma se è vero che il contenuto del verbale avrebbe risolto la situazione viene da chiedere perché la Banca d’Italia non lo ha notificato subito ? Ovvero si è fidata del fatto che la lista Cammarano avrebbe vinto da sola le elezioni ? Mi sembrano abbastanza riduttive, vista l’esperienza dell’ OdV della B. d’I., sia l’una che l’altra che l’altra ipotesi; c’è verosimilmente qualcos’altro che può materialmente giustificare tale atteggiamento che se da un lato appare dilatorio, dall’altro è perfettamente in linea con le disposizioni di legge in materia. Il resto, quello che è accaduto dopo le elezioni di maggio, è noto a tutti; le trattative con la Monte Pruno sono andate avanti ma alla fine sono saltate per una precisa scelta del CdA dell’istituto di credito di Roscigno che non avrebbe accettato alcune richieste contenute nel progetto di fusione predisposto dal nuovo CdA della Bcc Sassano. Allo stato sembra che il termine del 30 settembre (mercoledì prossimo) sia l’ultimo utile per la ripresentazione del progetto di fusione con la Banca Cilento e Lucania Sud. Di questa ultima Banca cercherò di delineare il quadro della governance e gli aspetti economici già nel prossimo articolo; ovviamente prima della scadenza del termine ultimo. Rimane su tutto un dubbio legittimo: “Perché la Banca d’Italia avendo a sua disposizione il progetto di fusione e il verbale ispettivo ha lasciato proseguire il primo ed ha ritardato (nel solco della legge) la notifica del secondo ?”. Intanto più di una indiscrezione dà per certo che due funzionari (un maschio e una femmina) della Bcc Sassano, giovedì scorso, avrebbero rassegnato le proprie dimissioni dall’impiego; se vero siamo di fronte ad un atto coraggioso e di grande dignità. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini