SALERNO – Ecco ci risiamo !! il giorno dopo tutti omologati, coinvolti in un unico destino, costretti a scrivere le stesse cose, ad osannare l’arcivescovo, a super valutare il sacerdote cantante, insomma accomunati in un unico destino. Omologati !! Sui giornali del giorno dopo ne ho letto di tutti i colori, figurarsi sulle tv locali nel corso delle varie dirette sull’avvenimento: la processione salernitana di San Matteo. Eccone alcuni: “Festa di popolo per San Matteo”, oppure sullio stesso giornale “San Matteo 2015, La processione ritorna una festa di popolo”, e ancora “Timore delle contestazioni, Napoli evita l’applausometro”; su un altro giornale invece “San Matteo, l’abbraccio della pace – Solo applausi per l’arcivescovo. Il sindaco Napoli diserta la processione”, per arrivare alla “La processione del buonsenso”, ovvero “San Matteo ritrova il suo popolo” e anche “Pressing De Luca, Napoli deserta”, oppure “Applausometro spentio, Lotito ruba la scena”, per finire “Ma la piazza resta tiepida. Perché i Santi non si girano ?”. Siamo alle solite, legati tutti alla cronaca, sterile ed insignificante, dopo mesi di battaglie e di colate di parole scritte contro l’arcivescovo, contro i politici e forse anche contro i portatori. Leggendo e rileggendo i vari articoli ho fatto anche una scoperta: il parroco della cattedrale grande protagonista della conciliazione. E mi sono subito chiesto in quale città ed in quale diocesi viviamo se c’è bisogno di un sacerdote-cantante per calmare gli animi e sedare gli eventuali insurrezionisti. Per carità non ho nulla contro “don Michele Pecoraro”, anzi lo conosco da diversi anni e spesso in passato ho seguito i suoi concerti musico-canori, ma in questa lunga ed estenuante trattativa non mi è parso che sia stato il grande protagonista, tutt’altro. Non metto in dubbio la sua buona fede e il suo impegno in questa scabrosa vicenda, ma un sacerdote che non sa che esistono “due reliquie di San Matteo” non mi sembra in grado di risolvere una querelle così ingarbugliata. Ma allora come si è arrivati alla pacificazione che è sotto gli occhi di tutti ? mi ha chiesto un amico. Semplicemente perché si è risolta da sola, gli ho risposto, con la necessaria spinta di un Arcivescovo che sta piano piano entrando nell’animus e nello spirito dei salernitani e lungo tutte le estenuanti trattative ha forzato ed ha mollato, proprio come un sicuro navigatore deve fare con il suo vascello. Poi c’è stato il fattore “S”, la stanchezza della gente e dei fedeli di assistere a queste barzellette, di vedere una Chiesa prona al cospetto di pochi e scatenati portatori, di assistere a quelle stupidaggini delle giravolte e dei balletti dei poveri Santi in processione, di recepire le sconcertanti ed alternanti bizzarrie dell’ex sindaco (ora governatore) che è roso sempre di più dalla rabbia contro tutto e tutti, di avere un sindaco non sindaco che parla di sobrietà per nascondere la sua cieca ubbidienza verso il capo; tutto questo ha portato al fatale allontanamento dalle fasi centrali della processione, molti assenti non solo tra il popolo ma anche tra le autorità. Sono sinceramente tutti stanchi delle forzature umorali del governatore Vincenzo De Luca. Non ha ascoltato neppure il grido dell’Arcivescovo “Alziamoci e seguiamo Cristo” perché era già in viaggio verso Roma (cosa raccontano le cronache) dopo aver ordinato al sindaco f.f. di disertare il momento dell’arrivo di San Matteo davanti al Comune; una croce che ancora una volta è stata umilmente presa sulle spalle dall’assessore Eva Avossa che ha fatto i cosiddetti onori di casa. C’è stato anche qualcuno che ha parlato e scritto di vincitori e vinti. Indubbiamente un vincitore c’è stato ed è l’Arcivescovo S.E. Mons. Luigi Moretti che quasi da solo (non potendo contare su un valido staff !!) sta riuscendo a riportare la processione alla sua vocazione religiosa, molto lontana dalle derive pagane cui un po’ tutti eravamo quasi abituati negli ultimi anni. Di fronte a politici e amministratori che continuano a scimmiottare con i fuochi si e i fuochi no nei suoi panni avrei bloccato almeno per quest’anno l’uscita della processione e con forza avrei risanato ogni crepa, invitando pubblicamente il sindaco f.f. (e per esso il governatore) a fare una ulteriore azione di sobrietà ed a seppellire per sempre le “Luci d’Artista”. Solo così sia la Chiesa che i politici potranno riconquistare quella fiducia che, allo stato, sembra essersi smarrita nelle sterile polemiche e nelle inquietanti ripicche.
direttore: Aldo Bianchini