SALERNO – In tanti si aggiravano per le strade della città, sul lungomare, nei posti strategici, fino dinanzi alla sede di Lira Tv; tutti disperati e disperatamente alla ricerca dell’unico, indiscusso, capo supremo, già sindaco ed ora addirittura governatore. Tra i tanti anche molti consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, qualche assessore, molti dirigenti comunali; tutti alla ricerca del capo perché non funzionava più niente e le battaglia intestine per la sua successione stavano divenendo sempre più cruente, giorno dopo giorno. Dalle elezioni regionali ad oggi le sue presenze sono state più fugaci che altro; un capo come il kaimano o c’è o non c’è, non ci sono mezze misure. Ma ecco che, finalmente, la sua figura si staglia all’orizzonte; caracollante, gambe da calciatore, una sola persona al suo fianco, tutto il resto della plebe intorno a semicerchio ma a debita distanza per non urtare o intralciare minimamente il fitto colloquio. La foto de Il Mattino è chiara; sono padre e figlio; lui Vincenzo De Luca detto il kaimano, l’altro Roberto il figlio e suo successore, destinato a prendere in mano le briglie di un carrozzone che senza il capo già comincia a sbandare. Il set, quasi cinematografico, è quello del taglio del nastro della “nuova spiaggia di Santa Teresa” (un lavoro di maquillage davvero eccellente, bisogna riconoscerlo !!); arriva davanti al nastro che attende solo di essere tagliato da lui, dal governatore; anzi vuole essere tagliato soltanto da lui.
Un attimo prima del taglio qualcuno gli sussurra nell’orecchio (forse il figlio) che a Salerno c’è anche un sindaco e che il suo nome è Enzo Napoli; si gira lo intravede tra la folla e gli fa cenno di avvinarsi e il sindaco subito accorre e si mantiene, però, ad un passo di distanza perché il taglio del nastro cosa seria è e può farlo solo il kaimano in assoluta solitudine. Taglia e subito sbotta: “Avevo chiesto le bouganville ed invece qualche pezzo di animale ha messo piante diverse. Ma risolveremo anche questo, ve lo garantisco”. E la plebe, che altro non voleva sentire, va in delirio; applausi a scena aperta, ovazioni sperticate ed anche qualche lacrima con la classica esposizione dello striscione “Vicienz me patre a me”. Ma il kaimano non si ferma qui e passa alla proclamazione ed alla santificazione di se stesso: “Per piazza della libertà 14 milioni li troveremo grazie alla Regione e soprattutto di San Vincenzo”. Ci manca solo il Papa per la beatificazione, ma presto la benedizione non tarderà ad arrivare. Se ne parlerà più avanti, forse già lunedì prossimo, quando San Vincenzo da Ruvo del Monte potrà sfilare con la processione di San Matteo per le vie della città assiso su un trespolo gestatorio in atteggiamenti di marcata superiorità, quasi come un astro celeste. A quel punto il delirio della folla osannante è al culmine estremo, il sole batte feroce sui crani della gente quasi genuflessa al suo passaggio su un tappeto di petali di rose rosse; niente a che vedere con la delirante manifestazione di forza dei Casamonica; per lui, per il kaimano c’è l’affetto sincero della gente prostata al suo passaggio. E c’è anche chi flettendo la testolina cerca di farsi inquadrare dall’esperto fotografo per rimanere immortalato nei secoli dei secoli; altri, invece, fanno i distratti. Lui è tronfio di se stesso, ha realizzato una piccola opera d’arte per il tanto famoso “fronte del mare”: gazebo, solarium, viale, pe3dane di legno pregiato, spiaggia, luci; davvero una splendida terrazza sul mare della città antica. Si carica il kaimano per l’ultimo affondo, quello dedicato a quegli imbecilli che non mancheranno di arrivare fino sulla spiaggia in bicicletta e motorino o devasteranno nottetempo le meravigliose strutture: “Mi raccomando, tenete d’occhio quei pochi imbecilli … se ne vedete , qualcuno in giro, buttatelo pure a mare, vi autorizzo io”. Più di qualcuno dei presenti preso da capogiro sviene per terra; no non è stato il sole cocente ma l’emozione fortissima trasmessa dal suo capo supremo, dal kaimano. Nessuno dei plebei si è accorto che l’unica cosa che doveva esserci, per ridare a quell’angolo storico la sua antica verginità, non c’è: manca il mare. Difatti, come splendidamente ha scritto Carla Errico (quando la classe giornalistica non è acqua !!) sempre su Il Mattino, alcuni cartelli infilati nella sabbia avvertivano che lì sulla mitica spiaggetta perdura il “divieto di balneazione”. Peccato che neppure il famoso fotografo del più importante giornale della Campania abbia visto e fotografato i cartelli; le foto avrebbero parlato in suo vece, esattamente come parlano quelle che, tratte da Il Mattino, pubblichiamo su www.ilquotidianodisalerno.it, a conferma dell’ottimo lavoro svolto.
direttore: Aldo Bianchini