SASSANO – Alla luce dell’articolo apparso su La Città dell’11 settembre 2015 con il titolo “Guerra alla Bcc, Calandriello si dimette” (a firma di Erminio Cioffi) e dopo aver visto ed ascoltato la dichiarazione televisiva di Vito Trotta (già vice presidente della Bcc) sulle frequenze di Uno/Tv, tenuto conto di alcune decisioni che sembrano emergere dagli atti della pratica di fusione della Bcc Sassano con la Bcc Monte Pruno, ho ritenuto doveroso rimettere equilibrio nelle cose scritte e in quelle dette. La prima cosa riguarda le dimissioni di Antonio Calandriello dalla carica di presidente che La Città fa apparire come atto finale di una guerra senza quartiere. Le dimissioni non nascondono alcuna dietrologia, anzi. Va detto che le dimissioni il presidente Calandriello le aveva annunciate, con largo anticipo, prima nel contesto del “programma da sottoporre all’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2015-2018”; in merito a: “… La presidenza dovrà essere affidata a persona dotata di un profilo professionale adeguato … in grado di dare attuazione al piano di risamento aziendale e, in prospettiva, a realizzare il progetto di aggregazione … La persona potrà essere individuata anche al di fuori dell’attuale compagine sociale, anzi sarà fattore maggiormente gradito se iol soggetto possa non essere individuato come di una parte della compagine …”. Il presidente Calandriello, in pratica, avrebbe risposto con un documento ufficiale (poi approvato in assemblea) alla richiesta altrettanto ufficiale con cui la Banca Monte Pruno chiedeva che: “Riprendendo, altresì, la nostra precedente esperienza di fusione con la ex Bcc Laurino, ai fini di maggiore tutela, il nostro CdA ha deliberato di inserire, tra i criteri guida del progetto di fusione, quale ulteriore criterio guida dell’operazione aggregativa, una clausola di gradimento da parte della Monte Pruno sui quattro membri del CdA provenienti dalla Bcc Sassano”. Quindi tutto lascerebbe pensare che già da marzo 2015 (con riferimento al precedente mese di settembre 2014) tutto era già noto a tutti, anche i dettagli sulla scelta dei quattro consiglieri che, verosimilmente, nelle successive trattative sarebbero stati individuati “come non appartenenti alla compagine uscente ed a quelle precedenti”. In altre parole nessuno di quelli che sono stati consiglieri della Bcc Sassano, ed anche per altri incarichi, potrà transitare (almeno in questa prima fase di aggregazione) nel CdA che si andrà a formare per garantire la governance della banca sicuramente più grande. Del resto il presidente Calandriello, in sede di assemblea dei soci per il rinnovo della cariche (maggio 2015), aveva pubblicamente convalidato tutto questo percorso amministrativo ed aveva annunciato, se eventualmente rieletto, le sue dimissioni nel giro di sei mesi anche al fine di favorire e snellire la fase finale degli accordi. Non è, quindi, come scrive La Città che “si potrebbe arrivare alla fusione” perché non si tratta di trattative allo stato iniziale ma allo stato certamente finale. Ed alla luce di ciò le dimissioni dopo quattro mesi, anziché sei, del presidente Calandriello assumono una nuova chiave di lettura che va tutta verso una risoluzione pacifica e concordata della spinosa vicenda aggregativa e mette al sicuro la Bcc Sassano da eventuali colpi di mano. Inutile, anche l’invocazione da parte del dr. Cammarano ai consiglieri tuttora in carica che “per coerenza … dovrebbero dimettersi …”; dimissioni o no i consiglieri in carica sono già fuori automaticamente dal nuovo CdA, così come sono fuori tutti quelli che hanno esercitato detto ruolo in passato. Anzi, se proprio vogliamo essere precisi, la Bcc Sassano dopo le elezioni di maggio si è presentata ancora più forte alle trattative finali in quanto la sua governance è stata votata dalla stragrande maggioranza dei soci. L’accordo, già approvato dalla Banca d’Italia, prevede una sua ratificazione entro domani sera (15 settembre 2015) pena l’annullamento con invito alla Bcc Sassano di ricercare un altro partner entro il prossimo 24 settembre 2015. Mai nessuno, né da una parte e né dall’altra, ha messo in discussione la solidità della Bcc Sassano, forse qualche dubbio può essere stato ingenerato (per quanto attiene la dichiarazione televisiva di Vito Trotta) da una non attenta lettura degli ultimi due capoversi dell’articolo pubblicato su La Città, che in vero può lasciare adito a qualche dubbio non avendo il giornale analizzato la vicenda dai vari punti di vista e sulla scorta di atti amministrativi inoppugnabili. Sulla solidità non ci sono dubbi, anche perché dall’interno della Banca arrivano notizie confortanti incardinate sul fatto che nessun cliente ha chiuso il proprio conto bancario per questi motivi. Fatta questa chiarezza doverosa non resta che aspettare poche ore per saperne di più, anche in vista della conferenza stampa già annunciata dal presidente dimissionario.
direttore: Aldo Bianchini