Aldo Bianchini
SALERNO – Da qualche anno a questa parte va di moda il “premio giornalistico”, nel senso lato del termine, con attribuzioni non soltanto ai giornalisti ma anche ai politici ed ai personaggi che incidono sui rispettivi territori lasciandovi un segno positivo (almeno sulla carta !!). Con non poco senso di riguardo mi accingo a parlarne ben sapendo di poter scatenare qualche immancabile polemica, ma questo rientra tra i rischi e le probabilità di questo strano e affascinante mestiere. Dunque, veniamo al sodo. Su tutto il territorio provinciale nascono come funghi i cosiddetti “premi giornalistici” che sarebbero certamente cosa buona ed edificante se non fossero troppi e, spesso, poco credibili per scelta e qualità dei personaggi da insignire di onorificenze, premi e quant’altro. Con l’inevitabile aggravante che, a volte, i premi sembrano essere indirizzati verso personaggi di scarso rilievo professionale ma in grado di portare benefici (anche in termini di politica per il territorio !!) in favore dei titolari o degli ideatori di questi premi giornalistici. Mi è venuto in mente di scrivere su questo argomento dopo aver letto (Il Mattino del 14 agosto 2015) un articolo sul “Premio giornalistico Città del Palio” di Cuccaro Vetere, si proprio il palio famoso per la corsa dei ciucci (i mitici asinelli), giunto alla sua seconda edizione. L’anno scorso il premio era stato assegnato, si fa per dire, all’ex ministro per gli affari regionali Carmela Lanzetta e all’onorevole Antonio Valiante, tanto per tenere in piedi l’onore cilentano anche in una rassegna dal vago sapore nazionale. Quest’anno, invece, il premio ha avuto una connotazione ed una colorazione assolutamente giornalistica e le onorificenze sono state assegnate niente meno che a Fabio Zavattaro (notissimo giornalista vaticanista a livello planetario !!) ed alla bella Daniela Ferolla (cilentana doc, già miss Italia di qualche anno fa e attuale conduttrice di “Linea Verde” una trasmissione di Rai/1). Sono rimasto sicuramente molto ben impressionato dalla onorificenza conferita a Zavattaro, sicuramente giornalista ed anche grande nei suoi reportage dal Vaticano e da tutto il Mondo, qualche perplessità l’ha suscitata in me l’attribuzione del premio alla Ferolla della quale, sarà per mia ignoranza, non riesco a ricordare alcun precedente giornalistico puro. Ma in un mondo nel quale tutti riescono ad improvvisarsi giornalisti mi sembra finanche quasi normale assegnare il premio ad una conterranea che, tra l’altro, ha l’onore di apparire sugli schermi televisivi nazionali. Non ho mai conosciuto Daniela Ferolla, né ho mai visto la trasmissione che conduce, quindi non esprimo alcun giudizio sulla sua acquisita professionalità pseudo giornalistica; ricordo soltanto il suo imbarazzante imbarazzo (scusate il bisticcio delle parole) della sua apparizione nel salone d’onore della Provincia di Salerno per essere premiata dall’allora presidente Alfonso Andria all’indomani della conquista del titolo di Miss Italia. Ma ritorniamo ai premi giornalistici in generale; per quanto mi sia impegnato in questi ultimi anni e per quanto abbia attentamente letto e riletto le motivazioni poste alla base dei premi (motivazioni che non mancano mai e scritte sempre in maniera impeccabile, e che spesso non dicono nulla) non ho mai capito come funziona il meccanismo per la nomination dei candidati e per la scelta definitiva dei vincitori. Questo dovrebbe essere posto a base di un qualsiasi premio che volesse avere una valenza nazionale nel corso degli anni, in caso contrario parliamo sempre e soltanto di una faccenda localistica nelle mani di uno o al massimo un paio di persone che decidono senza confronto e contraddittorio. Non c’è mai la pubblicizzazione della composizione di una giuria, dei riferimenti di merito e della classifica finale. Probabilmente mi sto allargando troppo e sto sicuramente sconfinando; nel caso di una commissione (anche se solo consultiva !!) parleremmo davvero di “premio giornalistico” che nasce, cresce e diventa nazionale; per la nostra provincia dobbiamo parlare soltanto di modesti omaggi conferiti a persone scelte alla rinfusa, all’occorrenza e per necessità politica. Tutti qui i premi giornalistici nostrani.
direttore: Aldo Bianchini