da Andeisp
La riforma nazionale del sistema di istruzione e formazione (legge 107/2015) ovvero la riforma della “Buona Scuola”, ha chiaramente messo in evidenza la disparità di trattamento che il governo riserva agli istituti di istruzione e formazione ed ai professionisti che vi lavorano.
Per mesi abbiamo cercato di comprendere quale fosse la strategia alla base di questa riforma. Nonostante i numerosi emendamenti presentati, la situazione del personale educativo è rimasta invariata, anzi è addirittura peggiorata: i convitti, gli studenti convittori ed il personale educativo non sono contemplati, lentamente e in maniera più o meno subdola rischiano di estinguersi.
ANDEISP ricorda al MIUR e al governo che Il personale educativo delle istituzioni educative (convitti e educandati), classe di concorso L030 (III) PEDAGOGIA E DIDATTICHE SPECIALI DELL’INSEGNAMENTO, ordine di scuola PPPP, equiparato in tutto e per tutto ai docenti della primaria fin dal DPR 417/74 (art. 121), svolge una funzione, “collocata dall’art. 3 del D.P.R. 23 agosto 1988 n. 399 nell’area della funzione docente”, “finalizzata alla formazione ed educazione degli alunni convittori e semiconvittori” (C.M. 111/89).
Tale equiparazione, sentenziata anche dalla Corte dei Conti, risulta ad oggi solo formale, poiché il ministero continua a perpetuare la disparità di trattamento tra la categoria dei docenti e quella del personale educativo.
I docenti inseriti in GAE beneficiano del piano straordinario di assunzioni nazionale, mentre il personale educativo inserito in GAE ne è escluso. I docenti possono esprimere le loro preferenze sul territorio nazionale sperando di essere finalmente convocati, mentre il personale educativo non può esprimere le proprie preferenze rimanendo in GAE nella sola provincia precedentemente scelta.
Il personale educativo non può partecipare al piano straordinario di assunzioni neanche in virtù dell’equiparazione ai docenti della scuola primaria.
ANDEISP ancora una volta denuncia la palese la disparità di trattamento sottolineando l’ evidente disinteresse per le istituzioni educative convittuali. L’associazione non esclude azioni legali volte alla tutela del profilo professionale di ruolo e non.
Gli educatori pretendono parità di trattamento e riconoscimento dei medesimi diritti dei colleghi docenti. Come è possibile parlare di Buona Scuola se i diritti legali ed etici vengono continuamente lesi? Se le GAE sono uniche per tutte le classi di concorso, perché il personale educativo viene ripetutamente escluso dal piano di assunzioni? Perché in molte province il numero di educatori da immettere in ruolo è pari a zero? Se il governo vuole davvero costruire una Buona Scuola deve dare risposte concrete a educatori e studenti convittori. Non può esistere una scuola rinnovata laddove le discriminazioni professionali si perpetuano palesemente.
Rosy Cavallaro – associata ANDEISP