Aldo Bianchini
SALERNO/PADULA – In chiusura del precedente articolo ho stigmatizzato l’atteggiamento del sindaco di Padula, Paolo Imparato, contro il quotidiano “Il Mattino” reo di aver pubblicato a pag. 34 dell’edizione del 23 luglio un pezzo gigantesco dedicato al festival di Ravello e un minuscolo trafiletto al coraggioso cartellone di Padula per “Luci della ribalta”. Assolutamente condivisibile l’assunto di Imparato che ha rimarcato l’esigenza che dalla stampa vengano eclatati in maniera più visibile, per non dire alla pari, gli avvenimenti portati avanti con grande sacrificio rispetto agli eventi che già si reclamizzano da soli come, appunto, Ravello. Fin qui il mio punto di vista coincide con quello di Imparato, incomincia a divergere però quando lo stesso Imparato nel propagandare il presunto torto subito non tiene conto, ovvero gli sfugge, che il rapporto con la stampa è affare assai delicato e che nella scelta dei cosiddetti “uffici stampa” bisogna sempre andare con i piedi di piombo perché non sempre (e no me ne voglia l’agenzia Mirò) i rappresentanti di codesti uffici riescono ad intrecciare, a mantenere e ad ampliare i sempre cosiddetti “buoni rapporti” sia con la stampa che conta (es. Il Mattino) ma anche con quella che solo sulla carta potrebbe contare di meno (metto come esempio questo giornale, per non fare torto a nessuno). Non sono, di nuovo, in sintonia con Imparato quando parla dell’abolizione della figura del “direttore artistico” per un simile cartellone che non sarà la fine del mondo ma che non è neppure di “quartaglianza” (come si dice in gergo). Con tutto il rispetto per l’assessore Tiziana Bove Ferrigno (che non è né giornalista e né direttore artistico) e Alfonso Tufano (responsabile del progetto), non credo che i due seppure supportati direttamente dal sindaco, possano sostituire alcune figure fondamentali nell’esecuzione dell’ambizioso e coraggioso progetto. Ritengo che non tutti possono esercitare bene il ruolo di “direttore artistico” se non si ha sulle spalle un bagaglio notevole di esperienze, così come ritengo che non tutti possono esercitare il ruolo di giornalisti e, quindi, di addetti alla comunicazione. Spesso questi ruoli non li ricoprono bene neppure chi è già direttore artistico e chi è in possesso del tesserino di giornalista; in merito faccio sempre l’esempio di Renzo Piano. Quest’ultimo ha regolarmente conseguito la laurea in architettura come tanti migliaia di altri architetti; alla fine, però, Renzo Piano è “un architetto” tra virgolette e gli altri sono comunque architetti ma senza virgolette. Come a Salerno, così a Padula, ho assistito a due conferenze stampa assolutamente monche, mancanti cioè dei due perni principali: il direttore artistico e l’ufficio stampa la cui rappresentante, vista solo a Salerno, per quanto impegnata non è riuscita a dialogare con tutti e si è rimessa ai soliti tre-quattro nomi (Il Mattino escluso) sui quali incentrare maggiormente la propria attenzione. E gli altri ? Gli altri, se non esclusi, vengono chiaramente dopo con tutte le conseguenze del caso. Eppure qui stiamo parlando, come dicevo nel precedente articolo, di un progetto che prevede un impegno spesa di ben 250mila euro di denaro pubblico (una parte del quale da destinare in comunicazione-pubblicità osservando precise indicazioni normative della U.E. e della Regione) su cui bisogna rendere conto centesimo per centesimo prima alla Regione (che è garante rispetto alla UE), poi alla società civile come ed alle testate giornalistiche che intendono andare oltre la notizia. Io non ho mai conosciuto e non conosco Carmine Giannella ma non posso credere che un personaggio (che si autodefinisce direttore artistico del Festival Luci della ribalta) sia improvvisamente impazzito ed abbia distribuito un dossier a tutti i giornalisti (o quasi !!) dinanzi alla scalinata d’ingresso del palazzo dove ha sede in Via Velia di Salerno l’ufficio provinciale dell’ EPT. D’altra parte non posso credere che il sindaco Imparato nella sua autonoma decisione di privarsi di un “direttore artistico” abbia violato accordi preesistenti o, peggio ancora, messo in discussione delle delibere regionali; non sono d’accordo con lui per il fatto di essersi privato di un direttore artistico, ma da qui a distribuire dossier forse incompleti (ma sicuramente di dubbio gusto !!) ce ne corre di strada. Vi lascio dandovi appuntamento al prossimo articolo in cui porrò delle domande dirette al sindaco di Padula, domande che non ho fatto in sede di conferenza stampa (seppure sollecitato dallo stesso sindaco) in quanto, credetemi, riesco meglio a scrivere che a parlare in pubblico. Alla pros
direttore: Aldo Bianchini