Aldo Bianchini
SASSANO – La festa della birra, quella di Sassano, ha registrato un successo strepitoso. Come ho già scritto il successo è stato raggiunto in forza di un’ottima organizzazione e di una splendida location e grazie, anche, all’abnegazione ed al sacrificio di decine e decine di giovani volontari facenti capo all’Associazione Arte e Cultura di Sassano. Detto questo che attiene la sterile cronaca dell’avvenimento, e nell’imminenza di altre “feste della birra” su tutto il territorio provinciale, mi chiedo (da cittadino comune, prima ancora che da giornalista) se è davvero necessario organizzare queste feste quando in tutto il Paese c’è una lotta serrata contro l’abuso delle bevande alcooliche che in molti casi producono incidenti stradali con risultati tragici e irreparabili. Chiamatele, almeno, in un altro modo perchè “festa della birra” mi appare come una denominazione che suona quasi da sfida a tutto quello che andiamo raccontando sui giornali e nelle tv; eppure ad ogni chiamata alle armi (perché così appare il fenomeno di massa !!) c’è una transumanza di migliaia di persone da un paese all’altro per partecipare a questi eventi finalizzati a bere birra a volontà, tanto i controlli da parte delle forze dell’ordine se ci sono non sono percepibili e/o percepiti da tutti. Difatti in tutte e cinque le sere della festa di Sassano di controlli io personalmente non ne ho visti. Solo una notte, nella curva di Silla a poche decine di metri dal luogo della strage di settembre 2014, ho notato un’auto dei Carabinieri che, fortunatamente, non mi ha fermato. Mi riferiscono, per dovere di cronaca, che i controlli in parte ci sono stati ed hanno anche avuto un certo esito. Sarebbe più che opportuno che le forze dell’ordine pubblicassero i numeri e i risultati dei loro interventi con una bella conferenza stampa; questo potrebbe servire per prevenire altri disastri. Ricordo che a Baronissi qualche anno fa veniva organizzata la “festa della birra” più grande di tutta la provincia di Salerno e ricordo anche che il parroco di quella cittadina (don Nello Senatore) scatenò una guerra senza quartiere contro la festa e lo fece in memoria di un ragazzo che in quel periodo aveva perso la vita a causa di un incidente stradale provocato da un signore “fatto di birra”. A Baronissi vinse don Nello e perse il sindaco Giovanni Moscatiello, la festa della birra non si fa più, o quanto meno non la chiamano più in tale modo. E transitando, in una delle cinque notti della festa, per la rotonda di Silla mi sono chiesto come mai a Sassano, anche quest’anno, a dieci mesi di distanza dalla tragedia è stata organizzata la festa della birra e tutti hanno fatto finta di niente; dalle amministrazioni comunali di Sassano e di Monte San Giacomo che hanno concesso le autorizzazioni, dai sacerdoti che pochi mesi fa hanno celebrato le esequie di quattro ragazzi uccisi da un loro coetaneo a causa della birra, per finire all’intera popolazione di Sassano e dei paesi limitrofi, tutti hanno enfatizzato l’avvenimento. Ma se ci fermiamo un attimo e riflettiamo sul fatto che l’immagine corrente di Sassano, in campo nazionale, è quella della foto che vedete: un ragazzo con una bottiglietta di birra in mano, dovremmo tutti chiederci a che cosa è servito quell’enorme sacrificio e, soprattutto, a che cosa è servito tutto il seguito che c’è stato. Quel ragazzo a causa della birra, forse di una sola birra, ha colposamente ucciso quattro suoi amici, tra i quali addirittura il fratello. Orribile !! In tutte le sagre si vende la birra, obietterà qualcuno; certo, ma organizzarla con la denominazione di “festa della birra” in un paese che ha vissuto una tragedia che non ha eguali in campo nazionale, mi sembra davvero eccessivo. Quando commento alcuni fatti, politici e non, parto sempre da un principio che mi induce a tener conto del pensiero e del consenso della gente; rispetto quindi il desiderio delle diecimila e passa persone che si sono recate alla festa della birra, ma non posso non pensare al fatto che probabilmente hanno, con la loro voglia di festa e di birre, scaraventato nel dimenticatoio il ricordo e offeso la memoria dei quattro ragazzi uccisi forse a causa di una birra in più. Tutte le dichiarazioni dei personaggi pubblici e degli stessi semplici cittadini buttate al vento; ricordo che nell’imminenza della strage qualcuno invocava addirittura l’ergastolo della patente, c’era chi voleva impedire al colposo assassino di mettere piede in paese per tutta la vita, chi invocava se non l’ergastolo almeno una carcerazione esemplare e significativa, chi piangeva e chi si strappava le vesti. Tutto al vento, tutto finito tragicamente in un boccale di birra da 7 € più cauzione. Non li conosco, ma se i difensori del giovane imputato sono bravi e attenti ai fenomeni sociali potrebbero nelle prossime udienze anche far leva sulla voglia provata di intere comunità di bere birra a fiumi (come incitava uno spot passato sui vari media nei giorni precedenti e durante la festa di Sassano) e cercare di far passare la circostanza come un’attenuante equivalente, se non addirittura prevalente, sulle contestate aggravanti. E si potrebbe anche innestare un processo nel processo, di carattere squisitamente socio-culturale ma qui ovviamente non siamo in America ed è bene fermarsi. Ma bando alle chiacchiere, bisogna prendere atto che la festa è stata consumata e il dolore è stato cancellato, perché quel dolore era forse solo di apparenza. Voglio sperare che le prossime feste delle birre finiscano come quella di Sassano senza alcun incidente per il bene di tutti. E sull’abbrivio del “non è successo niente” si potrà correre tutti insieme verso le prossime sagre e verso gli agognati e invitanti boccali di birra.
direttore: Aldo Bianchini