Aldo Bianchini
SALERNO – Sono molto ricorrenti gli episodi “sessuali e/o presessuali”, ovvero i palpeggiamenti, che accadono tra allieve e istruttori di scuola guida. E’ storia vecchia ed antica come la stessa esistenza delle scuole guida disseminate su tutto il territorio nazionale. Ogni tanto viene alla ribalta della cronaca qualche episodio, più o meno piccante, ma sempre da condannare senza se e senza ma. Per palpeggiare una donna sfruttando la propria condizione di momentanea superiorità (istruttore su allieva) ci vuole veramente un bastardo che dovrebbe essere messo subito alla gogna pubblica; questi esseri meschini e abietti vanno condannati ed epurati dalla società civile; sempre che nel determinismo dell’atto di palpeggiamento non ci sia stata una componente provocatoria della parte cosiddetta più debole, cioè dell’esponente del gentil sesso. Perché queste baldanzose rappresentanti a volte, diciamola tutta, ce la mettono davvero tutta per provocare ed indurre in tentazioni l’altra parte, cioè il cosiddetto focoso maschio latino. Qualche giorno fa i giudici della Corte di Appello di Salerno (presidente Claudio Tringali, magistrato di lunga esperienza) hanno confermato la sentenza di condanna ad un anno e quattro mesi di carcere comminata in primo grado al quarantanovenne, e forse focoso, istruttore di scuola guida che tra i giorni 15 e 17 dicembre del 2008 aveva palpeggiato una giovane allieva diciottenne, le aveva rovesciato addosso una serie di irripetibili parolacce e le aveva infilato la mano tra le cosce a diretto contatto con le parti intime della ragazza che, comunque, riuscì ad arrestare il veicolo ed a fuggire via da quella inquietante situazione. Ora sicuramente l’istruttore ricorrerà in Cassazione per cercare, con i mezzi leciti della democrazia, di fare cassare o quanto meno annullare la sentenza salernitana. Ovviamente non so come andrà a finire, la Cassazione in questo è sempre foriera di grandi ed a volte sconcertanti novità come quella volta, di tanti anni fa, in cui dovette decidere a carico di un istruttore di scuola guida di Muro Lucano (provincia di Potenza) che era già stato condannato in primo e secondo grado. Quell’episodio aveva tenuto banco sulle cronache nazionali per diverso tempo anche perché le fasi del palpeggiamento avevano raggiunto momenti parossistici con il fatto che l’istruttore aveva addirittura sfilato i jeans alla giovane allieva ed aveva cercato di fare sesso con lei in macchina. Ebbene in quel caso di Muro Lucano la suprema Corte di Cassazione cancellò senza rinvio le due sentenze precedenti e mandò assolto l’istruttore con una motivazione a dir poco strabiliante: i jeans della ragazza erano troppo stretti e non potevano essere stati sfilati senza la complicità della stessa che con i jeans attillati aveva sicuramente provocato il malcapitato istruttore. Insomma, quando la Cassazione ci si mette, ce n’è per tutti i gusti. Nel caso di specie la situazione sembra leggermente diversa da quella di Muro Lucano; difatti da quel processo emersero fatti e circostanze abbastanza contrastanti che fecero venire alla luce una possibile precedente relazione amorosa tra l’istruttore e l’allieva; nel caso di Salerno, invece, sembra essere stato accertato che tra i due protagonisti non c’era stata alcuna conoscenza pregressa e ciò dovrebbe indurre a non creare alcun dubbio sul fatto che il focoso istruttore si sia buttato a capofitto su una preda inerme che, comunque, ha trovato la forza di riferire immediatamente l’episodio ai genitori che con le forze dell’ordine piombarono subito presso l’autoscuola per contestare il malfatto all’incauto giovanottone, avviato quasi vero la mezza età. Dovremo aspettare ancora un po’ per dire l’ultima parola sulla vicenda e capire come la difesa dell’imputato, assicurata dall’avv. Lucio Basco, si muoverà dinnanzi alla Suprema Corte dove non mancherà la parte civile assicurata dall’avv. Luigi Maria Ferrone.
direttore: Aldo Bianchini