Di Barbara Filippone
PALERMO – Una Europa che non sa quali misure adottare per questo fenomeno che se da un lato fa crescere l’esasperazione dall’altro rende visibile un Europa fragile e non unita; intanto al di là dell’incapacità europea di dare delle misure precauzionali affinché l’ondata migratoria non divori la serenità di ciascuno, qualcuno pensa bene che per evitare altro male è necessario alzare un muro: l’ Ungheria annuncia, scioccando chi lo ascolta e nel contempo regalando un’alternativa, che costruirà un muro, alto 4 metri, di 175 Km , lungo il confine con la Serbia, per bloccare l’immigrazione clandestina anticipando di voler sospendere le norme sul diritto d’asilo.
Al vertice di Bruxelles dove mi pare che l’Italia sia rimasta da sola nell’affrontare questa situazione, l’Europa non sa che fare, si ritrova come un bambino che non sa reagire all’assenza della mamma, mentre intanto i clandestini tentano l’ultima carta tentando la fuga dalla Francia passando in Inghilterra, da Calais ultimo porto francese prima di arrivare al porto di Dover in Inghilterra dove il rifugio di fortuna è appollaiarsi tra una ruota e l’altra degli autoveicoli di trasportatori esasperati dalle lunghe attese al porto di Calais
Mentre intanto ci si chiede che sia verificabile che queste persone siano dei profughi di guerra piuttosto che dei semplici clandestini… come se saperlo potesse acquietare gli animi “animosi” nei confronti di questi disperati.
A Jesolo arrivano le disdette agli hotel per la presenza di clandestini sulle spiagge; mentre qui in Sicilia oramai sembra normale conviverci… la rabbia di chi vorrebbe che lo Stato pensasse prima agli italiani e poi ai profughi che godono di un tiket giornaliero dove è compreso vitto, alloggio, ricariche telefoniche insomma una vita tranquilla nelle attese di una burocrazia senza fine che deve pensare all’eventuale rimpatrio.
E mentre l’Europa si ribella alla scelta ungherese, o meglio mentre la Commissione europea, guidata dal presidente Jean-Claude Juncker, che ha domandato chiarimenti immediati, sul web si scatena la rabbia degli utenti contro i profughi; una lotta senza fine dove non ci sono né vinti né vincitori ma dove a primeggiare è la sconfitta nonché l’incapacità europea di arginare uno tsunami di dimensioni mai viste…
E mentre i dettati umani e religiosi spingono all’accoglienza di chi chiede assistenza e ristoro, nel contempo sono necessarie circospezione e prudenza perché non sai mai chi entra in casa tua. Così la visione di un Europa che si morde la coda, dove chi vi sta dentro deve rispettare i patti di Schengen… probabilmente l’Unione Europea si trova dinnanzi ad una tragedia epocale che ripercorre un percorso fatto unicamente di sofferenza e di dolore.
E mentre ai Tg ogni santissimo giorno si raccontano i tentativi a volte vani di migliaia di immigrati che cercano un futuro migliore, una bambina di 10 anni risponde così, con un disegno, raccontando di un’Europa unita e forte. Sarà davvero così?
direttore: Aldo Bianchini