Aldo Bianchini
SALERNO – Per commentare quello che è successo o almeno quello che abbiamo avuto il piacere di seguire nell’ambito del “convegno medico socio-sanitario” ottimamente organizzato dall’ASPEC (Associazione Salernitana Portatori di Elettrostimolatori Cardiaci) è necessario ripartire dallo slogan con cui ho chiuso il precedente articolo del 23 giugno scorso necessario per la presentazione del convegno. Dunque quando si parla di cuore bisogna sempre tener presente che è l’organo o il muscolo (comunque lo si chiami si capisce cos’è !!) “più delicato e più complicato del nostro organismo umano ma è anche quello più curabile”. Con questo non intendo in alcun modo minimizzare i problemi connessi all’essere in qualche modo cardiopatico anche perché non essendo un tecnico posso solo riferirmi e riferire la mia esperienza personale, per quello che può contare una sola esperienza in un oceano di pazienti e in una costellazione di patologie, una differente dall’altra e tutte diverse tra loro se rapportate al singolo soggetto. Come facilmente capirete è un affare abbastanza complicato ed è proprio per questo che il compito degli “operatori del settore” (cardiologi, cardiochirurghi, parasanitari, strutture di accoglienza, attività remote, ecc.) diventa un qualcosa che va ben al di là del semplice compito lavorativo e sfocia direttamente in quello che spesso viene disatteso e che viene definito il “giuramento di Ippocrate” in quanto dovrebbe, sempre e comunque, toccare le singole coscienze. Parlo dell’esperienza di Salerno, in particolare della cosiddetta “Torre del Cuore”; quando si entra si ha subito la sensazione plastica di qualcosa di diverso da tutti gli altri reparti, anche della stessa AOU (Azienda Ospedaliera Universitaria); insomma si respira un’aria diversa, un’aria che ti da subito la tranquillità nella certezza che viene eseguito tutto alla perfezione, o quasi. Come se un medico o un paramedico dedito alla cura del cuore fosse completamente diverso da quello che deve curare lo stomaco o riparare una frattura. C’è un’eleganza ed una sobrietà nel trattamento della persona che lascia, a dir poco, stupefatti. Quando si entra, ad esempio, nel “dipartimento medico chirurgico del cuore – S.S.D. di Elettrofisiologia” dove al paziente si impianta il PM (Pace Maker) si viene accolti da una musica dolce e suadente, tutti gli operatori (a cominciare dal responsabile dott. Andrea Campana in testa) ti mettono nelle migliori condizioni psicologiche e fisiche, e ti assistono costantemente dal principio alla fine, ti portano quasi per mano lungo quei sentieri che, al di là della dimensione del rischio, sono sempre inquietanti e di difficile esplorazione. A Salerno, tanto per non dimenticarlo, abbiamo un servizio di “elettrostimolazione cardiaca” che per quanto ne possa io capire è tra i migliori in circolazione non soltanto in campo regionale; grazie anche, se non soprattutto, all’attività promossa dal dr. Campana che ha il dono naturale di lavorare seriamente e di rimanere ermeticamente chiuso nell’anonimato del suo incarico professionale svolto sempre con coraggio ed umiltà. Proprio a lui ed alla sua tenace volontà si deve l’organizzazione, nella qualità di presidente dell’Aspec, del 5° convegno socio – scientifico che ha richiamato a Salerno -nel teatro A. Ghirelli- personaggi e scienziati di chiara fama. Il prof. Donato Melissano (di Casarano), tra i più noti a livello nazionale ed europeo, ha relazionato sul “monitoraggio remoto nei pazienti con device cardiaci impiantabili”. Una pratica medico-assistenziale domiciliare che è già in vita da tempo a Salerno e che è poco conosciuta; si tratta di un a sorta di monitoraggio continuo del paziente che esce dagli schemi classici dell’assistenza medica per tuffarsi anche nel mondo virtuale di internet. Non è, per essere precisi, né il 118 e neppure la telemedicina (ha giustamente precisato Melissano), è semplicemente una corretta acquisizione in tempo reali dei parametri cardiaci in modo da leggerli con attenzione e provvedere ai suggerimenti del caso, portando un beneficio economico notevole alle ormai vuote casse della sanità pubblica evitando numerosi ricoveri inutili. Manca il personale specificamente addetto, o meglio il tutto si basa in gran parte sulla volontarietà del personale esistente ed impegnato in altre occupazioni. Questo è uno dei buchi neri della sanità che per molti altri versi spende e spande centinaia di milioni di euro a pioggia e senza senso. Poi hanno parlato il prof. Alberto Braghiroli (di Veruno) sulla “sindrome da apnee notturne”, una patologia veramente poco conosciuta ma di grande e devastante impatto fisico e psicologico sui pazienti. Infine è intervenuto il prof. Maurizio Santomauro (di Napoli) su “arresto cardiaco extraospedaliero e il ruolo del DAE” (ovvero Defibrillatore Automatico Esterno). Fin qui la parte medico-scientifica del convegno che ha registrato fin dall’inizio un afflusso notevole di persone impegnate nel sociale ma anche di semplici utenti della sanità pubblica; una parte medico-scientifica che per quanto difficile da comprendere e, soprattutto, da digerire, alla fine viene somatizzata da ogni singolo paziente cardiopatico perché un po’ tutti ritengono che le cure mediche siano l’unico palliativo in grado di liberare dalla patologia. Dopo questa fase si è arrivati a quella parte del nostro vivere quotidiano che quasi ci scivola addosso: l’alimentazione. Senza rendercene conto e senza ritegno un po’ tutti trascuriamo, stando bene o essendo ammalati, la corretta alimentazione che ci permette innanzitutto di vivere e poi di sopravvivere sconfiggendo le stesse malattie, soprattutto quelle del cuore. Lo ha ricordato a tutti con una dialettica molto comprensibile la dottoressa Annapaola Campana con il suo intervento su “cuore ed alimentazione”. La giovane e professionale nutrizionista ha snocciolato tutto il suo sapere dalla “a” alla “z” propinandolo a tutti con il cucchiaino, proprio come fa un assistente verso il suo paziente. Ho guardato molti dei presenti e ne ho tratto la sensazione che al momento tutti hanno capito l’importanza decisiva dell’alimentazione corretta con la speranza che ne facciano, poi, tesoro. Per conto suo il dottor Andrea Campana ha condotto con garbo e grande senso della misura tutto il convegno cercando l’intervento dei presenti e spiegando ad ognuno di loro le motivazioni dele sue risposte. Veramente e sinceramente complimenti. Il San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona può essere fiero di annoverare al suo interno professionalità così spiccate.
direttore: Aldo Bianchini