Aldo Bianchini
SASSANO – Preciso subito che questa volta i cosiddetti “liberi pensatori” non c’entrano, quello che sto per scrivere è frutto del mio pensiero personale. Quanto sta accadendo a Sassano, dopo le elezioni amministrative del 31 maggio scorso, non è altro che lo specchio della politica nazionale, regionale e provinciale. Per questa ragione ritengo doveroso un approfondimento sulla situazione che a pochi giorni dal primo consiglio comunale promette già scintille. Qualche settimana fa il corpo elettorale sassanese è stato chiamato alle urne per il rinnovo dell’amministrazione comunale e chi è andato a votare ha potuto sceglieresoltanto tra i candidati di una lista unica, fatto questo non inusuale per l’ospitale comunità del Vallo di Diano. Ha votato il 58,48 degli aventi diritto e i soli voti di lista hanno sfiorato la soglia dell’ 8%, vale a dire che 237 elettori sui 3.069 non hanno inteso scegliere nessuno dei dodici candidati in lista. Un dato allarmante, anche se solo per la democrazia. Per il resto si parte dall’ultimo in classifica con un modesto 2,22 % al primo con un non esaltante 10,49 dei consensi personali. E’ la raffigurazione plastica del fatto che gli elettori si sono disaffezionata verso quella che sembrava una scelta storica (l’unione di intenti tra Tommaso Pellegrino e Gaetano Arenare) e che, invece, si sta sempre più appalesando come una scelta obbligata (per non dire di comodo !!) al fine di salvare capre e cavoli perché, dice la gente, entrambi per una serie di ragioni non potevano formare liste autonome. Io non ci credo ma l’elettore ha dimostrato questa disaffezione sia durante la campagna elettorale che all’atto dell’insediamento e della convalida degli eletti avvenuta il 16 giugno scorso in un’aula praticamente deserta ed in assenza anche di due consiglieri eletti che per ragioni, si dice, familiari non si sono presentati. La mia personale visione della politica non è proprio quella che in queste settimane va in scena nelle case, nelle piazze e nelle “carrare” di Sassano. Perché ? Perché già sembra, almeno dalle prime uscite pubbliche e dalle chiacchiere della gente (e la gente a Sassano è amante del gossip e degli intrighi velenosi !!), che tutti i consiglieri, rieletti e neo eletti (tranne i primi due della lista), si stiano scatenando in quello che i politologi chiamano “l’esercizio del diritto al non vincolo di mandato”, ovvero ogni consigliere in carica avrebbe già avanzato le proprie richieste senza tenere conto delle direttive di chi li ha chiamati e di chi li ha lanciati verso poltrone per alcuni sinceramente impensabili fino a qualche settimana fa. Bella roba, prima tutti zitti per agguantare la poltrona e poi subito tutti pronti a dettare inammissibili condizioni personali: chi vuole fare l’assessore, chi il capo gruppo, chi vuole una delega e chi vorrebbe “un posto” per qualche parente; un brutto affare, non c’è che dire. Si andrà in aula di consiglio il 30 giugno prossimo e probabilmente tutte queste dicerie verranno smentite in un sol colpo e sarà partorita la giunta in pochi secondi, però oggi circolano ed è giusto darne conto mantenendo sempre e comunque una linea d’attesa ed un profilo nel commento abbastanza bassi. A buttare benzina sul fuoco c’è anche la questione delle “due donne in giunta” che scomporrebbe il puzzle faticosamente costruito dai due artificieri Tommaso e Gaetano, ma anche per questo (assicurano gli esperti e i commentatori di giornata !!) si vedrà; i pompieri ci sono e potrebbero scendere in campo al momento giusto favorendo, ad esempio e solo per esempio, la nomina di Gaetano Arenare a vice-sindaco esterno in modo da zittire piccoli e grandi consiglieri. Con queste mie considerazioni che, ripeto, sono solo mie, non vorrei scatenare la diabolica ironia del presidente della Pro Loco nell’appiopparmi un bel tapiro; io non faccio previsioni da veggente, registro l’umore della gente e lo traduco per iscritto commentandolo. C’è, comunque, una verità che incredibilmente sta prendendo piede in ogni angolo del paese; forse nessuno lo sapeva ma c’è un colpevole per tutto quello che sta accadendo ed il suo nome è stato abilmente sussurrato e calato nell’immaginario collettivo. Parlo di Cono Boccia, stranamente uscito fuori da una competizione elettorale che sembrava poter governare dall’alto del suo pacchetto di voti personali. Tutti conosciamo la bontà e la disponibilità di Cono ma la gente si chiede: “Ha fatto bene o male Cono a non candidarsi, ovvero hanno fatto bene o male i suoi avversari a creare tutte le condizioni per non farlo candidare ?”. Anche qui le versioni sono contrapposte, io propendo verso un errore fatale ma c’è chi ritiene giusta la scelta, e tutti gli attori in campo tendono a raccontare gli eventi, accaduti negli ultimi giorni prima della presentazione delle liste, in maniera decisamente contrastante. Dopo aver scritto delle ripetute cene di Cono e con Cono insieme a Tommaso e Gaetano a turno, e dell’ultima riunione presso lo studio di Valentino Di Brizzi (dove ci sarebbe stato anche il famoso alterco con Michele De Luca per il classico “io sono io e tu chi … sei”) nel vano tentativo di comporre una lista diversa da quella di Tommaso Pellegrino è giunto il momento di svelare anche la versione ufficiale di Cono Boccia. Dunque nello studio di Boccia, in successione, sarebbero andati da soli e/o accompagnati sia Gaetano Arenare che Tommaso Pellegrino per implorare, ognuno per la sua parte, la candidatura dell’ex vice sindaco. Sempre e comunque irremovibile sarebbe stata la risposta: “O faccio il sindaco o niente … non accetto condizioni o precondizioni !!”. Sarebbe, quindi, smentita la presunta indecisione del possibile candidato che in maniera ondivaga non avrebbe saputo scegliere cosa fare. E’ stata questa la colpa che un po’ tutti attribuiscono a Boccia che, dopo vent’anni di permanenza nel consiglio comunale, avrebbe maturato la convinzione di essere finalmente giunto al punto di non ritorno ed avrebbe richiesto con forza quella che piano piano si era trasformata da semplice speranza in un fatto concreto e reale: fare il sindaco della gente tra la gente. Del resto Cono lo ha sempre fatto e per ben vent’anni; l’aspirazione non nasceva da un capriccio ma da un dato di fatto inoppugnabile; è lui che in questi ultimi cinque anni ha accolto le richieste e i desideri della gente. Ma tutto questo appartiene già al passato, ora si va in Consiglio e si va verso la verità (anche senza vincolo di mandato) e Cono ritornerà ad essere l’uomo di sempre, aperto, giovale, amico e disponibile verso tutti.
direttore: Aldo Bianchini