Aldo Bianchini
SALERNO – Quando si parla di sanità pubblica la stampa locale cerca di parlarne sempre male. Capisco che la cosa rende molto sul piano della lettura in edicola (e non della vendita !!) dei giornali ma bisognerebbe andarci sempre con un po’ di cautela per scoprire se al di là dell’apparente buona notizia c’è dell’altro. E che altro !! Da qualche settimana il prestigioso quotidiano “Il Mattino” sta facendo intere paginate sul “caso Ruggi” (sarebbe l’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno) mischiando e accavallando varie notizie su varie presunte inchieste che sarebbero in corso nell’ospedale più grande della provincia e tra i primi in regione. Si è passati, con estrema facilità ed anche superficialità, dall’inchiesta sui neurochirurghi Takanori Fukushima e Luciano Brigante alle liste di attesa, dalle promozioni agli incarichi dirigenziali, dal giallo dei presunti doppi primariati alle vittime di ritorsioni e punizioni. Insomma una miscela esplosiva che un tempo faceva vendere molte copie in più dei giornali e che oggi si è ridotta a qualche lettore in più attraverso la scannerizzazione e le fotocopie, e le vendite calano sempre di più. Detto questo e capito che non è questa la strada per vendere di più (ma gli editori sono o sordi o incapaci) veniamo alle paginate de Il Mattino che mi hanno impressionato non poco perché basate quasi esclusivamente sulle rivelazioni di un sindacalista di vecchia data e, purtroppo, di vecchia conoscenza diretta. Parlo di Carmine De Chiaro che sul piano del coraggio e della volontà ne ha da vendere ma che sul piano della credibilità (ovvero documenti e fascicoli che hanno prodotto inchieste e, soprattutto, accertamento di responsabilità con condanne) è, per quanto mi riguarda, assolutamente inaffidabile, anche perché sul più bello De Chiaro ti lascia a piedi. Alla luce di queste mie considerazioni (che spiegherò più tardi) mi sono chiesto in queste settimane, prima di decidermi ad intervenire, se un quotidiano prestigioso come Il Mattino si sia mai interrogato su chi sia Carmine De Chiaro e, soprattutto, su chi e quanti iscritti rappresenta attraverso il “suo sindacato SAPMI”. Ho conosciuto Carmine De Chiaro diversi anni fa, intuii che aveva delle potenzialità inespresse sul piano della battaglia ideologica e cercai subito di cooptarlo per farne un personaggio; lo lanciai sulle frequenze televisive di Quarta Rete e fu un indubbio successo che, purtroppo, durò poco. Alle prime difficoltà per la testata giornalistica che dirigevo Carmine De Chiaro scomparve dal panorama dell’informazione per poi riapparire su altre tv e su altri giornali ad intermittenza ed a scadenze quasi ripetitive temporalmente. Dalle informazioni che raccolsi dagli stessi carabinieri (i quali cominciavano anch’essi a non prendere per oro colato le denunce del sindacalista !!) che venivano spesso a perquisire la sede della tv mi resi conto che De Chiaro era un personaggio, certamente pulito – trasparente e convinto delle cose che faceva, che con le sue azioni faceva più “ammuina” che altro, e lo faceva per non finire stritolato nel tritacarne che lui stesso adottava come strumento d’attacco contro la dirigenza dell’azienda ospedaliera e non solo, coprendosi con una sigla sindacale che non ha mai raccolto molti iscritti, almeno fino a qualche tempo fa. Insomma nel supportare giornalisticamente le denunce, a volte anche vere e credibili ma mai dimostrabili, avevo preso la più classica delle cantonate. Dopo qualche mese di intensa attività di denuncia la conoscenza giornalistica con Carmine De Chiaro si affievolì finendo con lo scomparire nei flutti del tempo. Ora la sua foto campeggia quasi ogni giorno sul quotidiano più prestigioso dopo essere passata, negli anni, su tutti gli altri quotidiani locali. Queste mie considerazioni rimangono ovviamente personali, anche se potrebbero suonare come un “avviso ai naviganti dell’informazione” che presto i marosi potrebbero travolgerli.
direttore: Aldo Bianchini