Maddalena mascolo
CAVA de’ TIRRENI – Ha conosciuto, trattato, incrociato, accarezzato, beffeggiato, idolatrato, accusato ben tre sindaci prima del neo eletto Servalli. E’ indubbiamente un uomo politico di spessore e con un certo seguito elettorale se riesce a cambiare pelle di continuo senza la pur minima sbavatura. E’ arrivato fin sulla soglia di Palazzo Madama; a quel punto poteva fare tutto e il contrario di tutto, ma non ha fatto nulla, quasi come se al momento opportuno avesse sempre fatto un passo indietro. E’ comunque un personaggio cavese per eccellenza, professionalmente molto valido nonché figlio d’arte, fa l’avvocato, il suo nome è Giovanni Del Vecchio. E’ stato rieletto nel Consiglio Comunale di Cava de’ Tirreni con la lista “Cava libera” e già è presente al fianco del neo eletto sindaco Enzo Servalli in tutte le manifestazioni ufficiali di questo inizio mandato. C’è chi lo vorrebbe assessore, di nuovo, dopo le esperienze poco felici vissute in passato; questa nuova prova potrebbe essere il coronamento di un record forse irraggiungibile per altri: quattro sindaci di diverso colore in quattro successivi e infelici mandati (almeno i primi tre !!). Da quel famoso, o famigerato, giugno 2001 Giovanni Del Vecchio è stato sempre presente: con l’elezione a sindaco di Alfredo Messina, per passare poi a Luigi Gravagnuolo e ritornare con Marco Galdi e ripresentarsi, alla grande, oggi con Enzo Servalli. Davvero una “mutazione genetica” senza precedenti anche se, ad onor del vero, dobbiamo subito dire che oggi come oggi la politica locale (ma anche quella nazionale) è incentrata soprattutto sulla personalizzazione assoluta; non contano più i colori e le ideologie e valgono le idee e i programmi dei singoli. E forse proprio in questa affermazione sta la chiave di lettura della “mutazione genetico-politica” di Giovanni Del Vecchio che secondo molti elettori è l’emblema di chi ricerca il meglio in ogni amministrazione civica e fatalmente si scontra con la stessa o che, secondo altri, è perennemente alla caccia della poltrona di potere e finisce sempre per perderla. Brutto destino quello di Giovanni Del Vecchio che ha, comunque, attraversato in lungo e in largo tutto il periodo molto tumultuoso che ha contrassegnato la fine dei cinquant’anni di regno del prof. Eugenio Abbro (sindaco per ben cinque lustri e poi comandante a tutti gli effetti grazie ai suoi manutengoli !!) e la conclusione dell’esperienza di Raffaele Fiorillo. Dal 2001 non c’è stata più pace nella politica metelliana con la caduta rovinosa di Alfredo Messina, quella altrettanto indecorosa di Luigi Gravagnuolo e quella assolutamente ondeggiante del professore Marco Galdi che, secondo alcuni, sarebbe stato punito dalla sua stessa arroganza. Questo quadro politico-amministrativo dà la giusta dimensione dell’incertezza e della farraginosità degli equilibri politici cavesi, un quadro che evidenzia chiaramente trappole e trabocchetti che per chi, come Servalli, inizia la sua personale avventura di sindaco decisamente ispirato in funzione delle esigenze della gente trasmette messaggi poco rassicuranti. Il nuovo sindaco deve guardarsi da tutti, questo l’imperativo storico che proviene dagli ultimi sindacati, e deve soprattutto fare attenzione perché nessuno degli uomini del passato ritorni al presente per il futuro. Decisioni sicuramente difficili ma in linea con i tempi e con le attese del corpo elettorale. Speriamo in bene.
direttore: Aldo Bianchini