Aldo Bianchini
SALERNO – Il professore Salvatore Carfagna, già preside-dirigente scolastico del liceo classico “Torquato Tasso” di Salerno, a giudizio per abuso d’ufficio – rifiuto di atti d’ufficio e lesioni, è stato assolto. Perché “il fatto non costituisce reato” per il primo capo d’imputazione e perché “il fatto non sussiste” relativamente agli altri due capi d’accusa. Al centro della brutta vicenda una studentessa che “aveva avvertito un malore in classe”, era stata soccorsa dal preside e da un bidello con acqua e zucchero ed era stata rispedita in classe anche contro la richiesta della mamma di riportarla a casa; dopo alterne prese di posizione la studentessa uscì in ambulanza due o tre minuti prima della conclusione delle lezioni e trasportata in ambulanza in ospedale dove le venne refertato “una pressione molto bassa” che il medico di base provvide a trasformare in cinque giorni di riposo a causa dello stress subito. Prima di andare avanti con il discorso intendo segnalare all’ex preside del Tasso che ho chiuso il precedente articolo (quello del 14 aprile 2015) con la seguente frase: “Il prossimo 11 giugno Salvatore Carfagna troverà (fortunatamente per lui !!) sul suo cammino giudiziario il gup Donatella Mancini che negli ultimi anni ha dato ampia prova della sua professionalità e della sua indipendenza; potremo così sapere la verità”. Questo per ribadire ancora una volta, ammesso che ce ne sia bisogno, che ogni mio scritto non va mai su fatti che possono essere ricondotti ad aspetti personali e quando ciò accade (rarissimamente !!) lo dico espressamente. E’ stata proprio il gup Donatella Mancini a mandare assolto il preparato e intransigente ex preside Salvatore Carfagna. Ma io ero andato anche oltre con l’articolo del 13 giugno 2013 ipotizzando che: <>; di questa mia supposizione il gup giustamente non ha tenuto conto sebbene potesse essere ipotizzabile. Fin qui la sentenza di Donatella Mancini che non mi permetto di discutere nel merito perché non ho a disposizione tutto il fascicolo processuale ma soltanto report giornalistici; la sentenza, però, costituisce un fatto che potrebbe dare origine a comportamenti similari anche da parte di altri dirigenti scolastici; e sui fatti intendo esercitare il mio ruolo di osservatore delle cose giudiziarie. E’ vero che le sentenze non creano correnti di pensiero pur costituendo un atto sostanziale ed immediatamente esecutivo, ma è pur vero che esse determinano precedenti assai pericolosi quando le stesse vengono emesse solo sulla base del “libero convincimento” del giudice, come appare essere la sentenza della Mancini. Difatti basare la pronuncia assolutoria sul fatto che nel regolamento dell’istituto esiste una norma (peraltro inserita qualche giorno prima dell’accadimento !!) che affida solo al preside la concessione o meno del permesso di uscire prima della fine delle lezioni anche in caso di malore, mi sembra alquanto azzardato (se non proprio illegittimo !!) come principio da porre a paletto riorganizzativo per il futuro della scuola. Ma a me piace andare fino in fondo ai problemi, e di problemi la sentenza ne evidenzia tantissimi. Primo fra tutti attiene al fatto che, stando al regolamento del Tasso, un genitore non può reclamare (per un motivo qualsiasi) l’uscita del figlio senza il consenso del preside; mi sembra assolutamente eccessivo ed anche rischioso (per il preside !!), quasi come se uno studente una volta entrato nell’istituto debba rimanere prigioniero dello stesso fino a consenso del dirigente. Questo in generale; per il caso specifico si aggiunge il fatto che il giudice non ha riconosciuto “le lesioni” perché la studentessa sarebbe stata soccorsa e, una volta ripresa, rimandata in classe. Ma da chi sono stati effettuati i soccorsi: dal preside e da un bidello con un bicchiere d’acqua e zucchero ? Ma stiamo scherzando; lo dico per i dirigenti scolastici che non possono assumersi alcuna responsabilità in materia sanitaria anche se il ragazzo/a finge palesemente, e non è il caso del Tasso. Poi l’altro assurdo è costituito dal fatto che il preside avrebbe risposto alla mamma della studentessa che senza certificato medico la ragazza non usciva dalla scuola. Orbene se la ragazza non usciva come faceva la genitrice a richiedere e presentare certificazione sanitaria ? Insomma una sentenza che se va bene per il caso specifico sicuramente non può essere presa a base per altre decisioni similari. Forse, come ho già scritto in passato, la dirigenza del Liceo Tasso, uno dei più prestigiosi istituti scolastici del sud, avrebbe fatto meglio a scandagliare al suo interno le ragioni che, nel maggio del 2013, avevano portato una ventata di “uscite anzitempo da scuola per non essere interrogati”, spia di un fenomeno quantomeno di contrasto tra docenti e studenti che non dovrebbe mai esistere in un prestigioso istituto scolastico, qual è il Tasso.
Gentile Direttore, dieci anni or sono mi diplomai al Liceo Tasso, all’epoca retto da altro Preside.
Le posso dire che pure durante il mio quinquennio vedevo spesso alunni che, presi dal terrore dell’interrogazione, venivano portati anzitempo a casa da genitori compiacenti. Addirittura, quando l’alunno era già diciottenne, solitamente nell’ultimo anno di Liceo, si firmava da solo il permesso per uscire anticipatamente da scuola e il Vicepreside di turno autorizzava l’uscita senza fare alcuna obiezione. E io pensavo tra me: che pacchia!
Quindi, obiettivamente devo dire che è giusto porre un freno alle uscite anticipate pretestuose. Ma da qui a riconoscere un potere discrezionale assoluto, che appare più un arbitrio, in capo al solo Preside ce ne corre.
Se questo è il nuovo corso della scuola, possiamo solo sperare nel buon senso dei Presidi.