SALERNO – Nella lunga storia dell’ ANCE non era mai accaduto quello che con la presidenza di Antonio Lombardi si è sciorinato sotto gli occhi di tutti, giorno dopo giorno, fino al disastro. Eppure il giovane ingegnere vallese si era come materiallizato nel tessuto connettivo della buona borghesia salernitana coniugando impresa – politica e sport. Figlio d’arte per quanto attiene il mondo dell’imprenditoria aveva scalato rapidamente le vette della politica e dello sport riuscendo, però, a bruciare tutto in pochi anni. Tutto nel senso della politica e dello sport, fortunatamente per lui l’impresa rimane solida ed ai vertici locali e nazionali. Non sono lontani i tempi in cui entrava allo stadio Arechi da presidente della Salernitana, trionfantemente a braccetto con il furbo Vincenzo De Luca che cavalcava e cavalca ogni tigre possibile quando si parla di Salernitana Calcio e pronto a mandare alle ortiche i presidenti della squadra appena cominciano i guai. E di guai per la Salernitana ne sono arrivati tantissimi in sfavore di Lombardi. L’ingegnere ha conquistato subito l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, nella quale il padre aveva fatto soltanto capolino, ribaltando in positivo il concetto di associazionismo in un mondo in cui è molto difficile fare impresa associata (se non si è marcatamente di sinistra !!) senza ledere i propri e gli altrui interessi. L’ho già scritto e lo ripeto, Lombardi, per certi versi, rappresentava e rappresenta il passaggio di consegne dalla vecchia nomenclatura imprenditoriale proveniente dalla famosa “mazzetta e cucchiara” alla nuova generazione di imprenditori moderni, rampanti, tecnologizzati e tutti doverosamente laureati, un salto nella modernità che aveva portato clamorosi successi. Forse troppi per la compostezza e la storica lentezza decisionale degli imprenditori edili salernitani, pronti per decenni a mungere la mucca dei lavori pubblici. E proprio sui lavori pubblici, quelli millantati dal sindaco-governatore, che è iniziata la caduta di Antonio Lombardi e con essa della squadra di calcio amata dai salernitani. L’alleanza De Luca – Lombardi, più che un’alleanza, sembrava un patto di ferro che aveva, in un certo senso, coinvolto anche la destra politica (con Cirielli e Iannone in testa); l’errore evidente del giovane Lombardi è arrivato quando con la storia del termovalorizzatore che passava dal Comune alla Provincia si schierò prontamente con Cirielli e Iannone, fino al punto che Antonio Iannone sembrava avesse preso il posto di De Luca allo stadio Arechi. Fu un macello e l’ira funesta del kaimano si abbattè sullo sprovveduto Lombardi che rimase, come si dice in gergo, scoperto e facilmente infilzabile. La situazione precipitò con il fallimento della Salernitana e con il contemporaneo insorgere sulla scena dell’altro potente imprenditore sarnese, gruppo Rainone, con la solida RCM-Costruzioni che ha letteralmente soppiantato Lombardi nell’acquisizione dei lavori. Anzi nella guerriglia Lombardi-Rainone c’è stato un vero e proprio doppio scambio con Lombardi che è passato da De Luca a Cirielli e viceversa. Insomma un disastro che nessuno è riuscito ad arginare e il malcapitato Antonio Lombardi ne sta pagando tutte le conseguenze del caso. Mentre crollava sul piano politico e sportivo si indeboliva all’interno dell’ANCE da cui si è prima staccata la costola dell’ UCS (Unione Costruttori Salernitani) di Pietro Andreozzi e poi la parte più consistente facente capo a Vincenzo Russo con l’AIES (Associazione Imprenditori Edili Salernitani) che ha portato da parte dell’Ance nazionale alla scomunica dell’originaria ANCE salernitana che era divenuta terra di conquista del solo Lombardi. Ma c’è ora un problema che parte dal fatto che, pochi giorni fa, il nuovo direttivo dell’AIES si è dovuto insediare pubblicamente nei saloni del Grand Hotel e non nella sede istituzionale di Via Galloppo. In pratica la proprietà della sede storica (che Lombardi aveva acquistato e ristrutturato facendone un piccolo gioiello) sarebbe di proprietà di quella parte di iscritti (che è ancora la maggioranza) facenti capo a Lombardi che, a questo punto, rimarrebbe in sede mentre l’associazione di Russo dovrebbe andare esule per le terre e con un notevole danno d’immagine. Insomma per l’associazione costruttori edili si ripeterebbe la stessa brutta storia della sede istituzionale di AN (Alleanza Nazionale) che è rimasta al momento in capo a FdI (Fratelli d’Italia) dopo la spaccatura di AN e la nascita di FLI di Gianfranco Fini. Nel titolo ponevo la domanda: “Scissione di Russo o disastro Lombardi ?”, io propendo per il disastro Lombardi, ma la querelle è ancora lungi dalla sua conclusione e ne vedremo sicuramente delle belle. Ma una domanda diretta all’ex presidente Lombardi la voglio fare: “Dove sono finiti i valenti e professionali collaboratori ?”. Spariti nel nulla, come sempre, al primo soffio di vento dopo aver intascato lauti compensi; è la storia che si ripete.
direttore: Aldo Bianchini