Aldo Bianchini
SASSANO – Nei momenti caldi della tragedia di Silla e nei periodi successivi non ho scritto un solo rigo sulla vicenda che essendo, nella sua essenza, un accadimento di cronaca nera mi avrebbe riguardato direttamente se fosse avvenuta in qualsiasi altro posto che non fosse stato Silla di Sassano. Conoscevo tutti e cinque i ragazzi (quelli morti e il loro carnefice), avevo ed ho grande rispetto per loro così come avevo ed ho grande rispetto per i genitori dei ragazzi e per i loro parenti che conosco uno per uno. Non mi sono fatto prendere, quindi, dallo zelo di dare le notizie e neppure di commentarle come è mio costume. Di fronte alle reazioni quasi unanime suscitate dalla pubblicazione del video della tragedia sul sito web de “Il Mattino” (adesso tutti dicono di averlo già avuto e di aver deciso di non pubblicarlo !!) che non è nuovo a questo tipo di giornalismo (leggasi caso presidente Cassazione dr. Antonio Esposito !!), di fronte all’indignazione del sindaco di Sassano (rappresentante dell’intera comunità sassanese) che se l’è presa soltanto con i giornalisti, di fronte all’invasione del perverso social FB, di fronte ai tanti commenti del tutto inutili anche se comprensibili, ho deciso di mettere nero su bianco alcune considerazioni che devono rimanere considerazioni personali anche se, in definitiva, potrebbero far rizelare questo o quel soggetto. Ho iniziato con l’articolo del 7 giugno scorso e continuo con questo di oggi partendo dal fatto che dopo le precisazioni del sindaco in merito alla concessione delle immagini (che erano e sono di proprietà del Comune) alla sola Procura mi sarei sinceramente aspettato che il sindaco, politico di grande intelligenza e intuito spiccato, avrebbe deciso di andare oltre per scoprire chi e perché ha sfilato furtivamente e di nascosto quelle immagini “donandole” (si fa per dire !!) ad un solo giornalista del Vallo di Diano (Pasquale Sorrentino ??) e facendo rizelare un altro giornalista della zona (Erminio Cioffi !!) per aver clamorosamente bucato (secondo lui) la notizia. Il sindaco, oltretutto, ha dato fiato alle trombe degli “abitanti anonimi del web” che non hanno perso occasione per dare addosso ai giornalisti, come da copione. Ma il giornalista, messo che sia Pasquale Sorrentino l’autore dello scoop, in definitiva ha esercitato al meglio le prerogative del suo mestiere ed ha risposto prontamente a chi lo ha chiamato per “donargli“ il dvd delle immagini che, peraltro, erano già state ampiamente viste in tribunale dai familiari delle vittime e del carnefice accompagnate dai rispettivi avvocati. Altra storia è quella della coscienza che ho già trattato nel precedente articolo e che attiene la personale etica comportamentale sulla quale non entro nel merito. Nella vicenda ci sono stati due comportamenti contrapposti; da una parte il sindaco e la gente che si sono indignati, dall’altra i familiari ed i parenti che non avrebbero fatto neppure una grinza nell’accennare a qualche minima reazione di sdegno (così come era accaduto in passato per fatti meno gravi) per le immagini pubblicate ed esposte al pubblico ludibrio. Ed inoltre, c’è stata o meno una spinta da parte degli avvocati delle parti civili in favore della pubblicazione delle immagini ovvero nella consegna materiale dei dischetti ? e quali interessi avrebbero avuto, messo che sia andata così ? In tantissimi sostengono questa versione che viene avallata soltanto dalla resistenza opposta dall’assicurazione dell’auto investitrice a pagare l’intero danno che, presumibilmente, sarà assai cospicuo. Un’altra corrente di pensiero sostiene, invece, che la pubblicazione delle immagini potrebbe incidere in favore di una pesantezza di giudizio della magistratura sull’onda dello sdegno che le stesse hanno provocato. Secondo me non è vera nessuna di queste soluzioni al problema che rimane intatto: Chi ha fornito le immagini al giornalista ? Per cercare di capirne di più dobbiamo ripercorrere l’iter investigativo: la Procura viene subito a conoscenza della presenza delle immagini, ne chiede il sequestro al Comune, il Comune (?) incarica un tecnico competente a rilevare e sbobinare le immagini; poi il Comune consegna soltanto alla Procura le immagini. Ma se si va nel profondo il numero delle persone che hanno materialmente messo le mani sui dvd di quelle immagini si riducono a: tecnico competente, sindaco e carabinieri; il Procuratore e i PM sono assolutamente fuori (e non li escludo per timore reverenziale !!) dalla vicenda in quanto hanno certamente avuto i dischetti tra le mani ma dopo che gli altri tre soggetti le avevano rilevate e manipolate. Di questo plotone di persone ha parlato soltanto il sindaco indignandosi giustamente oltre ogni dire; degli altri non ha parlato nessuno, meglio tacere che soffiare sul fuoco delle polemiche. Ma allora chi è stato a “donare” i dischetti all’intraprendente giornalista ? Sinceramente io non lo so, non tocca a me indagare perché non ho né gli strumenti legali né le capacità per farlo. Toccherà ad altri, primo fra tutti al sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino depositare uno specifico esposto-denuncia se vorrà sapere la verità e se vorrà cercare di dare soddisfazione all’indignazione di tantissimi abitanti del web. In definitiva, però, è bene precisare che chiunque sia stato non ha violato alcun segreto istruttorio perché le immagini essendo già state proiettate in aula sono da considerare alla stregua di un atto pubblico e quindi facilmente acquisibili. Resta l’indignazione pubblica, quella si che aspetta risposte precise.