POLLA – Venerdì 15 maggio scorso nei saloni dell’Hotel Forum di Polla si è tenuta l’Assemblea dei Soci della BCC Sassano; un’assemblea che prometteva fuoco e fiamme perché c’era uno schieramento molto forte (almeno sulla carta !!) che contrastava l’ennesima rielezione di Antonio Calandriello alla carica di Presidente e garantiva (sempre sulla carta) un cambio di rotta nella conduzione generale della stessa Banca di Credito Cooperativo. Come è andata finire ? E’ andata a finire peggio di come finì per Napoleone a Waterloo, almeno lì il perdente fu subito esiliato a Sant’Elena dove sei anni dopo morì. Qui, invece, i perdenti rischiano di fare la fine di “Chi ha paura muore ogni giorno … “, come soleva dire l’indimenticabile Paolo Borsellino. Una frase che i sassanesi conoscono benissimo perché inserita sotto la targa che denomina la Villa Comunale a poca distanza dalla sede centrale della Bcc. Si perché delle due l’una: o i perdenti hanno uno scatto di dignità oppure rischiano di soccombere ogni giorno sotto gli strali inevitabili dei vincitori che sicuramente renderanno l’aria irrespirabile in un clima lavorativo denso di incompatibilità ambientale.
Senza sottintesi alludo alla “cruenta battaglia” che è stata combattuta, anche in maniera subdola e strumentale, da tutti gli attori protagonisti della vita della Banca di Credito Cooperativo di Sassano. E come accadde qualche ora prima della battaglia napoleonica di Waterloo anche per la Bcc Sassano c’è stato l’estremo tentativo di conciliazione tra le due liste in campo portato avanti con energia e passione da Nicola Femminella (uno dei quattro soci fondatori) che ha invitato, in assemblea, le due contrapposte fazioni a trovare un punto d’intesa. Lapidario il presidente uscente, Antonio Calandriello, che nel contesto della risposta ha evidenziato la sua disponibilità a ricomporre su quattro consiglieri per lista la grave frattura; ma la disponibilità era palesemente riferita ad un passato recente e non certamente alle ore che mancavano per la conclusione della battaglia finale. Anche perché come Wellington nel pomeriggio del 18 giugno 1815 speculò sul fatto dello stato di salute di Napoleone (febbricitante e debilitato all’alba di quel triste giorno) così sembra sia avvenuto (stando ai numerosissimi commenti della gente e dei soci !!) nell’immaginario collettivo di chi probabilmente ha pensato ad una facile e straripante vittoria contro un avversario parzialmente azzoppato. A Wellington il colpaccio riuscì in pieno, nella battaglia della Bcc tutto è andato diversamente perchè qualcuno non ha dato la giusta valutazione alle incredibili capacità di recupero del presidente uscente che, almeno nell’ufficialità dei discorsi, è stato sempre molto preciso e corretto. Antonio Calandriello è un frequentatore abituale delle riunioni dei liberi pensatori (che per domenica 17 maggio si sono spostati nei nuovi locali di “Peccati di gola”) e proprio in uno degli ultimi incontri aveva ribadito con forza che “fuori della banca non discuteva della banca” e che quindi era inutile cercare di strappargli qualche dichiarazione o qualche indiscrezione polemica. Ai tavoli di “Peccati di gola”, invece, al cospetto dei liberi pensatori e di altri ospiti casuali ha testualmente affermato: “E’ imminente la riorganizzazione globale della banca per la nascita di un nuovo modello lavorativo … nessuno dei dirigenti deve mai più pensare di essere un dipendente comunale, le banche esigono bancari collaudati … nel corso di questi mesi mi sono sentito tradito dalle persone più care che ho sempre sorretto ed ho constatato che i beneficiati non sono stati riconoscenti verso il loro benefattore … ma è la vita e va presa così”. La democraticità della linea di Calandriello è stata anche cristallizzata dal fatto che per la prima volta, dopo diversi anni, si è ritornati a votare con lo scrutinio segreto ed il successo è stato, a dir poco, travolgente con un vantaggio di oltre 270 voti (se non erro 506 contro 234, oltre il doppio !!) in favore del presidente uscente che ha collezionato, così, una scontata (per alcuni) e clamorosa (per altri) riconferma nel ruolo che del resto occupa da circa trent’anni. Una vera e propria rivoluzione con un “collegio dei sindaci” completamente rinnovato e forse anche riqualificato; e con un “consiglio di amministrazione” cambiato per il 66% circa. Ma cosa può essere accaduto nell’ambito di un consiglio che sembrava assolutamente impenetrabile ed al riparo da qualsiasi incursione esterna ? Delle due l’una: o i candidati dell’altra lista erano tutti impazziti o qualcosa è cambiata all’ultimo minuto. Dato per scontato che gli oppositori del presidente uscente non sono per niente impazziti e che la loro professionalità è fuori discussione, non rimane che privilegiare l’ipotesi di un qualcosa che sarebbe saltato all’ultimo minuto negli equilibri interni ed esterni della banca di credito cooperativo. E se si va in questa direzione il terreno è magmatico ed anche minato, non spetta certamente ad un giornalista inoltrarsi in polemiche che afferiscono rapporti necessariamente personali che vengono da lontano, fin dai tempi della fondazione della banca. Il silenzio assordante di tutta la stampa locale è la conclamata conferma delle difficoltà di movimento all’interno di un mondo bancario chiuso a riccio e pronto a difendersi a denti stretti. Non a caso è stato proprio uno dei quattro soci fondatori a capeggiare (forse incautamente !!) la lista di opposizione per un discorso nuovo ed innovatore che non ha trovato accoglienza da parte della stragrande maggioranza dei soci ordinari, anche perché probabilmente la sua discesa in campo si fondava sul principio che il presidente uscente poteva finalmente essere sconfitto. Una convinzione errata che ha portato al massacro dell’opposizione in un cristallino e trasparente passaggio elettorale. Del resto non era e non è pensabile che la massa dei soci ordinari potesse comprendere, giustificare e fare proprio il messaggio innovatore di chi per oltre vent’anni ha condiviso, senza mai discutere, la linea di Calandriello messa in discussione, forse casualmente ma comunque in maniera opinabile e strumentale, soltanto quando il presidente non poteva disporre delle sue piene capacità fisiche ed intellettive. Una brutta vicenda, non c’è dubbio, che non finirà subito e facilmente e che avrà degli strascichi anche nei prossimi mesi. Ora gli occhi di tutti sono puntati sul programma innovativo di Antonio Calandriello che è rimasto saldamente ai vertici della banca. Nell’immediatezza della straripante vittoria ecco la dichiarazione ufficiale resa dal presidente Calandriello: “”Concludere una competizione elettorale con un risultato così eclatante sia in termini di lista che personale non può che riempirmi di orgoglio, perché conferma, a distanza di 28 anni, che il mio rapporto con i Soci oggi è più forte che mai. Abbiamo chiuso il bilancio 2014 con quasi 500mila euro di utile e con tutti gli indicatori estremamente positivi e al di sopra della media, a dimostrazione della nostra solidità. Ora siamo pronti ad affrontare le nuove sfide, e tutti i cambiamenti del settore che chiedono alle BCC di avere un approccio diverso rispetto al passato. Credo molto nella nostra compagine sociale, nel nuovo Consiglio di Amministrazione e nei dipendenti, che ogni giorno sono a contatto con le famiglie,con le imprese e con i loro problemi causati dalla crisi. Per tutti questi motivi non ho alcun dubbio sul fatto che riusciremo a vincere anche le nuove sfide, ed ho ben chiaro in mente il progetto futuro della nostra BCC””.