PORTA OVEST: tecnici, gallerie e magistrati … un rapporto difficile !!


Aldo Bianchini

SALERNO – Il giorno 5 novembre 2014 presso l’aula delle lauree “Nicola Cilentio” dell’Università di Fisciano si è svolto un convegno su “Sicurezza nelle gallerie stradali: normativa, aspetti tecnici, ricerca e nuove tecnologie” con la presenza e la partecipazione alla discussione del Presidente della Facoltà di Ingegneria Professore Angelo Marcelli, del Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile Professore Leonardo Cascini, del Presidente della Fondazione Unisa Professoressa Virginia Zambrano, dell’Assessore ai Trasporti e Viabilità della Regione Campania Professore Sergio Vetrella, dell’Assessore alle Opere e Lavori pubblici – Espropriazioni – Protezione civile sul territorio e Difesa del suolo – Geotecnica, Geotermia, Cave e torbiere della Regione Campania Professore Edoardo Cosenza, del Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno Avvocato Andrea Annunziata, del Presidente della SIIV (Società Italiana di Infrastrutture Viarie) Professore Marco Pasetto, del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno Professore Michele Brigante. Un parterre di tutta eccezione per arrivare ad unico punto conclusivo e comune: l’incidenza della marea burocratica su aspetti squisitamente tecnici con la conseguente incomprensione tra tecnici e magistrati, anche a causa di CTU spesso non preparati specificamente alla bisogna ed in alcuni casi anche portatori di una linea di pensiero di verso. E sono stato abbastanza morbido per quanto riguarda la linea di pensiero per non arrivare a dire che in moltissimi casi il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) del PM è tecnico bravo ma privo di qualsiasi esperienza diretta sul campo, vale a dire che è un teorico e non un pratico. E sono proprio i teorici, quelli da “professore universitario” per intenderci, che distorcono la naturale e legittima azione di controllo di legalità che il PM deve operare su qualsiasi cosa. Perché, si disse nel convegno precitato, la giungla delle norme è talmente estesa e contraddittoria da permettere tutto ed il contrario di tutto. Tanto da indurre il presidente dell’ordine degli ingegneri di Salerno, Michele Brigante, che se avesse potuto tornare indietro sicuramente non avrebbe fatto l’ingegnere, anche per rispondere al presidente dell’Autorità Portuale che poco prima aveva svelato il suo sogno giovanile di fare l’ingegnere. Qui siamo davvero in un guado difficilmente superabile: da una parte i progettisti e gli esecutori dell’opera, dall’altra i naturali controllori (PM e CTU) e nel mezzo la giungla burocratica che non accenna a ridimensionarsi; una normativa approvata spesso a maggioranza ed in modo tale da renderla inestricabile dal punto di vista dell’applicazione. Con il rischio che quello che fai oggi non è più fattibile domani, tanto sono veloci i mutamenti delle maggioranze governativo-ministeriali con ricaduta sulla introduzione di nuove regole e il cambiamento delle vecchie. Un mesetto dopo detto convegno il caso ha voluto che una-due centine montate sotto la galleria nord di Porta Ovest hanno avuto un piccolo cedimento che è stato subito risolto, tanto è vero che i lavori in galleria sono continuati in perfetta sicurezza (della quale ho dato testimonianza anche io per il viaggio effettuato agli inizi di marzo all’interno del traforo per una intervista sia al presidente Andrea Annunziata che all’ing. Vincenzo Manganiello -primo responsabile dell’intero cantiere-) con l’esposizione quotidiano di decine e decine di lavoratori dotati di tutti presidi personali e generali di sicurezza. Il cedimento di un paio di centine su circa 1000 già installate è un fatto assolutamente fisiologico in siffatti lavori in galleria; questo la sanno tutti, anche gli aspiranti geometri, ma a volte diventa un ostacolo insormontabile per come viene presentato ad un PM che sicuramente sarà una persona preparata ma che altrettanto sicuramente non è stato unto dal signore e reso onnisciente. E badate bene che la teoria portata avanti dal “superperito” sarà di certo valida e legittima nella richiesta di “fermo dei lavori” ma che altrettanto sicuramente manca di quella valutazione tecnico-pratica che non si sposa mai bene con l’essere solo docente universitario (ammesso che nella fattispecie il superperito sia solo docente universitario). Ricordo che, ad esempio, il prestigioso prof. Lamberti (all’epoca preside della facoltà di ingegneria di Napoli) nella veste di consulente di parte riferì nell’aula dove si stava celebrando il “processo Fondovalle Calore” -siamo nell’anno 1994- che i due periti (CTU) incaricati dalla Procura di Salerno avevano preso fischi per fiaschi nel relazionare che i piloni solo progettati erano a rischio crollo e che gli stessi potevano tranquillamente essere paragonati a due aspiranti geometri. C’è bisogno, dunque, di una via di mezzo che in moltissimi casi non c’è; in primo luogo perché tendenzialmente il CTU subisce il fascino dell’incarico e la distorsione psicologica del potere che in quel momento è chiamato a gestire, ed in secondo luogo perché esistono davvero tante correnti di pensiero in materia ingegneristica che vanno di pari passo con una normativa intricata e contraddittoria. La domanda viene da sé: se per due centine ci sono voluti sei mesi per sospendere i lavori, quanto ci vorrà per sbloccare la situazione ? E soprattutto chi pagherà le spese se salteranno i finanziamenti europei ? Non è neppure il caso di precisare che siamo tutti convinti “dell’esigenza prioritaria di salvaguardare l’incolumità di tecnici e maestranze presenti sotto le volte delle gallerie in costruzione avrebbe dovuto indurre al sequestro del cantiere già sei mesi fa, quando si constatarono difetti nell’esecuzione dei lavori in corso” come dice l’ing. Gaetano Perillo (che è un attento lettore di questo giornale) ma se per il fermo che doveva essere effettuato immediatamente, cioè sei mesi, fa ci sono voluti 180 giorno per metterlo in atto, non osiamo immaginare quanto ci vorrà per la restituzione dell’intero cantiere alle sue legittime maestranze. Ma nel convegno di novembre si parlò anche dell’ANAS e delle sue strane ed inspiegabili argomentazioni tecniche contro il progetto fino ad una travolgente richiesta. Alla prossima.

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