Maddalena Mascolo
CASTIGLIONE del GENOVESI – E’ stato un chiaro successo per l’Amministrazione Comunale di Castiglione del Genovesi ed in particolare del sindaco Matteo Generoso Bottigliero il convegno organizzato per illustrare la figura, le opere e l’eredità lasciate da Antonio Genovesi, sacerdote – studioso – medico – economista e uomo di profonda cultura. Tanto da indurre gli amministratori comunali in carica nel lontano 1861 a decidere di trasformare il nome del paese da semplice “Castiglione” in quello più completo di “Castiglione del Genovesi” al fine di ricordare a tutti e sempre la figura di quel cittadino illustre che “serviva messa” proprio nella Chiesa di San Michele Arcangelo che ha ospitato, a trecentodue anni dalla nascita, il convegno a lui dedicato. Per far meglio passare il messaggio culturale che il sindaco Bottigliero (al suo primo anno di sindacato) ha ricordato la “cultura del lievito” come arma invincibile di comunicazione nelle popolazioni che per centinaia di anni l’hanno praticata: “ANCORA RICORDO QUANDO SI ANDAVA DA UN CAPO ALL’ALTRO DEL PAESE PER PRELEVARE IL LIEVITO MADRE, IL LIEVITO PER IL PANE E LO SI PORTAVA DI CASA IN CASA CON LA RACCOMANDAZIONE DI NON FARLO FINIRE, DI NON FARLO MORIRE E DI LASCIARLO RIGENERARE PERMETTENDO COSI’ CHE ANCHE GLI ALTRI POTESSERO ATTINGERVI. SI, QUEL LIEVITO CHE PASSAVA DI CASA IN CASA ERA UN FORMA DI COMUNICAZIONE, DI COMUNIONE. TRA LA NOSTRA GENTE I RAPPORTI UMANI SI STRINGEVANO ANCHE COSI’. QUESTO L’HO FATTO IO E SENZ’ALTRO L’AVRÀ FATTO ANCHE L’ABATE GENOVESI. RIPETO, TRA LE DUE GENERAZIONI CI SONO STATI 250 ANNI DI DISTANZA, MA LA VITA IN PAESE E’ PER CERTI ASPETTI IMMUTATA. I RICORDI A DISTANZA DI MEZZO SECOLO SONO ANCORA VIVI IN ME. RICORDI DI PERSONE, DI VITA E DI COMPORTAMENTI. RICORDI DI GENTILEZZA E SOLIDARIETÀ”.Bisogna, quindi, ritrovare quello spirito di coesione e di sacrificio per valutare in pieno la vita e le opere di Antonio Genovesi, uno dei più grandi personaggi del settecento, in grado di sconvolgere e forse travolgere la teoria dominante dei borboni (lo ha detto il prof. Pino Acocella) che avevano fatto della “ignoranza in economia” il loro punto vincente. Cultura, economia, apertura e trasparenza nell’ottica di una più incisiva politica liberista. Antonio Genovesi è apprezzato in tutta Europa ed in alcuni Paesi le sue opere sono materia scolastica universitaria, forse noi lo conosciamo molto meno rispetto agli altri popoli del pianeta. E’ proprio questo passaggio significativo che il sindaco Matteo Generoso Bottigliero si prefigge di raggiungere attraverso una serie di incontri e di dibattiti dei quali, quello di sabato scorso, è’ stato soltanto un primo step. L’altro aspetto importante della vita del Genovesi è quello relativo alla reciprocità finalizzata alla solidarietà, un argomento che aveva maturato, forse, anche a causa della sua infanzia molto modesta vissuta da figlio di un calzolaio. Un artigiano che aveva, però, capito che a prezzo di qualsiasi sacrificio doveva assicurare al figlioletto la possibilità degli studi; lo allontanò anche dalle attenzioni di una giovinetta e lo mandò a studiare a Napoli, per l’epoca non era assolutamente impresa facile. Nel merito il sindaco Bottigliero ha detto: “VEDETE, IO CREDO CHE IL GENOVESI ABBIA RICEVUTO TANTO DAI CASTIGLIONESI DI ALLORA. QUELLO SPIRITO CHE SENZ’ALTRO GLI AVRA’ LENITO LE SOFFERENZA O ALLIETATO LE GIORNATE E’ LO SPIRITO DEGLI ABITANTI DI CASTIGLIONE, LO SPIRITO DI UNA ITALIA DA RISCOPRIRE. QUELLA SOLIDARIETÀ, QUELLE COSE E PAROLE DONATE CON AMORE IN MOMENTI PARTICOLARI DELLA SUA GIOVINEZZA SI SONO TRAMUTATE, HAN PRESO FORMA, COSTITUENDO IL PRINCIPIO PRIMO DELLA SUA CONCEZIONE DI ECONOMIA FELICE. INFATTI NELLA DINAMICA COMMERCIALE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA, DEL PRODOTTO E DEI SUOI PROVENTI, IL NOSTRO ANTONIO GENOVESI HA RITENUTO OPPORTUNO INSERIRE IL CONCETTO DI RECIPROCITÀ. RECIPROCITÀ COME SOLIDARIETÀ COME QUALCOSA IN GRADO DI SUPERARE LA LOGICA DEL MERO INTERESSE ECONOMICO A FAVORE DI UN MODELLO DI SVILUPPO PIU’ EQUO ED A MISURA D’UOMO”. Il Vescovo emerito di Campobasso-Baiano, mons. Armando Dini, ha aperto il convegno con la riscoperta di un brano inerente il grande filosofo del settecento. Hanno, poi, portato il loro saluto e non solo: “don Carmine Voto” (sacerdote della comunità locale), “don Biagio Napoletano” (Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Salerno-Acerno-Campagna), l’On. Prof. “Guido Milanese” (cittadino onorario di Castiglione del Genovesi) e il Prof. “Giuseppe Acocella” (docente Università Federico II di Napoli), molto seguiti ed applauditi gli interventi sia di Milanese che di Acocella. Inoltre hanno portato il loro contributo Alberto Vitolo (presidente Centro Studi “A. Genovesi”) sulla nascita, storia e obiettivi futuri del Centro Studi “Antonio Genovesi”; il dottor Vincenzo Pica (membro associazione Amici del Liceo Genovesi) sull’ importanza delle materie umanistiche nella formazione dell’individuo; la Prof.ssa Giovanna Bosco (in rappresentanza dell’Istituto Scolastico Comprensivo Statale “A. Genovesi” di San Cipriano Piucentino) sulle manifestazioni culturali in onore di Antonio Genovesi; il dottor Maurizio Mele (docente Università delle Tre Età di San Cipriano Picentino) sulle origini, arte e cultura del territorio picentino; il prof. Italo Storace (presidente Centro Studi Europeo Antonio Genovesi) sull’ opera di divulgazione culturale condotta dal Centro Studi Europeo Antonio Genovesi; e la dottoressa Francesca Rega (presidente Pro loco Castiglione del Genovesi) sull’ infanzia e adolescenza di Antonio Genovesi. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Aldo Bianchini (direttore del giornale online www.ilquotidianodisalerno.it).
Segue pubblicazione integrale dell’intervento del sindaco di Castiglione del Genovesi dr. Matteo Generoso Bottigliero:
CONVEGNO: “LA CULTURA DELLA SOLIDARIETA’”
INNANZITUTTO RINGRAZIO SENTITAMENTE PER L’INVITO IL COMITATO ORGANIZZATIVO E TUTTI COLORO I QUALI HANNO VOLUTO PARTECIPARE A QUESTA SPLENDIDA OCCASIONE DI INCONTRO. QUESTA SERA, IN VESTE DI PRIMO CITTADINO DEL COMUNE DI CASTIGLIONE DEL GENOVESI, HO L’ONORE ED IL PIACERE DI TESTIMONIARE LA STORIA E LE ECCELLENZE DELLA MIA COMUNITÀ. IL MIO PAESE HA INFATTI UNA STORIA MOLTO ANTICA; LA SUA ORIGINE VIENE FATTA RISALIRE ADDIRITTURA AL 268 A.C. COLLOCATO OGGI NELLA PROVINCIA DI SALERNO, QUANDO VI NACQUE IL FILOSOFO ANTONIO GENOVESI , IL 01/11/1713, APPARTENEVA AL PRINCIPATO DI CITRA ED ERA DENOMINATO SEMPLICEMENTE CASTIGLIONE. FU SOLTANTO NEL 1861 CHE ALL’ORIGINALE TOPONIMO SI AGGIUNSE IL COGNOME DEL GENOVESI, IN CONSIDERAZIONE DEL SUO CITTADINO PIÙ ILLUSTRE. NEL MIO COMUNE È QUINDI SITA LA CASA NATALE NELLA QUALE L’ABATE GENOVESI HA TRASCORSO LARGA PARTE DELLA SUA INFANZIA, GLI ANNI CHE SICURAMENTE SONO I PIÙ SIGNIFICATIVI PER LA FORMAZIONE DI UN INDIVIDUO. A TALE PROPOSITO, PERDONATE LA DIGRESSIONE, RAMMENTO CHE QUALCHE TEMPO FA INVITAMMO NELLA CASA NATALE DI CUI VI DICEVO, UNA SCOLARESCA. I BAMBINI DI QUARTA-QUINTA ELEMENTARE SI SONO DIMOSTRATI MOLTO CURIOSI RIGUARDO LA FIGURA DEL FILOSOFO E ANCOR DI PIÙ CIRCA LE SUE ABITUDINI: TOCCAVANO LE SUPPELLETTILI, SEDEVANO DIETRO LA SUA SCRIVANIA E SOPRATTUTTO PONEVANO DOMANDE. TANTE DOMANDE. UN BAMBINO IN PARTICOLARE MI POSE UN QUESITO ALQUANTO INSOLITO. MI CHIESE ,INASPETTATAMENTE, QUALI GIOCHI PRATICASSE ANTONIO GENOVESI DA PICCOLO. I BAMBINI SONO IMPREVEDIBILI SI SA E AMMETTO CHE TALE DOMANDA MI COLSE ALQUANTO ALLA SPROVVISTA. TUTTAVIA IL QUESITO PROPOSTO NON ERA DI DIFFICILE RISOLUZIONE. SEMPLICEMENTE ELENCAI A QUEL BAMBINO TUTTI I GIOCHI CHE PRATICAVO IO NELLA MIA INFANZIA, CIRCA 250 ANNI DOPO ANTONIO GENOVESI. COME ANZI DETTO GENOVESI NACQUE NEL COMUNE CHE RAPPRESENTO, PRECISAMENTE IN UN RIONE UBICATO AL LATO NORD DEL PAESE NEI PRESSI DELLA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE. ANCHE IO SONO NATO NELLA MEDESIMA ZONA, TEMPI DIVERSI, MA STESSO LUOGO E, AGGIUNGERE, STESSA ATMOSFERA. UN’ATMOSFERA CHE SI POTREBBE DEFINIRE A TRATTI BUCOLICA. LA CAMPAGNA, LE CASE, LE STRADINE, LA EDICOLE VOTIVE, LE VECCHIE CHIESETTE, ETC. EMBLEMATICI I PORTONI DEI VARI STABILI LASCIATI SEMPRE APERTI. UN SEGNO TANGIBILE DI OSPITALITÀ. IL TUTTO ANIMATO DAL PULLULARE DI FIGURE CHE SCENDEVANO E SALIVANO PER I VICOLI DEL RIONE, SOSTAVANO SULL’USCIO DI VECCHI PORTONI DI LEGNO, SI AFFACCIAVANO ALLA FINESTRA E SI RECAVANO VERSO SERA ALL’ACQUEDOTTO DI FUORNI PER ATTINGERE L’ACQUA O PER FARE IL BUCATO. PER QUANTO RIGUARDA I BAMBINI, ANCHE PER LORO C’ERA SEMPRE QUALCOSA DA FARE: ANCHE SE PICCOLO ERI PARTE IMPORTANTE DELLA FAMIGLIA, DELLA COMUNITA’ E PERTANTO SI COLLABORAVA O NEI CAMPI O NELLE BOTTEGHE PER QUEL CHE SI POTEVA. ISOMMA DURANTE L’INFANZIA SI GIOCAVA, SI AIUTAVANO I GENITORI E SI STUDIAVA, ED IN QUEST’ULTIMO CASO QUALORA I MEZZI FAMILIARI NON CONSENTISSERO IL PROSIEGUO DEGLI STUDI, SI RICORREVA ALLA LETTERA DI RACCOMANDAZIONE DEL PRETE CHE PERMETTEVA L’INGRESSO IN SEMINARIO. TALE PRATICA È STATA PER MOLTO TEMPO ASSAI DIFFUSA, A CASTIGLIONE TANTI HANNO POTUTO ERUDIRSI IN QUESTA MANIERA, E TRA QUESTI ANCHE IL NOSTRO ABATE: ANTONIO GENOVESI. AD OGNI MODO, L’AIUTO IN CASO DI BISOGNO VENIVA DONATO CON AMORE E CON AFFETTO DALLA COMUNITA’. PER UNA MALATTIA O PER UN EVENTO LUTTUOSO, NASCEVA UN MOVIMENTO DI SOLIDARIETÀ CHE COINVOLGEVA TUTTO IL PAESE. RICORDO ANCORA QUELLE DONNE CON IL CESTO IN TESTA CHE SI RECAVANO A CASA DEGLI INFERMI PORTANDO LORO VIVERI E QUANT’ALTRO NECESSITASSERO. RICORDO I CONTADINI CHE A FINE RACCOLTO SI RADUNAVANO SULL’AIA PER UNA GRANDE FESTA, UN GRANDE PRANZO,AL QUALE ERANO INVITATI IN SEGNO DI RICONOSCENZA TUTTI COLORO CHE AVEVANO PRESO PARTE AL RACCOLTO. ANCORA RICORDO QUANDO SI ANDAVA DA UN CAPO ALL’ALTRO DEL PAESE PER PRELEVARE IL LIEVITO MADRE, IL LIEVITO PER IL PANE E LO SI PORTAVA DI CASA IN CASA CON LA RACCOMANDAZIONE DI NON FARLO FINIRE, DI NON FARLO MORIRE E DI LASCIARLO RIGENERARE PERMETTENDO COSI’ CHE ANCHE GLI ALTRI POTESSERO ATTINGERVI. SI, QUEL LIEVITO CHE PASSAVA DI CASA IN CASA ERA UN FORMA DI COMUNICAZIONE, DI COMUNIONE. TRA LA NOSTRA GENTE I RAPPORTI UMANI SI STRINGEVANO ANCHE COSI’. QUESTO L’HO FATTO IO E SENZ’ALTRO L’AVRÀ FATTO ANCHE L’ABATE GENOVESI. RIPETO, TRA LE DUE GENERAZIONI CI SONO STATI 250 ANNI DI DISTANZA, MA LA VITA IN PAESE E’ PER CERTI ASPETTI IMMUTATA. I RICORDI A DISTANZA DI MEZZO SECOLO SONO ANCORA VIVI IN ME. RICORDI DI PERSONE, DI VITA E DI COMPORTAMENTI. RICORDI DI GENTILEZZA E SOLIDARIETÀ. RAMMENTO UN FORTE SPIRITO DI COESIONE FATTO DI SANGUE OSSIA PARENTELA, O DI BRACCIA, OSSIA DI LAVORO. MA PERCHÉ OGGI VI STO TEDIANDO IN QUESTA MANIERA? PERCHÉ VI RACCONTO TUTTO CIO’? LA RAGIONE È PRESTO DETTA. SONO L’AMBIENTE, IL CONTESTO STORICO-CULTURALE DI APPARTENENZA ED IN ULTIMA ANALISI LE ESPERIENZE DI VITA VISSUTA A FORGIARE LA TEMPRA E LA PSICHE DI UNA PERSONA. E SENZ’ALTRO ANCHE ANTONIO GENOVESI SARA’ STATO INFLUENZATO NEL SUO PENSIERO, NELLE SUE OPERE DA QUEL CLIMA, DA QUELL’ARMONIA DI CUI PRIMA DICEVO. NONOSTANTE UNA GIOVINEZZA SEGNATA DA TREMENDE TRAGEDIE PERSONALI: LA MORTE DELLA MADRE E DI DUE FRATELLI, LE DIFFICOLTA’ ECONOMICHE, UNA AMARA DELUSIONE AMOROSA (FU INFATTI LASCIATO DALLA SUA AMATA CHE NON DIMENTICHERA’ COMUNQUE ANCHE NEGLI ANNI TRASCORSI IN SEMINARIO, INTERESSANDOSI DI LEI TRAMITE CORRISPONDENZA EPISTOLARE CON IL PRETE DEL PAESE. NOTATE QUALE SPIRITO RIBELLE: UN SEMINARISTA COMBUTTA CON UN SACERDOTE PER QUESTIONI DI CUORE!), BENE, DICEVO, NONOSTANTE TUTTE LE VARIE DISGRAZIE E AVVERSITA’, ANTONIO GENOVESI NON PERDERA’ MAI QUELL’OTTIMISMO E QUELLO SPIRITO SOLIDARISTICO TIPICO DELLA COMUNITA’ DALLA QUALE PROVENIVA. VEDETE, IO CREDO CHE IL GENOVESI ABBIA RICEVUTO TANTO DAI CASTIGLIONESI DI ALLORA. QUELLO SPIRITO CHE SENZ’ALTRO GLI AVRA’ LENITO LE SOFFERENZA O ALLIETATO LE GIORNATE E’ LO SPIRITO DEGLI ABITANTI DI CASTIGLIONE, LO SPIRITO DI UNA ITALIA DA RISCOPRIRE. QUELLA SOLIDARIETÀ, QUELLE COSE E PAROLE DONATE CON AMORE IN MOMENTI PARTICOLARI DELLA SUA GIOVINEZZA SI SONO TRAMUTATE, HAN PRESO FORMA, COSTITUENDO IL PRINCIPIO PRIMO DELLA SUA CONCEZIONE DI ECONOMIA FELICE. INFATTI NELLA DINAMICA COMMERCIALE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA, DEL PRODOTTO E DEI SUOI PROVENTI, IL NOSTRO ANTONIO GENOVESI HA RITENUTO OPPORTUNO INSERIRE IL CONCETTO DI RECIPROCITÀ. RECIPROCITÀ COME SOLIDARIETÀ COME QUALCOSA IN GRADO DI SUPERARE LA LOGICA DEL MERO INTERESSE ECONOMICO A FAVORE DI UN MODELLO DI SVILUPPO PIU’ EQUO ED A MISURA D’UOMO. A QUESTO PROPOSITO, RITENGO CHE IL MIO PAESE OLTRE AD AVER DATO I NATALI AL CELEBRE ABATE ABBIA ANCHE UN ALTRO MERITO, QUELLO DI AVER CONTRIBUITO A GETTARE LE BASI DI UNA NUOVA VISIONE ECONOMICA. AD OGGI SON PASSATI TRE SECOLI DALLA NASCITA DEL GENOVESI ED IO CREDO FERMAMENTE CHE SIA GIUSTO NON DIMENTICARE I SUOI INSEGNAMENTI. TUTT’ALTRO! STASERA MI RIVOLGO ANCHE A TUTTE LE ASSOCIAZIONI NATE ATTORNO ALLA SUA FIGURA E SPARSE SUL TERRITORIO NAZIONALE ED OLTRE, AFFINCHÉ SI POSSA REALIZZARE UNA COMUNIONE DI IDEE E MEZZI, PERCHE’, SE UN MESSAGGIO DI QUALCHE SORTA PUO’ ESSERE RISCOPERTO TRAMITE LO STUDIO DELLE OPERE DEL FILOSOFO, CREDO CHE QUEST’ULTIMO DEBBA PARTIRE INEVITABILMENTE DA CASTIGLIONE. UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETA’ E SPERANZA, LA TESTIMONIANZA CHE L’ADOZIONE DI UN DIVERSO MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO E’ POSSIBILE. DALLA COORDINAZIONE DI TUTTE QUESTE ASSOCIAZIONI POTREBBE QUINDI NASCERE UN COMITATO CAPACE DI PROMUOVERE IL PENSIERO DI ANTONIO GENOVESI MEDIANTE MANIFESTAZIONI CULTURALI SPAZIANTI DAL DIBATTITO, AGLI EVENTI TEATRALI, IL TUTTO NELLA SPLENDIDA CORNICE RAPPRESENTATA DAL CONTESTO PAESAGGISTICO E SOCIALE DEL SUO PAESE NATALE. IL MIO DESIDERIO E’ CHE, AL PARI DI CIO’ CHE AVVIENE PER I LAUREATI IN ECONOMIA E COMMERCIO DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA ,LA LUMSA, ANCHE I NEO DOTTORI SALERNITANI POSSANO RECITARE UN GIURAMENTO ETICO CONFORME AGLI INSEGNAMENTI DI GENOVESI; MAGARI CON PROCLAMAZIONE PROPRIO NELLA CASA NATALE DI QUEST’ULTIMO. VI CONFIDO CHE LA MIA SPERANZA E’ CHE LE NUOVE GENERAZIONI IN TALE MANIERA POSSANO ISPIRARSI ALLA DOTTRINA DEL FILOSOSO, CONDIVIDENDONE LA PIETAS E L’UMANITA’ CHE NE PERMEAVANO IL PENSIERO. IN CONCLUSIONE, MI PERMETTO DI ASSERIRE CHE SIMILI CONCEZIONI IN MATERIA ECONOMICA E SOCIALE NON SIANO MAI STATE TANTO ATTUALI COME DI QUESTI TEMPI. TEMPI DIFFICILI. GRAZIE PER L’ATTENZIONE.
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