Aldo Bianchini
CAVA de’ TIRRENI – Il vento di tempesta che da tempo si è infilato nel palazzo di città, che ha seminato il panico tra politici e funzionari, che ha suscitato sospetti e velenose vendette come in una battaglia del “tutti contro tutti”, quel vento almeno per un attimo ha abbassato la sua prorompente potenza anche se per l’imminente campagna elettorale si ripromette di ritornare alla grande e più forte di prima. A farlo rientrare nell’otre di Eolo non è stata sufficiente la forza erculea di Ulisse, c’è voluta una sentenza della Cassazione magistralmente e tenacemente chiesta e motivata dall’avvocatessa Francesca Brunetto nella qualità di difensore di “M.E.”, giovane donna quarantaduenne affetta da oltre un decennio da “sclerosi multipla”. La donna era stata clamorosamente coinvolta nell’inchiesta contro la commissione medica per il riconoscimento delle invalidità civili che aveva travolto una sessantina di persone. Correva l’anno 2013, esattamente il 17 ottobre, quando con una decina di mandati di cattura la Procura Antimafia di Salerno (pm Vincenzo Montemurro) pensava di aver messo le mani su una banda, eufemisticamente denominata “B&B – Baldi e Baldi” e che io più comodamente ho definito “Baldi connection” (per meglio identificare la specificità dell’inchiesta) ben organizzata e con finalità dirette al “voto di scambio” attraverso il riconoscimento di invalidità civili inesistenti. Si era parlato insistentemente dell’esistenza di una vera e propria organizzazione capace di stravolgere la realtà dei fatti pur di conquistare voti su voti da indirizzare verso il “grande ispiratore” che gli inquirenti avevano identificato nella persona del consigliere regionale dott. Giovanni Baldi di Cava de’ Tirreni. Addirittura la pratica relativa alla malcapitata “M.E.” era stata, forse, la mossa principale della Procura che si muoveva sulle rivelazioni assolutamente infondate del super testimone “V.M.” che per un certo periodo di tempo aveva ricoperto la carica (mai assegnata in termini istituzionali !!) di “portaborse dell’onorevole”; nella fattispecie la Procura si era letteralmente sciolta sulle dichiarazioni del “pentito” che per rendere più credibile il suo racconto aveva presumibilmente indicato nella posizione di “M.E.” il fulcro centrale della colossale truffa, anche perché la predetta negli anni precedenti era stata la “segretaria” nello studio medico del dott. Giovanni Baldi. Quindi con il calcolo semplicistico del “metti una segretaria con un politico e le rivelazioni del portaborse” la procura credeva di aver agguantato la prova inoppugnabile delle accuse poste a fondamento del proprio castello accusatorio. Il bello, o meglio il brutto, della situazione è che “M.E.”, suo malgrado, è davvero invalida ed è davvero portatrice di una invalidità pesante da circa dieci anni; invalidità che è stata regolarmente e legalmente analizzata dalla commissione (composta secondo la Procura e “V.M.” di servi sciocchi !!) finita sotto inchiesta che non aveva affatto riconosciuto il 75% bensì il 67% che non aveva dato diritto ad alcun trattamento pensionistico. Ma tutto questo, verosimilmente, il buon accusatore “V.M.” non lo sapeva e si era limitato a dire agli inquirenti che tra le favorite principali da parte della commissione c’era proprio la segretaria dell’onorevole. A quel punto apriti cielo e la battaglia venne scatenata contro tutto e tutti. Ecco la ragione del perché sulla posizione di M.E., in questi due anni si è scatenata una furiosa battaglia all’ultimo sangue tra la Procura Antimafia, l’avvocatessa Brunetto e la Cassazione con ricorsi, rigetti, controricorsi e rigetti definitivi. In pratica la posizione di M.E. rappresentava nell’inchiesta un passaggio fondamentale per dimostrare l’organizzazione malavitosa e truffaldina e la sconfitta della Procura, con una sentenza della Cassazione che ha annullato l’ultima ordinanza del Gip di convalida delle richieste del PM, suona oggi come un vero e proprio campanello d’allarme (se non di più !!) per l’intero impianto accusatorio. E’ stata una battaglia in “punta di diritto”, come si suol dire, che l’avvocatessa Francesca Brunetto (da qualche giorno i titoli possono essere declinati al femminile !!) ha condotto e vinto in maniera brillantissima. Ora si attendono le prossime mosse della Procura che dall’otre di Eolo vorrebbe far uscire nuovamente i venti di tempesta. Vedremo nel prossimo futuro, tanto le elezioni sono imminenti. Nel frattempo tutti gli altri indagati in quella clamorosa inchiesta possono incominciare seriamente a tirare qualche sospiro di sollievo, le accuse del pentito sono state minate alla base e tutto lascia prevedere il sereno sul mare della tranquillità.
Già quando questa inchiesta creò il trambusto che creò, con titoloni sui giornali,nel mio piccolo avanzai qualche piccola riserva , sul modo con cui si era giunti a dei provvedimenti così “estremi” sulla base di indagini che potremmo definire,con il senno del poi, non proprio approfondite,nei riguardi di persone, fino ad un giorno prima, normalissimi professionisti e non pericolosi delinquenti.
Ma per il caso si scomodò la DIA.
E pure motivi per essere un poco più attenti ce ne erano e come.
Si preferì lo scoop…il tritacarne mediatico. Sicuro il P.M. sicuri tutti.
E pure,Il teste chiave,l’accusatore, aveva motivi di rancore certi, nei riguardi dell’onorevole di turno preso di mira.La suora (motivo di scandalo) non aveva mai avuto nessun accompagnamento. Lo CTU Ausiliario di P.G. raggiunto lui stesso da avvisi di garanzia, aveva espresso valutazioni “goliardiche”.Oggi il “falso invalido”, prove delle prove ,dichiarato tale dallo CTU “goliardico” ,è dichiarato “invalido verissimo” senza rinvio, dalla Corte di Cassazione. C’è da rimanere basiti.
Non parliamo poi dell’espressione…….”non per soldi ma per voti”……..il voto di scambio a Cava? e senza nessuna corruzione o utilità “dimostrata” o avvenuta , per i presunti deliquenti componenti della commissione.Il voto di “scambio” su che cosa? Due anni dopo le Elezioni? Misteri del super teste “del giovedì”, che speriamo dovrà spiegare…..perchè tanta acredine?
Sinceramente non mi appassiona la polemica sul perché ci sia potuta essere tanta incomprensibile protervia ,”pugno di ferro”, almeno per noi comuni mortali,ma mi interesserebbe sapere perché degli errori così madornali (se veri…….. e sembrerebbe di si) sono passati così non vagliati dall’autorità inquirente che non è così sprovveduta, anzi, è tra le più le piùpreparate, e pure ,senza se e senza ma è andata dritta dietro il suo convincimento accusatorio.Non si è accorta della approssimazione delle indagini svolte? Noi non possiamo che credere questo conoscendo l’autorevolezza e la serietà professionale dell’Autorità Inquirente.
Al contrario mi vorrei soffermare sul fatto che persone che potevano ,senza colpo ferire, ricevere un avviso di garanzia, furono fatti oggetto di un ordinanza cautelare che ne richiedeva tre mesi di carcere……non domiciliari…..carcere, cosa , che alla luce dei fatti che un poco alla volta sono venuti fuori,oltre che francamente esagerata, getta ancora un’ombra su come a volte vengono condotte delle indagini che hanno poi il potere di rovinare per sempre la vita di alcune persone e delle rispettive famiglie.
Ogni anno duemila famiglie distrutte e fatte a pezzi, per poi accorgersi, che forse si è esagerato.
Il caso di M.E. , cui va la mia solidarietà di semplice cittadino,è emblematico.Nel nostro Paese non basta essere innocenti…..bisogna dimostrarlo (cose da folli)…….siamo arrivati al sovvertimento dei paradigmi Costituzionali.
Se non bastasse a questo possiamo aggiungere le 257 condanne in 50 anni della Corte di Giustizia Europea che rendono il nostro paese campione Europeo di malagiustizia.
E’ di questo che dovrebbe parlare,Direttore, non delle esagerazioni di un P.M., mal consigliato, a fronte di una serie di “superficialità “ di indagini francamente inspiegabilmente e a “senso unico”.
Il P.M. non è tenuto a trovare solo gli elementi di colpevolezza ma,eventualmente, anche quelli di innocenza o, almeno, scartare le prove dubbie ( e in questa inchiesta, per quello letto, ve ne sono diverse), senza aspettare la pronuncia della Corte di Cassazione, che ha restituito dignità ad una persona già provata da una difficile malattia.
Un P.M. può sbagliare, ci mancherebbe, e,nel corso della carriera, si può rifare; ma rovinato un uomo per una indagine sbagliata, quell’uomo non si rifarà mai più.
Può sembrare strano ma pur seguendo questa vicenda dall’inizio,perchè conosco ,per motivi di lavoro, qualche componente della cosi detta “B&B”, se non avessi letto l’articolo del Direttore della sentenza della Corte di Cassazione non ne avrei saputo un bel niente.Nessuna locandina,titolone sui giornali………niente di niente.Un silenzio cosmico.
È imbarazzante. Di più: è sgradevole dirlo. Ma un Magistrato coraggioso non ha sempre ragione. Ha ragione a chiedere che l’opinione pubblica lo sostenga nelle sue indagini o nei suoi atti, che ne sappia apprezzare il coraggio e la schiena diritta, le doti, insomma, che ne fanno altra cosa dai magistrati pavidi, servili o insabbiatori. Ma non può chiedere per questo, come in un pacchetto di «prendere o lasciare», l’approvazione di comportamenti che violino i suoi doveri di misura e logica.
Se è vero quello che ho letto , non posso che dire che ci sono comportamenti di alcuni magistrati che dovrebbero essere censurati e contrastati. Non tutti i magistrati sono efficienti e molti, nelle singole realtà territoriali, si attribuiscono un ruolo eccessivo, spesso frutto di un eccesso di protagonismo ( anche il nuovo Presidente della Repubblica a posto l’accento su questa nota dolente), che li porta talvolta ad effettuare indagini che, successivamente, si rivelano viziate da gravi errori.
E anche quando compiono errori marchiani (il caso della signora “vera invalida” ne sarebbe una prova certa), i singoli magistrati difficilmente ne subiscono conseguenze………hanno seguito un loro libero convincimento.
Come commentare certi articoli,Direttore, si avverte l’esigenza di recuperare una cultura garantista che parta dalla presunzione di innocenza. Applicare il principio del dubbio pro reo. Recuperare la modestia, la capacità di riconoscere l’errore. Regolamentare i processi mediatici, fermo restando il rispetto del libero pensiero e della libertà di stampa.
Quello che il cittadino soffre è che l’iniziativa del PM viene recepita non solo nel corso delle indagini preliminari dai Gip quando devono emettere provvedimenti( per lo più copia e incolla acritici) di sequestri conservativi o provvedimenti restrittivi della libertà, ma anche nella fase della decisione, cioè tribunale monocratico o collegiale o corti di Assise. Fino alla Cassazione. E la Cassazione a sua volta ormai emette delle sentenze sull’onda delle emozioni create dal PM attraverso i media. Il pubblico ministero oggi è il dominus perché i media lo hanno rafforzato. Oggi il giustizialismo impera. Fortunatamente per la “vera invalida” non è stato così.Miracolo ! Deo Gratias.
Più che sullal normativa, che se fosse veramente applicata eviterebbe sicuramente delle eclatanti esagerazion (come sembrerebbe il caso in esame)i, bisognerebbe agire a livello culturale, iniziando dalle scuole di magistratura, spiegare che il nostro codice prevede la presunzione di non colpevolezza, perché pur di emanare ordinanze di custodia cautelare si ricorre sempre più spesso a un “interpretazione creativa” della Legge. In questo momento c’è la prevalenza non della garanzia, ma del sospetto. Per cui custodia cautelare a volontà. Il problema nel nostro paese è che manca il Giudice equilibrato, non le norme»
E’ un paese assurdo quello in cui con una sentenza passata in giudicato non si va in carcere e con la presunzione di innocenza si rischia la custodia cautelare. Mi sento di fare i migliori auguri alla “vera invalida” con la speranza che possa sconfiggere il male che patisce e i complimenti all’avvocatessa che l’ha difesa in questo inutile calvario.
facendo il mio solito giro di lettura sul quotidiano del Direttore, mi sono imbattuto in questa bella vicenda che francamente, non sembra vera,………… non si trovano parole per commentare.
Buona parte del male “inutile” che poteva essere fatto è stato gia fatto.Le discussioni accademiche,pregievoli,sicuramente sentite, di Giulio e Marilena sono apprezzabili…….ma credetemi trovano il tempo che trovano,perchè alla fine la verità che il problema resta a ch l’ha subito, molti non si ricordano nemmeno di quello che questa storiaccia determinò.
Una invalida dopo essere passata per il tritacarne mediatico ha dovuto aspettare due anni per vedersi riconosciuta la “verità” e tirarsi fuori dalle valutazione “approsimative” di un CTU “goliardico”……..sono contento sicuramente per lei, ma chi potrà ristorare il suo doppio dolore : patire veramente una malattia seria ed essere considerata una “falsa invalida”,raccomandata?
Possibile che queste storie non smuovano le coscienze? Se è così, come sembra, è giusto e ci meritiamo la Giustizia che abbiamo.
Un giorno per essere catapultati,senza paracadute, nei titoloni dei midia…..per essere annientati nelle radici……due anni per vedersi restituito il maltolto: l’onore,la dignità.
Sicuramente la signora in questione appartiene alla categoria delle persone “toste” (oltre la sua invalidità) e si è voluta e potuto sobbarcare le spese legali che almeno in prima fase ha dovuto sostenere….e ha fatto bene, ma quanti altri così detti “falsi Inavalidi” ci saranno? Se le valutazioni sono state fatte come nel caso della signora ci saranno ancora persone che stanno aspettando di vedersi riconosciuto :onore e dignità….perchè non hanno avuto la freddezza, il coraggio…..forse i mezzi della signora.
Il Direttore ne sa una più del diavolo quando sostienne…..attenzione le elezioni sono dietro l’angolo…..quale migliore momento per un udienza GUP, per essere certi di infangare con precisione certosina chi gia è stato infangato e abbondantemente.Chi vivrà vedrà.
Ricordo come se fosse ieri la conferenza stampa tenuta dal P.M. il giorno della vicena….ad una precisa domanda da parte di una giornalista, disse che il caso che più l’aveva colpito,sotto il profilo morale ,credo, della vicenda era quello di una suora cui era stato dato l’accompagnamento, tutti lo sanno che non è vero, ma lui ha controllato che alla suora non è stato dato un bel niente?
Bisogna riconoscere molta serietà intelletuale e professionale al P.M. quando ha inviato l’avviso di garanzia pure all’ausiliario di P.G., lo CTU, ma troppo tardi….la frittata gia era stata servita, compreso il caso della suora.
Cosa aggiungere, non credo,purtroppo, che tutte le cose che di volta in volta sono state evidenziate dal Direttore, come errori evitabili, rispamieranno a quelli che sono rimasti nell’indagine un altro giro sulla giostra della berlina mediatica….a meno che non ci voglia rendere conto che ,come si dice a Napoli che si è preso “assi per fiure”.
Ci tengo a ribadire il massimo rispetto per l’autorità inquirente………ma si è fidata troppo di incompetenti o persone in malafede.Il provvedimento preso nei riguardi del CTU ne savaguardia sicuramente la sua assoluta “buonafede”.
Ma se anche i casi riguardanti lo “CTU” fossero…per caso “veri invalidi”….all’ora come il buon massimo Troisi non ci resterebbe che piangere.Peccato che che per alcuni,come la signora “veramente invalida” travolti in questa vicenda non è un film, anzi è stata una tragedia.
Prima di tutto mi associo ai complimenti alla “falsa invalida”, agli auguri sinceri, alla sua soddisfazione. su tutto la cosa sicuramente più importante.
Per il resto non posso esimermi da qualche piccolo commento.
Ho sempre apprezzato la linea editoriale sobria,asciutta,verificata, del Direttore,lontana mille anni luce dalle “cronache del cortile”.incentrata sui fatti e non sui forse o sui ma.
Un punto fermo è stato sempre quello di evitare i processi in piazza. i commenti da bar dello sport ,evitare di apparire ostili “per partito preso” alla magistratura.
Mi rendo conto che la tentazione è forte….che quando si inizia a scrivere a volte qualche nota di troppo di tipo polemico scappa, ma bisogna stare fermi nei propri principi.Non si può chiedere moderazione quando, poi non avendo veri elementi….qualche elemento, si va alla carica a testa bassa contro la magistratura che in fin dei conti non fa altro che il suo lavoro…..bene…male……ma il suo lavoro.
Tutti tirano l’acqua disponibile per il proprio mulino….innocentisti e colpevolisti ma l’unica acqua da tirare sarebbe quella per la verità e per questa bisogna saper aspettare.la signora invalida ha aspettato due anni ma adesso qualche soddisfazione si spera se la toglierà.Ma ha saputo aspettare, ha sofferto in silenzio, ma ha saputo aspettare.
Perchè non potremmo aspettare anche noi? perchè fasciarsi la testa prima che sia rotta? Perchè non sperare che la magistratura si renda da conto da sola delle esagerazioni fatte? Io ci credo e lo spero e non per gli indagati ma prima di tutto per i Magistrati stessi.
Illustre Nicola è facile commentare avendo a disposizione una maggiore quantità di notizie.gridare allo scandolo, prendersela con il magistrato di turno……….ma queste informazioni (sempre che vere) erano in possesso del Magistrato? Credo di no.Se a questo aggiungiamo la malafede di qualche teste chiave e la superficialità di qualche CTU il gioco è fatto. Ma il Magistrato che centra?Gli mettono nero su bianco che uno che invalido non è invalido e lui si muove di conseguenza.Perciò….aspettiamo….maggiore moderazione.non lasciamoci prendere anche noi dalle sirene dello “scoop”. Non ci sarebbe più differenza.Il lavoro del Direttore buttato alle ortiche.
La Giustizia è lenta ma arriva….la vittoria della signora invalida dovrebbe essere una lezione per tutti Magistrati compresi e noi siamo certi che sono persone pensanti e serie.