SALERNO – A qualcosa le avventure e/o le dissaventure giudiziarie dell’ex sindaco Vincenzo De Luca comunque servono; almeno mettono in evidenza le peculiari specialità di alcuni cosiddetti “convitati di pietra“, termine indicativo di “presenze silenziose ed inquietanti“. Naturalmente parlo dei personaggi che nel bene o nel male gravitano intorno a Lui, il kaimano salernitano; incominciamo ad esaminare le posizioni dei primi quattro convitati. Ovviamente la definizione mal si addice al giovane avvocato Horace Di Carlo che nelle sue esternazioni è tutt’altro che silenzioso ed inquietante. Horace è vivo, vitale, rumoroso ma sempre assolutamente genuino, trasparente e capace di esprimere in poche battute anche i concetti più complicati e, soprattutto, è capace di ragionare con il suo cervello. Fatta questa premessa doverosamente necessaria mi corre l’obbligo di precisare che tutti i nomi indicati nel titolo sono valenti professionisti che da tempo veleggiano tra le prime posizioni in classifica dell’avvocatura nostrana attraverso le naturali distinzioni per specializzazione e, non certo, per merito. La vicenda intorno alla quale ruotano i quattro avvocati salernitani è, manco a dirlo, la decadenza da sindaco di Vincenzo a causa di quella benedetta o maledetta sentenza della II sezione penale del Tribunale che lo ha condannato ad un anno di reclusione -pena sospesa- per la storia del termovalorizzatore. Horace Di Carlo, su Il Mattino del 20 febbraio (che ha corretto il tiro rispetto a quanto erroneamente scritto il 14 febbraio con il titolo: “Ma Di Carlo, il popolo è con noi” che faceva pensare ad un appiattimento sulle posizioni deluchiane), ha spiegato con poche ed efficaci parole e con tecnica forense la scelta del dietro front di De Luca rispetto al Tar. Per quanto mi riguarda aggiungo che De Luca molto ben consigliato fin dal momento della presentazione del ricorso ha rinunciato all’udienza di merito per non rischiare capre e cavoli e ritrovarsi impantanato e privo di valide ragioni da investire in una sua molto poco probabile candidatura a governatore della Regione. L’accaduto evidenzia ancora di più, semmai ce ne fosse stato bisogno, la grande capacità strategica di uno dei più noti amministrativisti nostrani e non solo, Antonio Brancaccio; quest’ultimo è l’unico dei quattro che lavora in maniera costante per il Comune e di certo non lavora per la gloria o solo per la gloria In un recente passato c’è stata, addirittura, qualche polemica per alcune parcelle pagate dal Comune, polemiche subito rientrate grazie al passo indietro fatto dal quotidiano Cronache del Salernitano che aveva sollevato il caso. Ma la vicenda, ovviamente, ha lanciato sul palcoscenico della notorietà molto diffusa anche l’avvocato Oreste Agosto che da qualche anno a questa parte è impegnato con l’associazione “No Crescent” in una battaglia senza quartiere contro l’amministrazione De Luca con alterne fortune. Senza di lui probabilmente le ottime qualità di Brancaccio non sarebbero svettate anche a livello nazionale attraverso i grandi network. Agosto è il classico “convitato di pietra” molto professionale, sempre silenzioso, nessuna sbavatura, mai sopra le righe, capace e ficcante come pochi altri. Da solo ha messo in crisi il Comune, la Soprintendenza e la stessa magistratura (inizialmente riottosa su problematiche così vaste ed impegnative) tenendosi fieramente lontano dei mezzi di comunicazione che riesce a rispettare senza servirsene e senza diventarne succube. E infine c’è Luciano Provenza, avvocato da sempre impegnato più nei tribunali ecclesiastici che in quelli ordinari, con la sua flemmatica sicurezza ai limiti della insensibilità; ma Luciano insensibile non è e non lo è mai stato, per carattere e per dna. Ha avuto l’intelligenza di capire quando era giunto il momento di spiazzarsi da quelle posizioni che potevano apparire radicali e troppo incentrate sulla figura del “kaimano” ed ha avuto la capacità di sottrarsi alla cooptata sottoscrizione dei quel penoso documento di solidarietà pseudo giudiziaria nei confronti del sindaco pur appartenendo alla maggioranza. Ed ha avuto l’abilità di indurre anche altri amici a seguire la sua strada che non era dettata soltanto dalla imprudenza ma dalla giusta interpretazione di leggi e regolamenti. Insomma anche queste riflessioni induce a fare il complicato “sistema di potere” dell’uomo e del politico Vincenzo De Luca.