Aldo Bianchini
SASSANO – Dal gruppo dei “liberi pensatori”, spostatosi l’altra sera momentaneamente nel “Modì” di Sala Consilina per un’ottima pizza, una voce autorevole con fare quasi da “pastorale” mi ha dettagliatamente spiegato come la cosiddetta “cena dei misteri” sia stata soltanto una tappa interlocutoria della “strategia della tensione” che accompagnerà sul filo di una grande incertezza un’intera comunità almeno fino a dopo le festività pasquali. L’incertezza sarebbe determinata dal fatto che il principale beneficiario della “cena dei misteri”, T.P., è in attesa della “manna dal cielo” che gli dovrebbe portare la “presidenza dell’ente parco”; difatti nel caso (molto, ma molto improbabile !!) della presidenza potrebbe anche decidere di passare la mano e rinunciare al posto di sindaco per il secondo mandato consecutivo. E qui, mi ha suggerito la voce autorevole, si riaprirebbero tutti i giochi che conferirebbero alla “cena dei misteri” una valenza di gran lunga superiore alla semplice ricompattazione delle “perdute amicizie” tra T.P. e A.C., tra A.C. e V.C. accompagnato dal fedele G.R.. Quest’ultimo sarebbe la novità della cena; difatti ho ricevuto la gradita telefonata di V.C. per precisarmi che A.D. non era presente alla cena e che al suo posto c’era appunto G.R.. Insomma tutto questo per quanto riguarda la cena. Ritorniamo, però, all’incertezza che mantiene un’intera comunità sotto scacco. Dunque T.P. prima di decidere se candidarsi o meno a sindaco sarebbe in attesa di una risposta definitiva alla sua richiesta di presidenza per l’ottenimento della quale T.P., stando ai commenti dei più, starebbe impegnando tutte le sue risorse politiche e relazionali; tanto è vero che proprio poche settimane fa a Sala Consilina si è tuffato tra le braccia seducenti e velenose di Vincenzo De Luca il quale non ha mancato di rimproverargli pubblicamente le “sue amicizie napoletane” quasi come a profetizzare che la “nomina a presidente del Parco” sarà una cosa molto ma molto improbabile. Anche perché, diciamocelo con franchezza, non credo assolutamente che detta nomina (quale che sia il suo beneficiario) potrà passare prima delle elezioni regionali; e allora ecco il rebus: candidarsi o non candidarsi. Oltretutto lo stesso De Luca appare perdente contro la cordata Valiante-Aloia-Cobellis che non lascerebbe niente a nessuno, figurarsi a T.P.. Capisco che la comunità sassanese è abituata a queste incertezze ed a questi rebus, capisco che il clima elettorale è anche più accattivante con le incertezze e i rebus, capisco che per oltre trent’anni Gaetano – Antonio e Vincenzo hanno tenuto banco suonandosele ed abbracciandosi per ritornare a risuonarsele e a riabbracciarsi ancora, ma almeno quelli erano in tre, invece qui c’è solo un personaggio che mantiene in scacco tutti. Quei tre, allora giovani professionisti, provenienti da famiglie della media borghesia riuscirono comunque a smantellare decenni di potere quasi oligarchico di antiche e poche famiglie blasonate, il giovane di oggi è riuscito certamente a metterli in crisi ma deve dare ancora prova di sicuro e necessario cambiamento. E’ vero i tempi sono cambiati, oggi si sta scivolando più verso l’autoritarismo che verso il pluralismo, ma il “corpo elettorale” merita rispetto senza se e senza ma da parte di tutti. E gli altri ? Beh !! alla luce di questa pesante incertezza gli altri non dormono e negli ultimi giorni (dopo il precedente articolo sulla “politica del Ninà”) si parla con sempre maggiore insistenza di una candidatura assolutamente inedita ed eclatante, quella di Michele D’Amato fratello dell’attuale assessore ai lavori pubblici Antonio, che potrebbe costituire la vera novità politico-amministrativa, quasi come un punto di rottura, più di una semplice provocazione, per le elezioni di maggio anche se sulla sua effettiva discesa in campo ci sono già delle incertezze. In primo luogo per candidarsi lui dovrebbe esserci la rinuncia del fratello, non per un impedimento sostanziale ma per un fatto soltanto di immagine e di opportunità: due fratelli schierati contro non piacciono a nessuno. In secondo luogo dovrebbe superare qualche perplessità legata alla presenza della moglie nel contesto della Bcc Sassano, ma sempre e soltanto per mera opportunità deontologica. Vedremo !! Ma per “gli altri” parlare soltanto di Michele D’Amato è un po’ poco. Si sussurra da più parti che questa volta i “pentastellati” sassanesi potrebbero addirittura organizzare una “mini leopolda” con appositi tavoli di idee per valutare l’eventuale discesa in campo con obiettivi ben precisi; certamente una bella esperienza che almeno in zona non ha ancora avuto rappresentazioni pratiche. E gli altri ancora ? Il nome che sembrava poter ricompattare tutti, Domenico Rubino, si sarebbe lestamente defilato anche perché non ci sarebbe stata, almeno per il momento, la piena condivisione della scelta da parte di Gaetano Arenare; ma anche qui è tutto in divenire e dovremo aspettare. Una considerazione, però, lasciatemela fare nel pieno rispetto di tutti. Alla cena dei misteri c’erano tre medici, altri medici sono sui blocchi di partenza, un altro medico potrebbe essere il solito outsider pronto a scompaginare il tutto. Insomma, ancora una volta, saranno i medici a decidere il futuro della comunità sassanese; come dire, da quando il ragioniere per eccellenza ha smesso di metterli tutti in fila ecco che sono ritornati alla grande sul palcoscenico della politica locale. “Ma i medici portano i voti” mi ha suggerito sempre quella voce dei liberi pensatori sul finire della cena “e qui a Sassano non è cambiato niente”. Peccato, ma come spesso accade ha ragione lui.