Al G20 si parla di Grecia

Filippo Ispirato

Si è tenuta ieri, in Turchia, una riunione del G20, ovvero il summit dei governatori della banche centrali e dei ministri delle finanze degli stati con le economie più avanzate, a cui prende parte anche l’Unione Europea.

Da questa riunione è apparso subito evidente che uno dei temi principali per la stabilità economica e finanziaria, non solo dell’Europa ma del sistema economico nella sua globalità, sia la questione greca, in bilico tra ritorno alla dracma e permanenza nell’area Euro. Mentre i mercati tornano a speculare sull’opzione ‘Grexit’ dopo che Tsipras ha confermato il suo ‘no’ all’Europa, con la borsa di Atene a picco, il governo di Washington ha invitato i diplomatici europei a non destabilizzare la fragile economia del paese ellenico.

Lo ha affermato un funzionario del Tesoro americano, parlando a margine della riunione del G20; secondo il diplomatico ci sono le basi per un accordo  tra la Trojka (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) e governo di Atene, accettabile sia per la popolazione greca, stanca da oltre sei anni anni di austerità, che per i creditori internazionali che temono di perdere il loro denaro investito in titoli di stato ed obbligazioni greche.

Il funzionario statunitense ha detto che i membri del G20 hanno deciso di utilizzare tutti gli strumenti economici a disposizione per rilanciare la debole crescita dell’economia globale, ma ha messo in guardia contro l’esclusivo affidamento sulla politica monetaria; da sola non basta, l’eccessivo rigore utilizzato in questi anni da parte della Trojka se da una parte ha consentito il recupero di parte del debito, dall’altra non ha fatto che aumentare le sacche di povertà e di indigenza in Grecia, oltre che ad aggravare la situazione economica generale ed il debito pubblico in un circolo vizioso che ha relegato Atene in una condizione di prolungata recessione e stagnazione dei consumi.

In un velato riferimento alla Germania, che ha uno dei più grandi surplus commerciali del mondo, il funzionario ha detto che alcune nazioni europee dovrebbero spendere di più per incentivare la debole crescita dell’Eurozona: in poche parole se si cerca solo il rigore dei conti ma non si creano le condizioni per aumentare la ricchezza ed il lavoro nei paesi deboli dell’area Euro, difficilmente si uscirà da questa situazione.

Un monito dunque importante degli Usa all’Unione Europea tutta ed in particolare alla Germania: importante e senza ogni dubbio avviare delle riforme strutturali in Grecia ma senza una seria ripresa dei consumi e con manovre lacrime e sangue per il popolo greco difficilmente si eviteranno tensioni sociali ed economiche, che nel tempo potranno solo destabilizzare ulteriormente l’economia e la stabilità dell’area euro.

 

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