ROMA – Nell’omelia di oggi, 9 febbraio 2015, Papa Francesco ha ricordato ai presenti che “siamo custodi del Creato e non i suoi padroni“: “un cristiano che non custodisce il Creato – ha quindi espresso il Pontefice – è un cristiano a cui non importa il lavoro di Dio“.
Bergoglio, prendendo spunto dalla Prima Lettura di oggi (Gn 1, 1-19) è tornato a sottolineare, come già aveva fatto più volte in passato, come l’uomo non sia stato posto al centro del creato per disporne a proprio piacimento, anche abusandone, ma per curarlo e custodirlo.
Dobbiamo sempre tenere a mente il fatto che “Dio lavora, continua a lavorare“, anche oggi. La creazione non è un evento storico del passato, ma una azione di Dio che è in atto oggi stesso, frutto dell’amore di Dio, “perché Lui lavora per amore“.
All’uomo Dio ha affidato una “responsabilità”: “la Terra è vostra, portatela avanti; soggiogatela; fatela crescere“, ha aggiunto il Vescovo di Roma, parafrasando il mandato che Dio ha dato all’uomo all’atto della Creazione “anche per noi c’è la responsabilità di far crescere la Terra, di far crescere il Creato, di custodirlo e farlo crescere secondo le sue leggi. Noi siamo signori del Creato, non padroni“.
L’attenzione per l’ecologia, studiare e valutare forme per custodire il creato è proprio del cristiano: “quando noi sentiamo che la gente fa riunioni per pensare a come custodire il Creato, possiamo dire: ‘Ma no, sono i verdi!’ No, non sono i verdi! Questo è cristiano! – ha spiegato Bergoglio – È la nostra risposta alla ‘prima creazione’ di Dio. È la nostra responsabilità“.
“Un cristiano che non custodisce il Creato, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio, quel lavoro nato dall’amore di Dio per noi. – ha quindi concluso Papa Francesco – E questa è la prima risposta alla prima creazione: custodire il Creato, farlo crescere“.