Sanza: giustizia è fatta!!!

Antonio Citera

SANZA – Una diatriba tra il comune di Sanza e una famiglia addolorata, stremata per una tragedia che si stava consumando nelle mura domestiche. Un uomo che stava morendo per un tumore al cervello, il figlio e la moglie stremati dal dolore per l’agonizzare sempre più evidente. Giornate tristi, lunghe, interminabili. Era il 2010. Nello squarcio di questo scenario, un giorno, mentre le lacrime sgorgavano dai visi afflitti, il suono del campanello spezzò il silenzio. Una busta chiusa consegnata in fretta e furia. Una lettera ben scritta, proveniva dal Comune di Sanza. A scrivere era il Sindaco, ordinava di ripulire un terreno da erbacce e rifiuti vari. Il tutto per motivi di igiene pubblica. Dieci giorni di tempo altrimenti l’esposto sarebbe finito davanti a un giudice. Così fu. Un calvario per la famiglia, colpita al cuore, l’intestatario dell’ordinanza stava morendo e così fu, il cervello stava scoppiando ma, la legge non ammette “scuse”. Inizia così una causa giudiziaria conclusasi qualche giorno fa con l’assoluzione piena della famiglia in questione. Ma resta il gesto però, resta la freddezza di chi nonostante tutto, ha continuato a perseguire quelle norme scritte sui codici senza tener conto della fattispecie, senza il minimo senso civico per una famiglia distrutta dalla vita stessa, da quella vita che gli ha strappato prematuramente l’amore di un padre e di un marito affettuoso. A difendere la famiglia è stato l’avvocato del foro di Lagonegro Renivaldo Lagreca che subito ha capito l’entità del gesto insano e incivile, ha fatto sua la causa facendo trionfare la giustizia. Ma, per ovviare a qualunque dubbio, riportiamo uno stralcio della sentenza del tribunale di Lagonegro: << Con decreto di citazione a giudizio emesso il 14 gennaio 2011, venivano tratti a giudizio dinanzi a questa autorità Giudiziaria gli Imputati E. V. e F. A. per rispondere del reato ascritto in epigrafe. Al dibattimento veniva assunta la testimonianza del M.llo M. V. dei Vigili Urbani di Sanza, quella di V. U., teste della difesa, ed infine veniva acquisita la ordinanza n° 22/2010 emessa dal sindaco del comune di Sanza il 27.07.2010 per ragioni di igiene. Conclusa l’istruttoria il giudice stabilisce  (….) l’inconsistenza di tale ordinanza, impartita dal sindaco di Sanza che si fonda essenzialmente sulla relazione redatta dai vigili urbani di Sanza il 26 luglio 2010, nella quale si rappresenta che i fondi degli imputati devono essere puliti dalle erbacce e dai materiali onde evitare il pericolo di incendi e l’insorgere di problemi igienico sanitari. L’ordinanza, inoltre, ravvisa la necessità di ripulire un terreno sito a confine con le abitazioni delle  denuncianti da erbacce di ogni genere, da materiali di varia natura, alberi e sterpaglie che possono diventare ricettacolo di roditori, serpenti, oltre a pericoli di incendi alle loro abitazioni. Orbene, a parere del giudicante sulla scorta esclusiva di tali elementi, non sussistono i presupposti di adozione DELL’ORDINANZA CONTINGIBILE E URGENTE, mancando qualsiasi obiettiva indicazione delle ragioni di igiene, poste a tutela della collettività e non di singoli soggetti interessati quali, nel caso di specie, i confinanti, che non consentivano di ricorrere alla via ordinaria e imponevano una pronta tutela degli interessi pubblici a fronte di una condizione di mera trascuratezza di un fondo con vegetazione. Dunque l’illegalità dell’ordine, costituente il presupposto del reato, si riflette sulla configurabilità dello stesso. In conclusione, F. A. deve essere mandata assolta dal reato a lei ascritto perché il fatto non sussiste (…) Letto l’art. 129 c.p.p. inoltre dichiara di non doversi procedere nei confronti di E. V., in ordine al reato a lui ascritto siccome estinto per morte del reo.  Letto l’art. 530 c.p.p.., assolve A. F. del reato a lei ascritto, perché il fatto non sussiste. Letto l’art. 544 c.p.p. da lettura dei motivi della sentenza. Lagonegro, 13 gennaio 2015. >>

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