di Michele Ingenito
ROMA – Al Regno delle due Sicilie il primato nazionale dei Presidenti.
Da “Re Giorgio” al candidato ‘Principe’ Sergio. Questa sera l’Italia avrà il suo nuovo Presidente della Repubblica nella persona dell’ancora per poco giudice costituzionale Sergio Mattarella.
Passaggio delle consegne all’interno dell’antico regno, dunque, a testimonianza della solidità della classe politica meridionale.
Poi dicono i Borboni!
Dare per eletto da oggi Sergio Mattarella è un oltraggio alla verità e un omaggio alla stessa. Un oltraggio perché, al momento di andare in stampa oggi 31 gennaio 2015, nulla di vero è al riguardo. Così come, sempre oggi 31 gennaio 2015, l’ascesa al Colle più alto del Paese sarà regolarmente avvenuta.
Provare per credere. Là dove ‘provare’ sta per attendere la mezzanotte.
Presunzione, audacia, irresponsabilità e quanto altro non alterano uno stato di fatto in itinere, per calcolo politico e non certo per presunzione o voglia di protagonismo mediatico.
Perché se cosi non fosse, se al candidato ufficiale del capo del governo e leader maximo del proprio partito, Matteo Renzi, dovessero fare lo sgambetto (i propri uomini del PD o parte di loro) e coloro che hanno ragionevolmente accolto la candidatura di Sergio Mattarella a partire dalla quarta votazione in poi (SEL, ex-Cinque Stelle ed altri) per un numero più che sufficiente a tirare la volata al professore universitario palermitano, la credibilità della classe politica italiana nel suo insieme finirebbe al tappeto, con tutte le conseguenze del caso.
Il problema per il Cavaliere non è tanto perdere questa partita di fatto già perduta, ma abbozzare ancora una volta dinanzi agli eventi non più dominabili della propria vita politica facendo buon viso a cattivo gioco.
Del resto, ha tanti di quei problemi all’interno del suo partito che
non riesce più a gestire la complessa macchina organizzativa con la forza e la determinazione di un tempo.
Perché non tutti si chiamano Brunetta, che alla prima alzata di testa di qualche settimana fa, e di annunci precipitosi da leader che non è di confrontarsi a tu per tu con il proprio ‘creatore politico’ pur di far valere le proprie ragioni in dissenso con lui, è precipitosamente rientrato nei ranghi dopo una più che probabile e sonora ‘sculacciata’ del capo. Tutti si aspettavano, infatti, gli effetti di quella annunciata disputa interna. E, invece, un sonoro silenzio ha tradotto più e meglio di qualsiasi comunicato-stampa il rientro tra le righe del focoso capogruppo di FI alla Camera.
Perché non tutti si chiamano Brunetta. Perché ci sono i Fitto, che scalpitano e resistono con coerenza in nome delle proprie ragioni politiche per un dissenso esplicito e manifesto nei confronti del Cavaliere. E, prima o poi, c’è da attendersi il rilancio politico di Fitto all’interno del suo partito.
C’è, poi, l’età, che merita rispetto, e che non consente a nessuno, neppure al divo Silvio, di superare i propri limiti geriatrici.
Certo, il vero asso nella manica il Cavaliere ce l’ha. E si chiama Marina. Ma è ancora presto per giocarsela quella carta familiare, fin quando, almeno, lui riuscirà a competere nel complesso agone politico del Paese.
Quindi, o Mattarella o morte! Morte della politica, della credibilità politica, del consenso politico popolare mai sceso così basso nella (disi)stima nazionale.
Renzi ha scelto bene, per quanto non fosse difficile dopo tutto. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, eletto oggi, è l’uomo giusto al posto giusto, al momento giusto.
Un principio elementare che ha sempre portato l’America all’avanguardia della meritocrazia nel mondo. L’uomo giusto al posto giusto. Sembra facile, addirittura elementare.
Ma non in un paese come l’Italia in cui avviene l’esatto contrario; là dove insistono i poteri e gli interessi forti capaci di farsi restituire in voti i benefici riservati all’ignoranza dei carrieristi venduti al sistema.
Il Cavaliere farà bene, quindi, a non tirare troppo la corda in conseguenza del ‘tradimento’ del proprio pupillo d’altra sponda politico-partitica, cioè Renzi.
Non gli conviene. A meno che, dietro di lui, altri e ben oscuri poteri economico-finanziari e chi più ne ha più ne metta, non lo obblighino al suicidio politico pur di andare allo scontro a tutti i costi. Butti giù il rospo, quindi.
Sarebbe un passo falso due volte, se no, che nulla metterebbe né toglierebbe alla elezione odierna del nuovo Capo dello Stato.
Cha ancora una volta salutiamo in Sergio Mattarella.
Morto il Re (politicamente e istituzionalmente), viva il Re.
Ma conoscete a che livello è arrivata la classe politica italiana ( penta stellati compresi) ?
E ragionevole ritenere che un uomo che non fosse “affidabile” poteva mettere piede al Colle e mettere d’accordo tutti ( anche i Grillini che in apparenza si sono defilati)?
Votanti convinti ,defilati di “facciata” e schede bianche?
E’ un ragionamento, forse privo di fondamento, ma poteva essere così?
Io ho miei dubbi e me li tengo ben stretti aspettando smentite.
Avrei preferito, sicuramente,un uomo di valore ( non è che Mattarella non lo sia), esperto di Diritto Costituzionale (come Mattarella), garante delle parti ( il Presidente è sicuramente un arbito ma quando ci sono dei falli deve saper fischiare), ma espressione della società civile, fuori dalle pastoie politiche.
Nulla da eccepire sulle qualità dell’uomo e ci mancherebbe, uno che resta ininterrottamente in parlamento per 25 anni e ricopre a ripetizione cariche ministeriali non può essere un disincantato e intransigente novellino.
Uno che nel 2008 lascia la politica attiva e viene ripescato come componente della Consulta sta dentro a questa politica fino al collo. non è mai venuto fuori.
Il gran rifiuto con le relative dimissioni sulla Legge “Mammì” (tanto richiamate) furono dovute all’intransigenza “morale” o ordini di “corrente”, la “sinistra di base DC” (all’epoca dei fatti si dimisero tutti gli uomini di quella corrente, non solo Mattarella).
La storia, purtroppo, ci ha insegnato che in politica non sia fa niente per niente.
Il siciliano, Sergio Mattarella, 72 anni, oggi è il nuovo presidente della Repubblica Italiana. Se non ci fossero stati intrighi, compromessi, limature di pesi e contrappesi, verità incofessabili potevaessere votato anche alla prima votazione………o no?
Sulle “ombre”( oggi sicuramente veniali rispetto a quello che c’è oggi in giro : avvoltoi,iene,serpenti,amebe,Kaimani)) sulla sua figura ha scritto Marco Travaglio, tirandosi dietro un vespaio di polemiche e pure si è limitato a descrivere asetticamente i fatti storici: “Del Giudice costituzionale Sergio Mattarella ha ricordato la fama di persona perbene ,come quella del fratello Piersanti, assassinato da Cosa Nostra ( sulla vicenda si è fatto sentire l’ex Ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli che ha ribadito, come all’epoca dei fatti ,le differenze tra l’omicidio La Torre e quello di Piersanti ( sue opinioni),l’assoluzione per finanziamento illecito, ma anche la confessione di aver accettato un contributo elettorale da Filippo Salamone, universalmente noto in Sicilia come il costruttore di Cosa Nostra. Siccome poi, per il capo dello Stato,conta anche la reputazione della famiglia, non ha potuto dimenticare le ombre sul defunto padre Bernardo, ras della Dc siciliana nel Dopoguerra; e neppure quelle più recenti che hanno coinvolto il fratello Antonino, indagato negli anni 90 a Venezia per riciclaggio di denaro sporco e associazione mafiosa col cassiere della banda della Magliana Enrico Nicoletti, per una speculazione su una decina di alberghi a Cortina: inchiesta poi archiviata nel 1996 per mancanza di prove sulla provenienza illecita del denaro, con coda di polemiche anche in Parlamento. A completare il quadretto familiare ci ha pensato il nipote Bernardo, figlio di Piersanti, deputato regionale in Sicilia, ora indagato per peculato sui rimborsi regionali; e il figlio di Sergio, Bernardo Giorgio, allievo di Sabino Cassese, docente di Diritto amministrativo a Siena e alla Luiss nonché capo dell’ufficio legislativo della Funzione pubblica al ministero della P.A. , accanto a Marianna Madia: il suo compenso di 125 mila euro l’anno ha sollevato qualche malignità”. Io da meridionale, non sono stato particolarmente contento dell’elezione di Mattarella, una specie di coniglio bianco ( DC fino all’osso, comunque nulla contro i democristiani,solo una precisazione)), tirato fuori dal cappello magico di Renzi, ottimo prestigiatore). Usciamo da 9 anni di presidenza di Giorgio Napolitano( Re Giorgio), napoletano. E in questi nove anni sui nostri territori la situazione è peggiorata sempre più. : terra dei fuochi, chiusura fabbriche, sanità in ginocchio, degrado sociale, malavita organizzata imperante.
Quello che detesto è essere trattati da soggetti in via d’estinzione, tutelati sulla carta e relegati in luoghi militarizzati di fatto.
Adesso i meridionali dovrebbero gioire per una scelta squisitamente politica? Non cambierà nulla, in tutti questi anni nessuno ha scelto di battersi per la nostra martoriata terra devastata, tutt’altro. Napolitano non ha battuto un colpo…..è stato trasparente (almeno secondo me).E, poi, resta il dubbio che la provenienza meridionale non sia sicuramente della parte più onesta, orgogliosa e sana (almeno a leggere Travaglio)… e che a Roma raccattano i politici nelle paludi infestate della “vecchia classe politica” è fatto noto.Per ciò Mattarella non sarà, e non può essere, il mio Presidente. E sono certo che il mio pensiero incarnerà quello di molti altri.
Aspetto con fiducia di essere smentito……ne sarò felicissimo e auguro al neo Presidente i più sinceri auguri di buon lavoro……sperando in una inversione di rotta……..specialmente da un meridionale.
Gentilissimo commentatore,
in barba al suo nome, non le sembra di essere stato troppo “ingeneroso” con il nuovo Presidente.
Travaglio ormai lo conosciamo tutti, attento, preciso,lapidario ma troppo alla ricerche di “streghe” pure dove non ci stanno.
Io , prima di esprimere un qualsivoglia giudizio, aspetterei di vedere e poi esprimersi un parere.
Io non mi annovero tra quelli per cui la politica è necessariamente un marchio a fuoco di “inaffidabile.
Bisogna operare necessariamente distinguo.La politica è l’arte della mediazione e non di fare e tutelare gli interessi propri.
Le cose riportate da Travaglio se le poteva pure risparmiare……..sono stile “santa inquisizione”.
Certo io Berlusconi alla festa dell’insediamento non l’avrei invitato…..ma il Presidente non ha invitato B., ma il Presidente di Forza Italia…..doveva essere la sensibilità di quest’ultimo a non tresentarsi e a farsi rappresentare……..ma questa sensibilità, evidentemente al sinor B. manca.
da qui a farne un altro processo dietrologico al neo Presidente, francamente ,mi sembra fuori luogo