SALERNO – Il gruppetto è sempre quello, l’edicola di Torrione pure; questa volta però le parole sono t aglienti: “Un potere immenso, diffuso, articolato, insinuante, ramificato, inquietante, avvolgente e coinvolgente”; mi fa quasi rabbia lo strapotere del “kaimano”, ma tant’è, prendere o lasciare, De Luca è fatto così. Ai tempi di Gaspare Russo si diceva che nel tribunale appena qualcuno faceva il nome di “Gasparone”, anche in segreto, il presidentissimo veniva avvertito nel giro di qualche minuto. Con De Luca è diverso, molto diverso, basta solo pensare mentalmente al suo nome che Lui già lo sa, e sono guai per tutti, magistrati compresi. Potere del potere, chissà !! L’argomento in discussione, ovviamente, era la ipervelocità inusuale da vero “guinnes dei primati” con cui il Tar/Salerno ha rimesso sul trono il Re che, almeno per tre giorni pieni, era apparso nudo. Dunque “il Re è vivo, viva il Re” questo il succo dei discorsi da edicola dei giornali; martedì mattina sembrava un vero e proprio chiacchierificio inutile ed improduttivo, tanto lui, Vincenzo De Luca, continua e continuerà ad esercitare il “suo potere” con lucida freddezza, senza se e senza ma. Adesso capisco perché il pm Penna (pur abusando, forse, del suo potere !!) si era preoccupato giovedì mattina (22 gennaio) di verificare presso la Cancelleria del Tribunale se la sentenza era stata notificata al Prefetto: fin là dentro arriva il potere di De Luca ? Viva il Re. Dopo la solita inutile chiacchierata mattutina mi sono ritrovato a pensare che, forse, tutto sommato Vincenzo De Luca fa bene a fare quello che fa; questa è una città che lo ha scelto e che lo merita in pieno e che merita anche altro. Nel giro di un paio d’ore lunedì mattina 26 gennaio è stato depositato il ricorso che in maniera più veloce della luce è stato protocollato, letto, studiato, consultato, comparato, riletto e ristudiato; accensione computer, consultazione codici e leggi, preparazione “provvedimento monocratico cautelare” (questo non l’ho capito, quasi come se il Tar avesse paura di qualche azione di risarcimento ed avesse fretta di muoversi per autotutela !!) da parte del presidente della Prima Sezione ne rapida notifica al presidente del Consiglio Comunale. A ben leggere le cose accadute in questi giorni, cose che hanno segnato come macigni inamovibili alcuni passaggi importanti, credo che Vincenzo De Luca palesemente spiazzato dalla tempestività degli avvenimenti abbia centrato due obiettivi sbagliati: spaccare la magistratura salernitana e individuare i magistrati che non sanno cos’è lo stato di diritto. Entrambe le cose assolutamente negative per il suo cammino di sindaco e di amministratore nel futuro prossimo; i magistrati non si fanno trascinare in sterili polemiche ma agiscono. Su tutti e su tutto si è imposta la figura di Antonio Brancaccio come miglior amministrativista a livello europeo (ma l’Europa è una fissa deluchiana !!) che ha superato di gran lunga i vari Coppi, Longo e Ghedini storici difensori di Berlusconi che non sono stati capaci di assicurare al loro cliente il ritorno in sella e neppure una piccola riduzione della pena in considerazione della buona condotta; superiore anche alla micidiale barriera difensiva (intrisa di magistrati) di Luigi De Magistris che pure dovette attendere qualche settimana prima di ritornare nel palazzo. A Salerno, invece, le cose quando si fanno vengono fatte alla grande. E andiamo alla magistratura. Alla luce dei fatti tra i buoni, cioè tra quelli che conoscono lo stato di diritto, va annoverato senza dubbio il presidente Amedeo Urbano della Prima Sezione del Tar non solo per aver capito a volo l’essenza e l’evanescenza del problema ma per aver impiegato soltanto un paio di ore per emettere un provvedimento cautelare che esula, probabilmente, da tutte le statistiche nazionali a meno di prova contraria. Salerno decisamente non merita un magistrato così attento, perspicace, preparato, incolore, velocissimo e assolutamente trasparente. Un magistrato che va messo decisamente sugli scudi, non fosse altro che per essere uscito indenne da una devastante inchiesta dei pm Renato Nitti e Francesca Pirrelli della Procura di Bari (fonte La Repubblica e Il Giornale di Venezia) E gli altri, quelli incompetenti ? Sulla vicenda è intervenuto anche Massimo Palumbo (presidente distrettuale ANM) che ha si bacchettato il sindaco ma non ha fatto nomi, lui si è posto a metà strada tra quelli che conoscono e quelli che non conoscono lo stato di diritto. Ma i colpevoli (solo per essersi schierati contro il Re !!) eccoli uno per uno. Comincio dal procuratore capo, Corrado Lembo, che qualche giorno fa si era preoccupato di precisare che “il sindaco va sospeso” andando anche lui oltre le sue competenze specifiche; probabilmente, come dice De Luca, non conosce lo stato di diritto. Poi c’è il pm Roberto Penna che comunque non suscita tanto scalpore, i pm si sa molto spesso mostrano di non conoscere lo stato di diritto, ma fa parte del loro mestiere. Andiamo avanti. Ci sono i tre giudici del collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del tribunale di Salerno: Ubaldo Perrotta, Oreste Cantillo e Mariano Sorrentino; tutti e tre solo per il fatto di aver condannato De Luca sarebbero giudici che non conoscono lo stato di diritto. Meno male che lo stesso collegio giudicante nel dicembre 2013 aveva mandato assolto De Luca per la intricata vicenda della M.C.M.; come dire che poco più di un anno fa i tre giudici conoscevano lo stato di diritto e che adesso avendolo dimenticato hanno emesso “una sentenza cervellotica” (parole del Re). Cose dell’altro mondo, mi sono chiesto, ma qui nessuno si incazza dopo tutte queste accuse al vento ? Capisco la severa serenità dei giudici, non hanno reagito anche se una magistratura spaccata ha dato sempre nuova linfa ai singoli magistrati; bontà loro, hanno preferito affidare una bozza di rispostina soltanto a Palumbo !! ma nella fattispecie De Luca si è lanciato all’arrembaggio senza freni arrivando addirittura a dire in tv che “solo uno squinternato (Penna, sich !!) poteva pensare di trovare a mio carico un reato per peculato” (fonte Il Mattino del 27 gennaio). Forse è vero, ma questo mi sa che è dipeso (come ho già scritto nei giorni scorsi) dalla non completezza dell’inchiesta sul termovalorizzatore. Per quella vicenda ho posto ben sette domande che attendono ancora risposte: 1) Perché il pm non ha scandagliato meglio la sequenza delle nomine di capo-staff con la sostituzione di Criscuolo con Barletta; 2) Perché la sostituzione avvenne nel giro di appena quattro giorni dalla nomina iniziale di Criscuolo; 3) Perché non è stata analizzata a fondo la rottura eclatante tra De Luca e Criscuolo; 4) Perché poco tempo dopo Criscuolo lasciò il Comune per trasferirsi armi e bagagli in Provincia; ed ancora: 5) Sono state esaminate tutte le pratiche di esproprio per i suoli sui quali doveva sorgere il termovalorizzatore; 6) Sono state analizzate, una per una, tutte le situazioni dei proprietari dei suoli e se questi ultimi avevano ceduto ed a chi i loro diritti; ed infine: 7) Chi e quanti risultano di fatto beneficiari dei pagamenti di danaro pubblico in funzione degli espropri. Ma se alle ore 14.05 di lunedì 26 gennaio il giudice Urbano rimette in sella il “Re”, ecco che nella serata (sempre di lunedì) arriva un’altra mazzata, questa volta dalla Corte dei Conti con richiesta di risarcimento per la vicenda della nomina di Felice Marotta a segretario generale del Comune. Insomma l’accerchiamento continua. Bisogna, ora, aspettare con serena pazienza le determinazioni della Corte d’Appello, presidente Perretti, sulla decadenza del sindaco prima di arrivare all’udienza Crescent del 3 febbraio; tutti a sfogliare la margherita come se fosse un gioco d’amore anziché un fatto di giustizia. Vedremo.
direttore: Aldo Bianchini
Come mai l’altra mattina Marotta stava a parlà con il magistrato Claudio Tringali sotto palazzo di città?