SALERNO – Quella che sto per raccontare è una storia tutta nostrana, tutta salernitana; una storia che si svolge tra Salerno, medici di base e Centro Elio Ortopedico Ebolitano (attuale Campolongo Hospital). Soprattutto tra il primo e il secondo piano di quella che sicuramente è una delle struttura sanitarie all’avanguardia non solo in campo regionale. Ma qualche mela marcia può esserci comunque e dovunque. La lunga e sofferta telenovela della sig.ra MRL prende il via agli inizi del 2014 a causa di una banale caduta. Dopo i primi accertamenti si scopre che la paziente è affetta da “spondilolistesi”, scivolamento di una vertebra rispetta all’altra tra L/5 – S/1 (patologia che può essere congenita, derivante da un evento traumatico o dalla ripetizione di continue sollecitazioni a carico della colonna vertebrale). Comunque sia la paziente viene ricoverata a Faenza il 15 novembre 2014, operata e dimessa il 3 dicembre 2014. Nuovo ricovero il 9 dic. 2014, sempre a Faenza, per ulteriore intervento chirurgico effettuato l’11.12.14, dimissioni in data 20.12.14 con prescrizione di prestazioni riabilitative. Da eseguire, su consiglio dei medici di Faenza, nel noto ed eccellente Campolongo Hospital. Piena di speranze MLR si ricovera il 12 gennaio scorso dove, secondo il racconto della paziente, viene stazionata al secondo piano e accolta “non al meglio”. Perché ? Probabilmente perché MLR, molto aperta e loquace, chiede minuto dopo minuto l’evolversi delle sue condizioni cliniche e spiegazioni sulle cure riabilitative che le saranno praticate. Questo “assillante” atteggiamento della paziente dà verosimilmente fastidio, qualcuno addirittura confonde lo stato di agitazione di MLR con un possibile “stato confusionale da esaurimento nervoso” e dispone, dopo poche ore, il trasferimento dal 2° al 1° piano della struttura; insomma quasi come a voler scaricare il problema su altri. La paziente non contenta, anzi allarmata, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio avendo richiesto un aiuto parasanitario per alzarsi e vedendosi rispondere che “se la mattina va la bar per prendere il caffè può benissimo alzarsi da sola anche la notte” decide di farsi dimettere e così la mattina del 14 gennaio 2015 lascia la struttura ebolitana. Una donna, ripeto, piena di voglia di vivere, molto aperta, istruita al punto giusto, desiderosa di conoscere e di conoscersi anche dal punto di vista sanitario; insomma tutte qualità naturali e normali che non possono e non devono suscitare supponenza da parte degli altri, soprattutto in una struttura sanitaria che ripeto è all’avanguardia non soltanto in campo regionale. Come è finita la storia. Semplicemente con un altro viaggio di MRL verso Faenza dove è arrivata in queste ore e dove è stata accolta con sorrisi e comprensione. La speranza è che lì, a Faenza, ritrovi tutte le sue energie. Morale della favola: come è possibile che a Faenza (in Emilia Romagna in provincia di Ravenna) la signora in questione viene trattata come una donna molto aperta, gioviale, colta e corretta con pieno diritto a chiedere e richiedere notizie della sua salute, e qui in provincia di Salerno venga presa e ritenuta, anche con una certa supponenza, scocciante e petulante. Solo quando riusciremo ad abbattere questi gap tra nord e sud e quando avremo fatto ripassare a tutti il “giuramento di Ippocrate” , forse riusciremo a dare e a darci una sanità più giusta, più umana e più comprensiva.
direttore: Aldo Bianchini