SALERNO – Nel giornalismo, si sa, le foto contano moltissimo; spesso esse esprimono meglio degli articoli le circostanze e i fatti che il giornalista intende spiegare e illustrare ai suoi lettori. Ebbene una foto in particolare mi ha indotto a questo approfondimento; una foto che ritrae sorridenti, felici e festeggianti il sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, e il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, in primo piano, a conclusione dell’ultimo tour elettorale del “caimano” nel territorio del Vallo di Diano tra Teggiano e Sala Consilina. Subito dopo di loro, nella foto, c’è anche il sindaco di Teggiano, Cono Cimino, e sullo sfondo si intravede anche il profilo del redivivo Angelo Paladino che, forse, in politica non sa più a che santo votarsi. Ci sono altri personaggi, tutti di secondo piano e utili soltanto per il più classico del “facite ammuina” (come si dice in gergo) che è sempre cosa presente nelle assemblee politiche e di partito ma che dal punto di vista della proposizione autonoma e indipendente non valgono proprio a niente. Fatta ammenda per Cono Cimino (che nella foto appare con un sorriso scettico e, sotto sotto, da vecchio volpone politico non tanto entusiasta dei festeggiamenti o almeno poco propenso a dare sfogo alla sua gioia) sono i due protagonisti della foto (Pellegrino e De Luca) che mi hanno lasciato assolutamente perplesso. Un vecchio proverbio dice che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, e il proverbio calza perfettamente addosso ai due politici. E’ vero che io non faccio politica ma, lo ripeto ancora una volta, qualcuno dovrebbe avere la cortesia di spiegarmi come sia possibile in politica litigare violentemente e, semmai, il giorno dopo ritornare ad essere buoni compagnoni fino al punto di spillare insieme una bottiglia di spumante. Comincio dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Questi quando si mette in mente qualcosa la persegue con tutti i mezzi, con freddezza, astuzia e brutalità. Insomma alla stregua di un rullo compressore sottomette, sfrutta, utilizza e poi manda a casa; nel suo tritacarne sono passati tanti personaggi che elencarli sarebbe difficile. Per quanto attiene il Vallo di Diano basta ricordare l’esempio di Donato Pica che aveva osato schierarsi con Gugliemo Vaccaro e subito dopo di Tommaso Pellegrino e di Sergio Annunziata che apparivano come “renziani della prima ora” e suoi nemici giurati nelle primarie vinte da Bersani (anche lì furono instillati dubbi sulla legalità della consultazione); per non parlare dell’ultima inquietante vicenda che ha coinvolto e travolto l’on. Simone Valiante e i sindaci di Padula (Paolo Imparato) e il sindaco di Centola (Carmelo Stanziola) per la vicenda del Corisa/4. Come dicevo prima De Luca è peggio di un sordo che non vuol sentire i messaggi romani di fare un passo indietro, e sta gettando sul tavolo tutte le sue carte sperando di vincere la battaglia per le Regionali dimenticando che al di là dei processi, in dirittura di arrivo il giorno 21 gennaio (processo termovalorizzatore con richiesta del pm a tre anni di reclusione), il giorno 22 gennaio (processo decadenza dalla carica di sindaco) e il giorno 3 febbraio (processo Crescent), c’è un’altra inchiesta davvero importante. Alludo alla maxi inchiesta, pm Vincenzo Montemurro della DDA salernitana, sul presunto falso tesseramento 2012 e primarie 2013 del PD in provincia di Salerno. Quest’ultima inchiesta è quella che al di la dei processi ha prodotto due differimenti delle “regionalie” e che ha prodotto una spaccatura incolmabile tra De Luca e il partito di Renzi; cosa aggravata anche da quanto accaduto in Liguria con la sconfitta di Sergio Cofferati che, a questo punto, potrebbe certificare un comportamento costante del partito dei vecchi soloni della sinistra che in Campania e, soprattutto a Salerno, ha trovato la spiegazione più plastica dei brogli di tutte le consultazioni interne con ramificazioni nel cosiddetto “voto di scambio” (posti di lavoro, incarichi nelle partecipate, scelte elettorali nella città capoluogo e nei singoli comuni a reggenza di sinistra) che in qualche caso sarebbe entrato in sintonia con la malavita organizzata. Questo è quanto starebbe emergendo dall’inchiesta di Montemurro (da me ritenuto uno dei magistrati più autonomi. Indipendenti e intellettualmente onesti) che nelle ultime settimane ha ripreso prepotentemente vigore: ma è un’inchiesta in corso e bisognerà attendere. Tutto questo che vi ho raccontato oggi ebbi modo, tra luglio e agosto 2013 cioè nel corso del nostro ultimo incontro a due in un bar di Trinità, di anticiparlo al sindaco di Sassano spiegandogli che in Procura a Salerno stava per scoppiare uno degli scandali (il presunto falso tesseramento) più perniciosi degli ultimi anni e gli raccomandai di tenersi molto ben alla larga da Vincenzo De Luca perché, come è facile capire, il massimo responsabile politico del presunto falso tesseramento non poteva essere che lui. Per poter anticipare simili notizie era chiaro che avevo informazioni dirette e di prima mano sugli avvenimenti che sarebbero scoppiati soltanto nel successivo mese di novembre 2013; speravo che con l’arrivo reale dell’inchiesta Tommaso Pellegrino avesse capito, ma non è stato così ed alla prima occasione e in un momento davvero drammatico della vita politica di De Luca il sindaco di Sassano ricade nella rete che soltanto il “caimano” sa tessere con tutti i mezzi, con freddezza, con astuzia e con brutalità. Sull’inchiesta giudiziaria di Montemurro non devo, anzi non posso, dire più nulla, non vorrei rischiare l’accusa di interferenza e/o di inquinamento. Nell’ambito del PD del capoluogo girano le più svariate chiacchiere su questa ritrovata amicale alleanza tra Pellegrino e De Luca, la più subdola è quella che De Luca avrebbe promesso a Pellegrino la presidenza del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Conosco molto bene Tommaso, almeno credo, e ritengo che una cosa del genere non fa assolutamente parte della sua strategia politica; la ritrovata amicizia è dovuta, secondo me, soltanto all’esuberanza politico-caratteriale del sindaco di Sassano disponibile a qualsiasi apertura per il bene del territorio. Ma come sempre i prossimi giorni e le prossime settimane ci diranno molte cose in più. Per il resto resto convinto che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
direttore: Aldo Bianchini