VALLO di DIANO – Dopo la visita che nei giorni scorsi ha portato il sindaco di Salerno nel Vallo di Diano, lo stesso, apparso fuori luogo, sconfinato nella terra di nessuno, quel comprensorio che da sempre lo appoggia in cambio del “nulla”, scorrono i soliti proclami da populista incallito. Qualche centinaio di persone, i soliti, quelli che evidentemente credono ancora ai “ciucci che volano”, quelli che pensano che Vincenzo De Luca alla Regione possa smuovere i problemi e i disagi che comprimono il vallo di Diano. Utopia, macchinazione. La politica nonostante tutto è sempre la stessa, viziata dalla voce del padrone che dopo aver speculato ancora una volta, sulla sua pagina face book dichiara soddisfatto:
<<Sono stato nel Vallo di Diano e a Sala Consilina, dove ho parlato dell’equilibrio interno che la Campania deve avere per lo sviluppo territoriale. Sono passasti cinque anni, ma questa volta abbiamo una carta in più: possiamo giudicare da quello che abbiamo visto. In questi stessi anni la Regione Campania non si è pronunciata in merito alla scelta di aggregare il Tribunale di Sala Consilina ad un’altra regione. Una delle cose che farò sarà quella di riaprire la questione del Tribunale di Sala Consilina, da accorpare a quello di Salerno. Per me la politica nasce dai territori e da un sistema di valori, è un raccordo con la gente di carne ed ossa: questo mi appassiona>>.
Ritorna sul tribunale, quella soppressione voluta anche dal PD, anche da lui che non ha mosso mai un dito per evitarla anzi, quando si facevano le manifestazioni di protesta nonostante i continui inviti, nessun membro della segreteria di via Manzo si è degnato di partecipare. Questa è storia, questa è la realtà dei fatti. Oggi ricomincia la cantilena di un populismo sentito e risentito, dichiarazioni che non hanno senso se non per l’ennesima raccolta differenziata di voti e di consensi che esprimono sempre più la corsa sfrenata a un potere che da 25 anni ci trascina nel baratro di una esistenza legata alle catene dei soliti noti.