SALERNO – Esattamente un mese fa, il 14 dicembre scorso, è volata via con un battere d’ali molto silenzioso per salire su, sempre più su, non disdegnando un rapido sguardo all’indietro quasi come a dire: state sereni, sono serena anch’io. Lo stesso silenzio e la stessa serenità con cui aveva caratterizzato tutta la sua vita terrena attraversando con semplicità ed umiltà l’infanzia, l’adolescenza, la maturità, lo studio, il lavoro, gli affetti, la famiglia e l’immenso amore per suo figlio. Si chiamava Susy, Susy Alfano, ed il suo nome era conosciutissimo in tutto il quartiere Torrione di Salerno dove, tanti anni fa, era arrivata più per caso che per scelta precisa. Era la cassiera della Banca di Roma, ma non una cassiera qualsiasi, lei era “la cassiera”. Grande capacità professionale ed operativa, lavorava con la gioia di chi crede nel proprio lavoro (ed oggi non è affatto facile !!), una gioia semplice, complice, amichevole, rispettosa, che riusciva a trasmettere a tutti, anche a coloro che dopo lunghe attese riuscivano ad agganciare il suo sportello. Si !!, proprio così, spesso più di qualcuno cambiava posto e fila pur di arrivare da Lei, la vera cassiera di tutti. Dispensava consigli a tutti e si muoveva con rapidità e convinzione nella risoluzione dei mille e mille problemi che i clienti della sua banca le portavano ogni santa mattina. E’ vero, la Banca di Roma era la “sua banca” e il posto dove operava, Torrione, era il terreno in cui si muoveva con sicurezza, eleganza e sobrietà. Non c’era limite alla sua bontà e quando si rendeva conto che la banca si riempiva di gente non si perdeva mai d’animo e si lanciava con grande dedizione nel suo lavoro. Poi un giorno di qualche anno fa, un brutto giorno, entrando in banca notai l’assenza di Susy e subito un sospetto si insinuò nella mia mente. Negli ultimi tempi avevo notato che qualcosa non andava, come sempre, nella vita pubblica di Susy, qualcosa stava cambiando nelle manifestazioni esteriori e caratteriali della “nostra cassiera”. Con tatto chiesi all’altro personaggio storico della Banca di Roma di Torrione (ora Unicredit), Alfonso Scaleia, dove fosse Susy. Mi rispose impastando poche parole in bocca, capii subito che qualcosa di brutto stava travolgendo la vita e la serenità di Susy Alfano e per rispetto della privacy riuscii a frenare la mia curiosità giornalistica. Passò qualche mese ed una mattina ecco che la rividi dietro i vetri della sua cassa; un rapido cenno di saluto dal lontano e poi, mano a mano che la fila si esauriva, notai il sorriso di sempre sul suo viso. Giunto davanti allo sportello mi sorprese e mi lasciò senza fiato: “Aldo, cosa credevi !! che non ci saremmo più visti. Ho combattuto e combatterò sempre, e comunque”. Non mi rimase altro da fare che complimentarmi con lei, ma allontanandomi dalla sede bancaria mi sorpresi a riflettere sul fatto che Susy certamente sorrideva ed appariva spigliata come sempre, però nel suo sguardo c’era un velo strano, quasi di tristezza e di paura messe insieme. Il male terribile, ovviamente, non la mollò; Susy non aveva vinto per niente la sua battaglia, purtroppo. Nel corso degli anni si sono alternati periodi di assenza e di presenza dietro i vetri della sua cassa, fino a quando la direzione centrale della Banca comprendendo il dramma la trasferì in una sede più vicina alla sua residenza. Non la vedevo, quindi, da molto tempo fino a quando la mattina di lunedì 15 dicembre 2014 entrando in banca di primo mattino capii subito dallo sguardo spento di Alfonso (da sempre dotato di quella giusta umanità e sensibilità) che qualcosa di tragico si era fatalmente consumato nella precedente giornata di domenica 14 dicembre. Uscendo notai che avevano, nel frattempo, affisso i manifesti funebri. Aveva appena cinquant’anni e un viso raggiante come il sole la brava e bella Susy Alfano; la sua scomparsa ha toccato il cuore di tanti ed ha commosso tutti, un intero quartiere della città la rimpiange così come ricorda la sua professionalità e la sua grande umanità non disgiunta da una perfetta disponibilità. Susy lascia il marito Aldo De Simone e, soprattutto, l’adorato figlio Giuseppe verso il quale, verosimilmente, mentre volava in cielo la dolce Susy ha rivolto il suo sguardo per l’ultima volta.
direttore: Aldo Bianchini
Ringraziamo,te, tutti coloro che ricordano Susy con l’identicoimmutato AFFETTO. Sicuri che anche dal paradiso da dove ci guarda ci sorride e ci saluta con la solita sua spontanietà. Notate ho scritto paradiso perchè era persona meritevole di tale gratificazione.
ALDO E VINCENZO ci scusiamo di aver risposto solo ora.