ROMA – In un periodo di forte turbolenza finanziaria come quello che stiamo vivendo i Buoni Fruttiferi Postali possono rappresentare, insieme ai titoli di stato, ai fondi monetari e alle gestioni separate, una tipologia di investimento a rischio contenuto, liquidabile in ogni momento e semplice. I BFP sono titoli di credito emessi con cadenza mensile dalla Cassa Depositi e Prestiti con la garanzia dello stato e collocati da Poste Italiane. Sono titoli nominativi, ossia sono intestati ad uno o più titolari (con un massimo di quattro), non sono cedibili e sono sottoscrivibili presso qualsiasi ufficio postale. Il rendimento dei buoni postali fruttiferi cambia a seconda dell’emissione e del tipo di buono. Normalmente i BFP con scadenze più lunghe offrono rendimenti maggiori rispetto a quelli con scadenze brevi. Una caratteristica molto importante dei buoni fruttiferi postali è che possono essere rimborsati in qualunque momento senza alcuna penale o commissione di riscatto anticipato. Trattandosi di titoli non quotati, infatti, il rimborso avverrà sempre come minimo al valore nominale del buono stesso più gli interessi maturati fino a quel momento. La sottoscrizione dei BFP, inoltre, non comporta nessun costo, né sono previste delle commissioni di mantenimento o di tenuta conto. Queste caratteristiche rendono i buoni fruttiferi postali particolarmente adatti a piccoli risparmiatori che non hanno il tempo di informarsi per scegliere gli investimenti più adatti per le proprie esigenze. Altro punto di forza dei BPF è la tassazione sugli interessi maturati è pari al 12,5%, come per i titoli di stato, a differenza delle altre tipologie di investimento per le quali è prevista un prelievo fiscale del 20%. Esistono diverse tipologie sul mercato di Buoni Fruttiferi Postali, ne segnaliamo alcune qui di seguito: – BPF Ordinari: essi fruttano un interesse composto (con capitalizzazione annuale) che aumenta con il passare degli anni. La loro durata massima è di 20 anni, fermo restando la possibilità di rimborso anticipato; – BPF Europa: hanno una durata massima di 4 anni, non fruttano nulla se rimborsati entro il primo anno dall’emissione, gli interessi vengono pagati a patto che l’indice Eurostoxx 50 rappresentativo delle borse europee sia salito in una certa misura; – BPF 3×4: hanno durata massima di 12 anni e pagano interessi alla scadenza o alle ricorrenze intermedie (di 3 anni in 3 anni). Se rimborsati nel corso del triennio la frazione dello stesso non frutta interessi; – Indicizzati all’inflazione: che fruttano un interesse composto da una parte fissa ed una legata all’inflazione; – Dedicati ai Minori: particolarmente adatti per il risparmio dedicato a bambini ed adolescenti. Questi buoni possono essere intestati direttamente al minore e fruttano un tasso di interesse più alto rispetto ai buoni ordinari.
Il sito della Cassa Deposito e Prestiti, inoltre, mette a disposizione del risparmiatore un calcolatore in grado di dare tutte le informazioni aggiornate circa il valore di un qualsiasi buono postale; sul sito inoltre è possibile avere tutte le informazioni dettagliate a riguardo.
Lo svantaggio principale dei BFP sta nel fatto che il loro rendimento è modesto, solitamente inferiore a quello corrisposto da un BTP di pari durata, ma la sua semplicità, l’assenza di oscillazioni di prezzo e la possibilità di smobilizzo anticipato senza il pagamento di penali lo rendono uno strumento ideale per investire in tempi turbolenti come quello attuale o per chi ha esigenze di investimento di breve periodo.