SALERNO – Nelle acque azzurre prospicienti la mitica spiaggetta di Santa Teresa lo storico nuotatore salernitano detto “scellone” per la sua grande capacità di allargare le braccia e di affondarle nel mare per battere, più e più volte, Carlo Pedersoli che sarebbe diventato primatista italiano dei cento metri stile libero e poi il grande Bud Spencer nella storia del cinema “spaghetti western” all’italiana. Scellone, ovviamente, da molti anni non c’è più; ma non c’è più neppure la mitica spiaggetta di Santa Teresa sulla quale migliaia di giovani salernitani se le suonavano di santa ragione nei tornei annuali di calcio oppure nelle nuotate collettive e nelle gare in barca. Tutto questo non c’è più per volere di una sola persona che avrà fatto, come ha fatto, anche cose buone per questa città ma che continua ad imporre solo e soltanto la sua volontà; ora ci sono quegli aborti di piante denominate “Palme Washington”, alte e dritte, che non danno neppure l’idea di una spiaggia o di un lungomare perché Salerno non è né una città dei tropici né della Florida.
Salerno è Salerno e di quelle piante ne avrebbe fatto volentieri almeno che qualcuno ha voluto lì piantumate in una colata di cemento senza precedenti. E nessuno che dice niente, men che meno gli ambientalisti. Non interessa come dovrebbe diventare la spiaggetta annessa alla piazza della libertà e al Crescent, interessa constatare come è stata ridotta quella mitica spiaggetta travolta dal cemento. Un fatto che solo pochi anni sarebbe stato impensabile.