VALLO di DIANO – Dopo le vibrate proteste da parte dell’Anci in quasi tutta Italia e, dopo i vari ricorsi presentati al Tar sulla sciagurata decisione del Governo di far pagare ( entro il 26 gennaio ) l’Imu sui terreni agricoli montani ad altezze inferiori ai 6oo metri dal livello del mare, usando parametri di misurazione non congrui con l’effettiva realtà, il Tar del Lazio ha deciso di sospendere il decreto fino al 21 gennaio data del giudizio di merito. Si contesta, anzitutto, il meccanismo di fondo del decreto, che disciplina l’applicazione dell’Imu sui terreni ex montani sulla base dell’altitudine registrata dal “Municipio”, prescrivendo esenzione per i Comuni al di sopra dei 600 metri, per i coltivatori diretti ed imprenditori agricoli della casa comunale situata tra i 281 e 600 metri. Tale metodo secondo il Tar, «determina eccezionale e grave pregiudizio per l’assoluta incertezza dei criteri applicativi»: in questo modo, sottolinea il Tar, «può essere assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di Comune posto notevolmente al di sotto di tale altezza», perché ovviamente i terreni agricoli possono essere anche parecchio lontani dalla piazza del Municipio. Altro punto di contestazione è dato dal ritardo della presentazione del decreto pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» solo il 6 dicembre, quando ormai «gli impegni finanziari da parte dei Comuni sono stati assunti con effetti gravi sul pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, una procedura finalizzata alla declaratoria di dissesto, e, comunque, con pesanti conseguenze sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento».