SASSANO – Tre mesi fa, il 28 settembre scorso, persero la vita in quel tragico pomeriggio ben quattro ragazzi (Giovanni, Nicola, Luigi e Daniele) per colpa di un’auto BMW impazzita condotta dal 22enne Gianni Paciello che, al momento, dovrebbe ancora essere in stato di “arresti domiciliari” presso una struttura socio-assistenziale del Cilento. Da quel momento sono fiorite le iniziative volte non soltanto a ricordare semplicemente i quattro ragazzi scomparsi ma anche al fine di promuovere tutte quelle iniziative utili per “sostenere e regalare un sorriso ai bambini, agli anziani, agli ultimi” (come scrive Erminio Cioffi su La Città). Alcune iniziative si sono già autoestinte, ma sono tutte cose buone e giuste, come quella che un gruppo di giovani sassanesi ha creato sotto il nome di “Smile”. Tutte queste iniziative da sole non bastano, è scritto nel titolo di questo articolo, ad ingenerare in tutti quella che dovrebbe essere “la cultura della legalità”, ci vogliono le denunce chiare e precise. Il giornalista Antonio Citera, corrispondente dal Vallo di Diano di questo giornale, qualche giorno dopo l’incidente scriveva in uno dei suoi articoli che la gente sapeva e non denunciava. Sapeva dell’esistenza di altre “auto sassanesi impazzite” (un’altra BMW e due Audi) che sul territorio comunale e zone limitrofe seminavano il panico tra gli automobilisti più cauti e disciplinati. La cosiddetta cultura della legalità deve essere diffusa il più possibile e non soltanto tra i giovani, chiunque vede scorazzare per le strade del Vallo auto impazzite deve trovare la voglia e anche il coraggio di denunciare i fatti alle Forze dell’Ordine con precise segnalazioni. Anche la stampa, anzi soprattutto la stampa non deve sottrarsi a questo dovere e non deve limitarsi a raccontare gli incidenti gravi e meno gravi. Noi cominciamo a farlo da questo momento. Ieri ventotto dicembre, a mezzogiorno, un giornalista di questo giornale stava viaggiando da Silla verso il Bivio di Padula; ha rallentato in località Varco Notar Ercole per via di un funerale in corso e poco dopo si è visto sorpassare in maniera brusca da un’auto impazzita che ha proseguito la sua folle corsa effettuando sorpassi a ripetizione nelle curve che seguono il rettilineo di Varco. Sorpassi fuori dalla grazia di Dio e ben al di là della legalità; all’altezza del bivio di Tempa Pizzuta per miracolo è stato evitato un disastroso incidente. Il nostro giornalista è riuscito a raggiungere l’auto impazzita al Bivio di Padula, dove per il traffico ha rallentato, ed ha ovviamente rilevato il numero di targa le cui prime due lettere sono “BR”. L’autovettura impazzita ad ogni accelerata lasciava dietro di se una scia di fumo nerissimo, segno evidente di una cattiva carburazione e di un palese inquinamento ambientale. Tutto qui, questo articolo lo invieremo naturalmente alla tenenza dei Carabinieri di Sala Consilina affinchè vengano svolte le necessarie indagini; alla stessa tenenza forniremo il numero di targa completo per poter individuare il pilota di formula uno, scorretto, maleducato e “delinquente”. Noi abbiamo cominciato, anche agli altri il dovere di continuare.
direttore: Aldo Bianchini