SALERNO – Prima di entrare nel vivo di questo mio approfondimento faccio una premessa giusta, doverosa e necessaria. Secondo me l’on. Fulvio Bonavitacola, al di là della sua eccellente professionalità come avvocato amministrativista, è al momento l’unica realtà politica di grosso spessore che il parterre salernitano possa offrire. Peccato che sulla sua strada abbia incontrato, una trentina di anni, un mostro (partiticamente parlando) come Vincenzo De Luca che lo ha praticamente quasi sempre offuscato ovvero lanciato verso traguardi inaspettati e, forse, inesplorati anche da lui stesso. Dopo tangentopoli fu sicuramente oscurato da De Luca che lo relegò, il giorno dell’inaugurazione del trincerone ferroviario di Salerno, ai margini della manifestazione, mestamente intruppato con gli ex sindaci Vincenzo Giordano e Aniello Salzano compagni di sventure giudiziarie. Ricordo bene quella scena bagnata, pioveva !!, con i tre sotto un unico ombrello ben distanti da dove De Luca grilleggiava e primeggiava. Poi lentamente la risalita per una sorta di “debito d’onore” che Vincenzo doveva da sempre a Fulvio, prima incarichi legali e poi la presidenza dell’Autorità Portuale, fino al 2008 con la candidatura alla Camera dei Deputati. Sempre e comunque all’ombra di Vincenzo De Luca; mai una presa di posizione autonoma e indipendente da quello che è possibile definire il “delucapensiero”. Almeno fino a qualche giorno fa, causa influente forse la crisi del settimo anno di mandato parlamentare, quando è uscito allo scoperto per parlare del partito e delle primarie con un discorso assolutamente condivisibile ma che qualcuno ha voluto accostare a quello di Andrea Cozzolino (il rivale di Vincenzo). E’ vero che l’accostamento è virtuale in quanto sia De Luca che Cozzolino pretestano primarie immediate e senza più rinvii, ma è altrettanto vero che “la voce” l’on. Bonavitacola l’ha ritrovata come d’incanto soltanto per difendere il proprio mentore. Non voglio essere frainteso, Bonavitacola sa parlare benissimo ed ha parlato spesso anche in Parlamento nella Commissione in cui è inserito, ma la mia delusione consiste nel fatto che a livello locale sembra come se non avesse voce da spendere sulle tantissime tematiche all’ordine quotidiano dei problemi salernitani. Mai un suo pensiero, mai una presa di posizione decisa; insomma un po’ come fanno tutti gli uomini deluchiani, prendere o lasciare, allinearsi con il pensiero del capo pena l’ostracismo. Eppure l’on. Fulvio Bonavitacola ha un cervello pensante di ottima qualità, è autonomo ed indipendente, sa scegliere di chi fidarsi o di chi diffidare; tra me e lui non c’è mai stato un buon rapporto, ma questo sicuramente non mi impedisce di declarare tutte le cose buone, se non proprio eccellenti, che il personaggio ha in se. Tutto, però, si ferma dinanzi a Vincenzo con il quale intrattiene uno strano rapporto. I due, secondo il mio sindacabile giudizio, non si amano e, soprattutto, De Luca non si fida di lui perché, a buon vedere, ha marcate qualità politiche che potrebbero mettere in ombra le riconosciute doti del capo. Non è certamente il delfino di De Luca, difatti il capo non parla mai del suo presunto alter-ego; ma Fulvio non ha bisogno di essere delfino di nessuno, Bonavitacola è di per se un personaggio ed anche un grosso patrimonio politico-amministrativo del territorio salernitano. Un po’ come lo erano ed in parte lo sono ancora Nicola Landolfi e Alfredo D’Attorre dei quali parlerò quanto prima. Mi auguro con il nuovo anno di ritrovare un Fulvio Bonavitacola, ancora deputato, più deciso a muoversi e ad assumere posizione anche sulle questioni salernitane e di vederlo, almeno per una volta, proiettato in un cono di luce differente da quello dell’immenso De Luca che potrà anche essere “il migliore di tutti e di tutti i tempi” ma che almeno una volta può anche aver torto per le decisioni apodittiche che sempre assume. Almeno per una volta. Buon Natale.