SALERNO – Il commento dell’amico Antonio Roscia (coordinatore cittadino di Forza Italia) al mio ultimo articolo sulla vicenda del “No Tax Day” mi tira direttamente in ballo e mi induce ad una doverosa risposta anche per chiarire meglio il mio pensiero. Capita spesso, soprattutto in queste circostanze, di non riuscire a spiegare per iscritto ciò che si pensa e ciò che si vuole dire; insomma tradurre su carta il pensiero è sempre un passaggio abbastanza complesso e difficile. Ma andiamo con ordine e leggiamo cosa ha scritto Antonio Roscia nel suo commento: “Caro Aldo, la veritá a De Luca fa male. Come si vede nella foto, il nostro gazebo era regolarmente in Via Velia, angolo Banco di Napoli. Per il resto, non so se sono lillipuziano data la mia stazza ma certamente tu ti riferisce al mio peso politico. Per amor di Dio, tutto vero. Però ce la metto tutta a far virare rotta ad una cittá dormiente. Spero sempre in Davide e Golia”. Condivido tutto quello che dice Roscia tranne che il termine “lillipuziano”. In effetti quando parlo di “soggetti lillipuziani”, immaginando il sindaco De Luca a mò di gigante seduto sulla punta dell’albero di Natale, con le gambone divaricate e con la visuale aperta fino alla ferrovia, mi riferisco a tutta quella pletora di gente (a cominciare dai suoi assessori, dai suoi consiglieri, dai suoi dipendenti comunali e da quelli che lo idolatrano sempre e comunque) che fa parte della gigantesca coda della “cometa deluchiana” che da ventuno anni continua a girare indisturbata dentro e fuori il palazzo di città. E’ soltanto quella gente che il sindaco può muovere a suo piacimento come burattini su uno scenario che da davvero la sensazione di trovarsi di fronte a Gulliver (il gigante)nel paese di Lilliput (i nanetti lillipuziani), tutti gli altri (compresa la gente di Forza Italia, ma anche degli altri partiti) De Luca non li calcola proprio preso com’è dal suo ormai devastante e incontrollabile delirio di onnipotenza in una città che, sonnacchiosa e spocchiosa, è disposta a concedergli tutto ma anche a togliergli tutto all’improvviso; è storia, è la storia della nostra città, è già accaduto ed accadrà ancora, anche per De Luca. Altro che monumento a perenne ricordo nel centro della Piazza della Libertà, e non a caso cito quella piazza da dove sembrano promanare i maggiori pericoli giudiziari non soltanto per lo stesso De Luca ma anche per i più quotati maggiorenti del suo gruppo di potere e di dominio. Il mio discorso giornalistico può anche essere scambiato per un discorso politico ma è soprattutto un discorso giudiziario. Mi ha colpito molto l’affermazione di tale Enrico Esposito (titolare della Esa Costruzioni -coinvolta nel crac Amato- e già consigliere comunale PD del comune di Nocera Inferiore) che in questi giorni avrebbe detto: “Non sono un burattinaio, direi piuttosto un burattino” (fonte il Corriere del Mezzogiorno del 5 dicembre 2014) in riferimento alla sua posizione nella delicata inchiesta sul tesseramento del Partito Democratico che il pm Vincenzo Montemurro sta conducendo dal mese di novembre del 2013 con alternate accelerazioni e frequenti rallentamenti. E se Esposito è il burattino vuol dire che c’è anche un burattinaio che bisogna ricercare all’interno della sinistra salernitana se vogliamo avvicinarci il più possibile alla verità. Ma questo fa parte di un altro discorso che riprenderò nei prossimi giorni partendo, come avevo già annunciato, dai “morti che aiutano i vivi” a sopravvivere ed a continuare nell’esercizio del dominio assoluto. Mi preme ritornare al commento di Antonio Roscia che, pur nella sua brevità, è assolutamente esaustivo di una situazione che è sotto gli occhi di tutti quando allude ai frequenti e patologici “travasi di bile” manifestamente evidenziati dal sindaco De Luca nei confronti di chi cerca di sbarrargli il passo, proprio come in più occasioni cerca di fare con molto far play lo stesso Roscia ed anche gli altri massimi esponenti cittadini di Forza Italia. Certo che Antonio Roscia deve ancora crescere sul piano politico, ma la crescita è vincolata al tempo ed anche al consenso che saprà conquistare con azioni continuate e ripetute nel tempo e, soprattutto, con la raccolta di voti. In Forza Italia, invece, mi pare di assistere ad un continuo avvicendamento di persone e di ruoli nell’attesa spasmodica di “incarichi” senza aver prima dato dimostrazione dei propri contenuti elettorali (voti, sempre voti, soltanto voti !!). In questo Antonio Roscia deve stare molto attento se vuole davvero crescere ed affermarsi (come merita !!) in un partito che ancora oggi vive in maniera troppo evanescente sulla figura dell’ex ministro Mara Carfagna che sul territorio non è presente, non lega e non raccoglie.
direttore: Aldo Bianchini