Da Luca Roncolato
ISTANBUL – Il Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Turchia è giunto al secondo giorno: è stata questa una mattinata ricca di gesti simbolici e completamente priva di discorsi pubblici. Abituati al succedersi a ritmo serrato di discorsi e incontri che ha caratterizzato finora i precedenti viaggi papali, è stata una novità – possiamo dire – quella di aver voluto porre l’accento su un lato contemplativo che è culminato in un momento di adorazione silenziosa nella Moschea Blu assieme al gran muftì e imam.
Nel corso della mattinata, infatti, Bergoglio ha visitato il Museo di Santa Sofia, che fu tempo una basilica adibita al culto della Divina Sapienza. In occasione di questa visita, come dicevamo, il Papa non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica.
A seguire il Pontefice si è recato in visita alla Moschea “Sultan Ahmet”, conosciuta anche come Moschea Blu: è stato questo un momento molto intenso nel quale il Santo Padre con gran muftì e imam si è fermato per un “momento di adorazione silenziosa” come ha commentato successivamente padre Federico Lombardi, il capo della sala stampa vaticana.
Il gesto, peraltro, richiama da vicino quanto già fece Benedetto XVI, che visitò la Moschea di Instanbul, durante il precedente viaggio apostolico in Turchia. Inoltre, sicuramente questo gesto ha fatto molto bene al dialogo interreligioso, anzi, il direttore della Sala Stampa Vaticana lo ha definito un “bel momento di dialogo interreligioso” e sappiamo bene che i temi dell’ecumenismo e della ri-unificazione tra cattolici e ortodossi nonché quelli del dialogo interreligioso sono i temi conduttori del viaggio del Papa.
La mattinata del secondo giorno del viaggio apostolico in Turchia si è dunque conclusa lasciando fossero i gesti a parlare per il Papa, il quale, nel libro degli ospiti di Santa Sofia, ha scritto in greco “Santa Sapienza di Dio” e in latino “Quanto sono care le tue tende, Signore che è un passo tratto dal Salmo 83.