SALERNO – “Che te disèt dé bùn? Ma te disèt sùl séri?” (Ma dici davvero? Dici sul serio?) suscitando schiette risate in quanti, ed erano sempre molti, facevano cerchio attorno a lui. Sembra aver reagito proprio così il bravo e fedelissimo Giovanni D’Angelo (stimatissimo primario cardiologo) quando più di qualcuno la settimana scorsa gli aveva preannunciato la decisione di Bruno Ravera di non ricandidarsi più alla presidenza dell’ordine dei medici della provincia di Salerno. Lo stupore di D’Angelo non era tanto dovuto al fatto che semmai poteva concretizzarsi la sua aspirazione presidenziale dopo tanti anni di attesa ma al fatto che “il presidente” avesse potuto d’improvviso mollare la sua poltrona. Fortunatamente non è stato così e rapidamente Giovanni è tornato ad occupare la sua posizione attiva e laboriosa di “eterno secondo” lasciando al suo presidente la nuova rielezione in perfetta solitudine. Un po’ come era capitato al vero eterno secondo Gaetano Belloni (ciclista e playboy degli anni ’20) che per coprire le spalle al “suo Costante Girardengo” e contrastare il rivale Giovanni Brunero accettò il difficile ruolo, appunto, dell’eterno secondo pur avendo già vinto nel 1920 il suo unico Giro d’Italia di ciclismo ed anche la difficile Milano-San Remo. Per non correre il rischio che qualcuno possa pensare ad una mia contraddizione dico subito che un soggetto, chiunque egli sia, non può rimanere ai vertici di una istituzione così delicata ed importante come l’Ordine dei Medici-Chirurghi per quarant’anni; questo è il mio pensiero che attiene un assunto a 360° di carattere generale. Ci sono, però e comunque, delle eccezioni che vanno analizzate caso per caso al fine di non rischiare di banalizzare un pensiero come il mio che è e rimane ben cristallizzato. Salerno è una città, capoluogo di provincia, che molto spesso ha dato segnali di impressionante longevità di alcune cariche istituzionali, anche quelle più importanti. Per fermarmi agli ordini professionali c’è in primo luogo quello dei medici (con Ravera a 36 anni di presidenza) e quello dei Consulenti del Lavoro (con Capaldo a 34 anni di presidenza), fenomeni non isolati in un variegato mondo politico e professionale; per non parlare dello stesso sindaco Vincenzo De Luca che, tra alti e bassi, da oltre un ventennio siede sulla poltrona di primo cittadino di Salerno. Mi permetto di spiegare meglio il mio pensiero che in materia di longevità è abbastanza repressivo; secondo me non si può guidare al meglio una istituzione per più di una decina di anni, non soltanto perché fatalmente la longevità va a discapito della qualità ma anche, se non soprattutto, per il bene della stessa istituzione che dopo molti anni di presidenza personalizzata rischia di naufragare non appena diventa orfana del suo longevo pigmalione. Spero che non accadrà così anche per l’Ordine dei Medici quando fra alcuni anni il presidente Bruno Ravera deciderà di lasciare. Qualche rigo più sopra ho parlato di fortuna per il fatto che Ravera non abbia lasciato, non l’ho scritto per piaggeria o falso buonismo, l’ho scritto perché sono profondamente convinto (andando anche al di là del mio pensiero !!) che per fortuna o sfortuna di tutti i medici della provincia di Salerno il prof. Bruno Ravera non è soltanto un presidente ma è “il presidente”; insomma una figura ascetica, quasi aulica, certamente carismatica per la categoria dei medici che a questo punto (dopo trentasei anni) non può più fare a meno della sua presidenza e della “sua autorevolezza”. Eh si !! perchè Bruno Ravera è stato sempre autorevole e mai autoritario ed ha cercato in ogni modo di qualificare e nobilitare sempre di più la categoria dei medici per farla rimanere,e in qualche caso rientrare, nell’obbligo dell’osservanza del giuramento di Ippocrate. Bene ha fatto, quindi, Antonello Crisci (figlio del prestigioso professore Nicola Crisci) a rompere il muro dell’opposizione che pure esiste in quell’ordine ed a fare un passo indietro nell’attesa di tempi migliori; insistere contro un mostro della statura di Ravera avrebbe avuto un esito infausto ed anche poco riguardoso nei confronti di chi ha comunque sempre dato spazio a tutti anche in congressi e convention di un certo spessore sociale e culturale. Del resto lo stesso dr. Giuseppe Pistolese dopo qualche battaglia contro la figura e il mito di Ravera si è da tempo arreso e, addirittura, oggi è schierato nella stessa unica lista che sorregge il presidente. Oltretutto il prof. Bruno Ravera ha da tempo abbandonato qualsiasi velleità di natura politica ed ha dedicato tutto se stesso e tutto il suo tempo soltanto all’organizzazione dell’ordine riuscendo a tenerlo ben lontano dalle mire dei vari conquistatori politici e/o politicanti di cui la città e la provincia è piena. Il tempo della successione, quindi, è ancora lontano e tanta acqua scorrerà sotto i ponti prima di vedere un volto nuovo al governo dei medici salernitani.
direttore: Aldo Bianchini