laura la rocca (Da Luca Roncolato)
ROMA – Nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, Papa Francesco, nella Piazza San Pietro, ha canonizzato sei Santi, quattro italiani e due indiani: essi sono modello di “dedizione a Dio e ai fratelli” e “col loro esempio e la loro intercessione” fanno “crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita“.
“La liturgia oggi ci invita a fissare lo sguardo su Gesù come Re dell’Universo” ha detto il Pontefice “le Letture che abbiamo ascoltato ci mostrano come Gesù ha realizzato il suo regno; come lo realizza…; e che cosa chiede a noi“.
Alla prima domanda, ovvero “come Gesù ha realizzato il regno” Bergoglio risponde dicendo che Dio ha fatto il Suo regno “con la vicinanza e la tenerezza verso di noi. Egli è il Pastore, di cui ci ha parlato il profeta Ezechiele nella prima Lettura“. Se noi osserviamo infatti i verbi che il profeta utilizza, ovvero “cercare, passare in rassegna, radunare dalla dispersione, condurre al pascolo, far riposare, cercare la pecora perduta, ricondurre quella smarrita, fasciare la ferita, curare la malata, avere cura, pascere“, ci descrivono proprio la vicinanza di Dio e il suo modo di amarci.
Non solo, questi verbi indicano come agire a “quanti nella Chiesa sono chiamati ad essere pastori“: essi sono un modello da seguire per non trasformarsi in dei “mercenari” ha detto il Santo Padre.
In secondo luogo Papa Francesco ha posto l’attenzione su come Dio realizza il Suo regno nel corso della storia: Dio lo realizza per mezzo di Gesù, il quale però “non è un re alla maniera di questo mondo: per Lui regnare non è comandare, ma obbedire al Padre, consegnarsi a Lui, perché si compia il suo disegno d’amore e di salvezza“.
Infine “il Vangelo ci dice che cosa il regno di Gesù chiede a noi” ha detto il Papa “ci ricorda che la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita anche per noi, e su questo saremo giudicati“: “la salvezza non comincia dalla confessione della regalità di Cristo, ma dall’imitazione delle opere di misericordia mediante le quali Lui ha realizzato il Regno. Chi le compie dimostra di avere accolto la regalità di Gesù, perché ha fatto spazio nel suo cuore alla carità di Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza verso i fratelli“.
Infatti “Gesù, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno” ha concluso Papa Francesco “ma sta a ciascuno di noi entrarvi, già a partire da questa vita, facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietà. E se veramente ameremo quel fratello o quella sorella, saremo spinti a condividere con lui o con lei ciò che abbiamo di più prezioso, cioè Gesù stesso e il suo Vangelo!“