da Fausto Morrone
Esimi Ministro e Prefetto,
si sta per chiudere, ancora una volta solo per iniziativa di alcuni cittadini e della Magistratura, la
triste e sgradevole vicenda della decadenza del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca.
Anche se l’ennesimo rinvio della sentenza di appello, fissata oggi al prossimo 2 dicembre, oltre
a rendere evidente la lentezza pachidermica, e a volte sospetta, del sistema giudiziario italiano,
disorienta e protrae una storia che ha già registrato, il 24.01.2014, la condanna di primo grado alla
decadenza da parte della prima sezione civile del Tribunale di Salerno, nonché, in precedenza, in
data 30.11.2013, il pronunciamento di conferma dell’incompatibilità, da parte dell’Autorità per la
concorrenza (Antitrust).
La decadenza è conseguente alla sua pervicace indisponibilità a rispettare le norme di legge
sull’incompatibilità, allorquando, da primo cittadino del secondo capoluogo della Campania,
assunse l’incarico di sottosegretario nel governo Letta.
Altri due Sindaci nel frattempo, Del Rio e Zanonato, peraltro con medesima appartenenza
politica del nostro, incaricati alla stregua di De Luca nello stesso governo, si dimisero
immediatamente dai rispettivi Comuni.
E’ notorio che De Luca, percependo la sua astuzia come uno scudo solido, più volte si è sentito
autorizzato a forzare impunemente e apertamente la legge.
Questa della sua furbizia è, peraltro, un vezzo del quale non manca mai di compiacersi in
privato, magari ridicolizzando chi si attiene scrupolosamente ad osservare le regole.
Infatti, nelle molteplici occasioni in cui è finito sotto inchiesta giudiziaria ha reiteratamente
sottolineato, non già la sua estraneità, ma piuttosto l’orgoglio di aver bypassato la legge, finendo,
addirittura, per definire spregevolmente gli amministratori che non conseguono, nel corso della loro
attività pubblica, almeno un avviso di garanzia; atto, quest’ultimo, da lui impreziosito senza pudore
con la definizione di “medaglia”.
Se fossimo stati in una vera ed autorevole democrazia, ove la politica sapesse ritagliarsi spazi di
onori ed oneri, un atteggiamento da bullo di periferia, qual è quello descritto, sarebbe stato
sanzionato rigorosamente dalle istituzioni ordinarie di prima istanza, senza aspettare la pronuncia
della Magistratura.
Purtroppo, questo agnosticismo politico ed istituzionale ha finito per incoraggiare il nostro, al
punto tale da farlo sentire addirittura in corsa per la presidenza della Giunta regionale della
Campania nelle elezioni che si terranno nella prossima primavera.
Incurante, in questa sua ambizione, delle diverse inchieste e dei vari processi a cui è sottoposto.
Sono noti a tutti i sospetti di sprechi e di dissesti finanziari che si sono addensati sul Comune di
Salerno in questi ultimi anni, poiché sono stati argomenti trattati anche da organi di informazione a
diffusione nazionale.
Diverse sono anche le inchieste e le condanne della Corte dei Conti della Campania che hanno
riguardato l’Amministrazione comunale salernitana.
Insomma, da più parti si teme che la situazione reale di bilancio e di indebitamento dell’ente
non sia rappresentata, ufficialmente, in modo adeguato e trasparente.
E si sospetta che altri debiti possano rapidamente appesantire ulteriormente la situazione
finanziaria del Comune.
Ragion per cui, la richiesta che vado ad avanzare con questa mia, sicuro che sia condivisa da
parte considerevole dei cittadini salernitani, già vessati da una pressione fiscale locale superiore alla
media nazionale, è quella di approfittare di una eventuale sentenza di decadenza per un tempestivo
commissariamento del Comune.
La richiesta ha il duplice scopo di permettere ad una figura terza di guardare approfonditamente
all’interno dell’ente e di approntare i dovuti correttivi prima delle elezioni amministrative di
rinnovo, nonché di evitare pasticci con il mantenimento in carica dei consiglieri comunali,
consapevole che alla stragrande maggioranza di essi è stato permesso unicamente di essere meri
replicanti e rigorosi osservanti del verbo del “capo”.
Tale atteggiamento li fa divenire corresponsabili, e della situazione disastrosa del Comune, e
della vicenda grottesca e disgustosa che ha riguardato le varie fasi del riconoscimento
dell’incompatibilità del Sindaco.
Su quest’ultimo punto, infatti, tanto deprecabile, pretestuoso e omertoso è stato l’atteggiamento
di parte del Consiglio, da averla resa complice e soggetto attivo della violazione di legge di cui
trattasi.
Nell’auspicio di una veloce definizione della problematica in oggetto, nell’esclusivo interesse
dei contribuenti salernitani, si resta in attesa e si porgono distinti saluti. F.to Fausto Mor
uno che non le manda a dire!